Pensiamo che nessuno ormai nutra più dubbi sul fatto che i palazzoni di Via Adda e via Circonvallazione siano fatiscenti ed inabitabili così come pensiamo che non ci siano più dubbi sul fatto che il Quartiere Braida debba essere risanato e, soprattutto riqualificato; tuttavia, non vorremmo che questo diventasse un ulteriore pretesto per poter, ancora una volta, chiedere sacrifici a chi, da sempre, paga regolarmente le tasse senza avere riscontri adeguati in termini di servizi e di sicurezza.
Partiamo dal presupposto che la collettività non ha alcun obbligo nei confronti di chi risiede all’interno dei palazzi incriminati, o meglio, non ha alcun obbligo in più rispetto a quelli che ha verso chiunque, a Sassuolo, paghi un regolare affitto (…e sono tanti!!!) ; ci risulta quindi incomprensibile il motivo per il quale si debba ricorrere a denaro pubblico per intervenire in quella che, in definitiva, non è altro se non una normale transizione commerciale tra soggetti privati (proprietari ed inquilini).
Anche volendo sorvolare su questo piccolo particolare, non riusciamo a capire perché a Sassuolo, in un modo o nell’altro, si riescano sempre a reperire fondi per le iniziative superflue (centro di animazione territoriale, Consulta per gli immigrati, feste multietniche, mediatori culturali, portierato sociale, cooperative varie, iniziative pseudo-culturali, convegni, libri, esperti ecc…ecc…) mentre, per le cose importanti, i fondi non ci sono mai.
Se, come molti continuano a sostenere, i lavoratori che provengono da paesi stranieri sono una risorsa irrinunciabile per il Distretto Ceramico, sarebbe giusto che i costi derivanti della”catastrofe sociale” che si è venuta a creare a Sassuolo fossero a carico, non della cittadinanza, ma di chi, effettivamente, trae profitto da questa situazione partendo proprio da quegli imprenditori che ricercano avidamente mano d’opera a basso costo ma che, contestualmente, si disinteressano degli enormi problemi che questa porta con sé.
Allo stesso modo bisogna poi ricordare che, molti dei cittadini stranieri che risiedono nel territorio sassolese, lavorano, e quindi producono, in altri comuni del Distretto Ceramico ma gravano completamente sul Comune di Sassuolo per quanto concerne le spese sociali (istruzione, sanità, casa, servizi sociali, ecc… ecc…).
Alla luce di queste due semplici (… ma logiche) considerazioni, a chi propone di istituire una “tassa di scopo” per sostenere i costi della riqualificazione chiediamo: “ Perché, invece di ricercare soluzioni alternative che coinvolgano direttamente chi trae effettivo vantaggio dal fenomeno migratorio, si pensa sempre di intraprendere la strada più scontata e cioè quella che porta inevitabilmente ad aumentare le tasse?”
Riteniamo che i cittadini di Sassuolo abbiano già pagato abbastanza!!!
COMITATO QUARTIERE DI BRAIDA
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Reg. Trib. di Modena il 30/08/2001
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