Allo stato attuale delle cose non è certo che sia stato effettivamente immesso in rete il “video” relativo alle tragiche circostanze della morte di Sara, e forse nemmeno si saprà in futuro.
Se il fatto non si è verificato, è grave che comunque si sia diffusa una notizia di questa natura. Ma ammettiamo per un momento che, invece, sia tutto vero: anche in questo caso credo che la prima cosa da fare sia distinguere, non generalizzare, non parlare genericamente degli studenti del Venturi o ancor peggio dei giovani in generale.
Se anche fosse vero quel che circola in questi giorni, pur nella gravità del caso andrebbero distinte le responsabilità ed i ruoli: ci sarebbe un giovane stupido o culturalmente poco attrezzato che ha realizzato ed immesso il filmato; forse anche qualche altro imbecille disposto a scherzare su fatti di questa natura; ma accanto a loro dovremmo raccontare anche dei ragazzi che si sono indignati, che hanno risposto con un accorato appello alla sensibilità ed alla ragionevolezza e questi rappresentano, anzi sono, la stragrande maggioranza dei giovani del Venturi e, credo, anche dei nostri giovani.
Fatta questa operazione di distinzione, dovremmo poi interrogarci sul perché certe cose possano avvenire e quindi anche sulle nostre responsabilità di adulti, di genitori, di insegnanti e, se volete, anche di classe dirigente. Spetta a noi educare, formare, aiutare a crescere. Spetta a noi, soprattutto, dare l’esempio, perché è questo che i giovani vedono, capiscono o respingono. Quindi, per una volta, la morale non facciamola ai giovani, ma a noi stessi, interrogandoci, ad esempio, se nel nostro agire quotidiano davvero mettiamo la persona umana, la sua unicità e la sia universalità, prima di qualunque altro aspetto, prima della politica, dell’interesse economico, della carriera, e cioè prima di tutto quanto i ragazzi ci vedono fare ogni giorno e da cui traggono ragioni e motivi del loro comportamento.
Sarò quanto prima insieme ai ragazzi del Venturi per parlare con loro ed i loro insegnanti.
(Intervento del Sindaco di Modena Giorgio Pighi sul caso del video relativo alla morte di Sara Hamid che sarebbe stato diffuso attraverso internet)