Con un’ordinanza depositata in questi giorni, il Tribunale amministrativo regionale (Tar), sezione di Parma, ha confermato l’ordinanza con cui il sindaco di Reggio Emilia ha disposto il divieto di caccia nell’area compresa tra il torrente Modolena, il cavo Ariolo e le vie Tosini e San Biagio.
Contestualmente, i giudici amministrativi hanno respinto il ricorso della Federazione italiana della caccia, sezione provinciale di Reggio Emilia, che chiedeva l’annullamento dell’ordinanza per presunta mancanza di gravi e specifiche situazioni di pericolo e per possibili vizi di legittimità.
Il Tribunale ha riconosciuto la validità delle istanze presentate dall’Avvocatura comunale che hanno evidenziato la necessità di adottare il provvedimento di fronte ad uno stato di pericolo a minaccia dell’incolumità pubblica e privata. L’ordinanza ha infatti dato risposta a ripetuti esposti e richieste di intervento da parte dei cittadini residenti nella zona, delle associazioni agricole, della Polizia Provinciale. Come dimostrato da tali segnalazioni, in più di un’occasione i cacciatori hanno fatto fuoco senza rispettare le distanze di sicurezza dalle abitazioni, mettendo in pericolo la vita dei residenti e provocando danni materiali a beni di loro proprietà e alle attività agricole e zootecniche. A riguardo, la difesa del Comune ha evidenziato l’insufficienza di provvedimenti alternativi, come quelli di natura sanzionatoria.
Il tribunale regionale, non avendo riscontrato vizi di legittimità rispetto alle leggi regionale e statale in materia di caccia e riconoscendo la necessità di tutelare la pubblica sicurezza anche a fronte di un interesse privato (peraltro legato ad attività sportive e al tempo libero), ha pertanto confermato l’applicazione dell’ordinanza che vieta l’attività venatoria nell’area.