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Operazione Squadra Mobile Modena contro fruttamento prostituzione minorile

Nel mese di giugno 2007 la Squadra Mobile di Modena – a seguito di attività di indagine condotta per episodi di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione minorile consumati a Modena ed altre province nel periodo compreso tra il mese di luglio 2005 ed il dicembre 2006 – ha dato l’avvio al procedimento penale a carico di alcuni dei componenti di un gruppo criminale nigeriano, tutti radicati nella provincia di Modena ed in quella limitrofa di Bologna, e con basi logistiche in Nigeria ed in Francia dediti ai reati connessi alla prostituzione di colore.

L’operazione in questione, così come quelle analoghe concluse negli ultimi due anni, rientra nell’ambito di un piano strategico più generale e penetrante approntato dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e rappresenta l’ennesimo colpo inferto dalla Polizia di Stato a quelle organizzazioni criminali di etnia straniera (nel caso di specie centro africana) che negli ultimi anni hanno gestito in posizione di totale monopolio, sia a Modena che in tutto il resto del paese, le attività illecite connesse alla prostituzione ed ai reati a questa collegati (immigrazione clandestina, falsi documentali, ecc.).
L’indagine si ricollega ed è la naturale prosecuzione anche delle pregresse operazioni della Polizia di Stato “Multilevel” (dell’aprile 2005), “Multilevel 2” (del maggio 2006), “Multilevel 3” (dell’ottobre 2006) e Multilevel 4 (del maggio 2007).
Si tratta, infatti, delle diverse frange dello stesso gruppo criminale che si sono progressivamente sostituite e rimpiazzate a seguito della ciclica disarticolazione delle consorterie ad opera della Polizia di Stato di Modena negli ultimi anni. E’ stato infatti riscontrato che la totale padronanze del territorio dei membri dei sodalizi ed il loro forte radicamento nella provincia di Modena, ha comportato il fatto che anche successivamente all’arresto dei componenti di turno, le porzioni di territorio da loro occupate siano state mantenute con l’immediata sostituzione dei soggetti tratti in arresto, con nuove e più fresche forze immediatamente giunte a Modena dai paesi di origine. In questo modo, pur accettando la frammentazione dei gruppi criminali, è stata comunque garantita continuità per diversi anni alle attività del gruppo delinquenziale.

A conclusione dell’attività investigativa in argomento, che è stata coordinata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalla Direzione Centrale Anticrimine per tutta la sua durata, nelle primissime ore della mattinata odierna gli uomini della Polizia di Stato hanno dato esecuzione a 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale su richiesta del Pubblico Ministero titolare dell’indagine, a carico di altrettanti soggetti tutti indagati per i reati di cui agli artt. 110 c.p. in relazione agli artt. 600 bis e sexies c.p. (prostituzione minorile ed altri reati minori, il tutto in concorso).
Le operazioni di esecuzione sono state svolte nella città di Modena, Bologna – dove è statat arresta la cittadina nigeriana Osayamen Vivian, nata in Nigeria nel 1968, residente a Benevento ma domiciliata a Bologna – e Benevento.
Resta da catturare il complice della madame, sempre nigeriano, che da alcuni mesi ha trovato riparo in Nigeria.

Per le operazioni di arresto il personale della Polizia di Stato si è avvalso dell’ausilio della Squadre Mobili di Bologna e Benevento.
Nel corso delle perquisizioni delegate dal Pubblico Ministero, effettuate presso 3 abitazioni dei soggetti sottoposti a provvedimenti restrittivi (una a Modena, una a Bologna ed una a Benevento), sono stati raccolti ulteriori elementi di prova attestanti le responsabilità dei due indagati per i reati loro contestati.
I due soggetti indagati sono stati ritenuti responsabili dei reati loro contestati per episodi di sfruttamento di una giovane ragazza nigeriana nella città di Modena fino al dicembre 2006, quando la ragazza è stata poi sottratta all’egida del gruppo ed opportunamente collocata in struttura protetta.
Anche in questa occasione le attività hanno consentito di appurare che la donna sfruttata è stata mantenuta in stato di totale soggezione psicologia e fisica mediante l’utilizzo di vari riti voodoo della Nigeria occidentale.
La ragazza era stata acquistata dalla famiglia di origine in Nigeria (dove erano di stanza soggetti preposti al reclutamento) per una somma oscillante tra i 30.000 ed i 50.000 Euro, portata in Francia (a Parigi) con passaporto falso e con la scusa dell’aggregazione ad una squadra di calcio femminile nigeriana ed infine portata in Italia a Modena, dove ha esercitato l’attività di meretricio fino alla sua definitiva liberazione.

















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