Altri due ricercatori dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia hanno contribuito ad ampliare il “medagliere” dell’Ateneo. La dott.ssa Silvia Mecozzi ed il dott. Daniele Brunelli del Dipartimento di Scienze della Terra hanno ottenuto due importanti riconoscimenti di livello internazionale.
La ricercatrice Silvia Mecozzi ha ricevuto il premio per la migliore comunicazione, dal titolo “Seep-carbonates and fluid expulsion processes in the Miocene of the northern Apennines”, al Congresso GeoSed tenutosi a Siena lo scorso settembre.
La ricerca, inerente un tema decisamente innovativo per il panorama scientifico nazionale, che verteva sui i gas idrati, dal loro impatto sull’ambiente ad una possibile risorsa energetica, è stata portata avanti da un gruppo di lavoro, finanziato nell’ambito dei Progetti di Rilevante Interesse Nazionale -PRIN e coordinato dal Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra prof ssa Daniela Fontana e dal prof. Stefano Conti, che ha aperto collaborazioni con diversi Enti di Ricerca fra cui il Centro IFREMER di Brest (Francia) e l’Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste.
“I gas idrati – spiega la prof.ssa Daniela Fontana Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia- sono composti solidi formati da acqua e metano presenti all’interno dei sedimenti sepolti nei fondi oceanici o più in superficie nelle aree polari. Il crescente interesse riversato sui gas idrati è legato principalmente alla loro rilevanza dal punto di vista energetico ed ambientale. I gas idrati, infatti, sono considerati una possibile fonte di energia del futuro, inoltre, dato il loro elevato contenuto di metano, un gas che incrementa l’effetto serra, possono avere un enorme rilevanza sul clima nell’eventualità di una loro dissociazione. Il ruolo dei gas idrati è fondamentale sulla stabilità dei pendii sottomarini, in quanto possono innescare enormi frane. Per questi motivi, notevoli sforzi sono stati impiegati da gruppi di ricerca internazionali per individuare riserve di idrato e per quantificare la quantità di metano intrappolata nei sedimenti”.
Al dott. Daniele Brunelli è stato consegnato il Premio “Angelo Bianchi” dalla Società Italiana di Mineralogia e Petrologia –SIMP . Il premio, che dopo 24 anni torna ad un ricercatore modenese, viene assegnato dalla SIMP, con scadenza biennale, ai migliori giovani nel campo delle discipline petrologiche, laureati da non oltre 10 anni, che abbiano prodotto risultati scientifici di rilevanza internazionale nel periodo di riferimento. L’assegnazione, avvenuta al Sesto Forum Italiano di Scienze della Terra a Rimini lo scorso settembre, ha visto conseguire il Premio “Angelo Bianchi” ex aequo al dott. Daniele Brunelli ed alla dott.ssa Patrizia Fumagalli dell’Università di Milano.
“I risultati, oltre a contribuire ad una migliore comprensione della geodinamica terrestre, – prosegue la prof.ssa Daniela Fontana – mostrano anche risvolti applicativi ed ambientali. Gli studi relativi alla percolazione ed estrazione dei fusi basaltici ed alla loro interazione con le rocce del mantello terrestre, ad esempio, trovano riscontro in tutte le situazioni in cui avvengono flussi di fluidi in mezzi porosi. Le ricerche rivolte alla presenza di inclusioni di fusi e/o fluidi nei minerali dei basalti eruttati, lungo le dorsali oceaniche, contribuiscono alla stima dei volatili (CO2), alogeni (Cl, F), alcali e nutrienti (N, P) riversati negli oceani dal degassamento dei magmi. La stima di tale apporto nell’idrosfera è di fondamentale importanza per la costruzione di modelli climatici”.
Le ricerche, sui processi petrologici che avvengono durante la formazione della crosta oceanica, sono il frutto della partecipazione a numerose campagne oceanografiche lungo la dorsale medio Atlantica, il South West Indian Ridge ed alla perforazione dell’Atlantis Core Complex durante una spedizione organizzata nell’ambito dell’Integrated Ocean Drilluing Program.