E’ di cinquemila euro la quota di adesione della Provincia di Modena alla società pubblica Nuova Quasco di cui la Regione Emilia Romagna è socio di maggioranza. L’adesione è stata decisa dal Consiglio provinciale con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza e quello contrario dell’opposizione.
La trasformazione della società, fino allo scorso anno a capitale misto pubblico-privato si è resa necessaria, come ha spiegato Maurizio Maletti, vice presidente della Provincia, in seguito al decreto Bersani che «impone a queste società di scegliere se diventare società strumentali che svolgono attività solo per i soci o se diventare interamente private». In attesa della regolarizzazione, la società è stata ferma diversi mesi e ha chiuso il 2006 con una perdita di esercizio tra i 300 e i 400 mila euro, ripianata dal capitale sociale, ripartendo poi come Nuova Quasco con il capitale sociale minimo di 10 mila euro. «Nuova Quasco continuerà a occuparsi dell’osservatorio degli appalti e delle politiche abitative costruendo un rapporto annuale che fotografa la situazione» ha concluso Maletti.
«Se un’azienda privata rimane ferma otto mesi e si mangia il capitale sociale, non glielo restituisce nessuno – ha commentato Cesare Falzoni (An) – ma al pubblico sì perché è a fin di bene. Ma la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni». Sulla stessa linea anche Giorgio Barbieri (Lega nord) per il quale «se si fosse presa la decisione in tempi stretti non ci si sarebbe mangiati il capitale, ma visto che sono soldi dei cittadini non importa a nessuno».
Dante Mazzi (Forza Italia) si è domandato cosa faccia Quasco e come mai la Provincia debba parteciparvi «visto che nessuno viene mai a relazionarci», mentre la collega di partito Claudia Severi ha sottolineato che «in qualità di soci saremo costretti a commissionare a Quasco le nostre indagini anche se altre aziende, magari private, ci offrissero condizioni migliori». A questa affermazione l’assessore Maletti ha replicato che «Quasco può lavorare solo per la Provincia, ma la Provincia può dare incarichi a chi vuole. La nostra quota è così piccola che non ci preclude niente».