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Al via la prima indagine interuniversitaria in Italia volta a rilevare la diffusione delle molestie sessuali nel contesto accademico

Nell’ambito del progetto di ricerca interunivesitario PRIN 2020 sulla “Violenza di genere e le molestie sessuali nelle Università italiane”, che vede Unimore come capofila, con la partecipazione dell’Università Statale di Milano, dell’Università Torino e dell’Università La Sapienza di Roma, verrà diffuso un questionario online a tutta la comunità Unimore (studenti e studentesse, docenti e personale tecnico-amministrativo) e a quelle degli altri Atenei coinvolti, volto a rilevare la diffusione delle molestie sessuali nel contesto accademico.

Lo studio “PUSH-in Academia, coordinato dalla Prof.ssa Laura De Fazio di Unimore (Principal Investigator) con il contributo delle Prof.sse Tindara Addabbo e Silvia Ferrari, mira a indagare il fenomeno con diverse linee di ricerca, al fine di prevenirlo e contrastarlo.

“Dopo un lungo e proficuo lavoro congiunto, siamo felici di lanciare la nostra indagine che si rivolge all’intera comunità accademica. Auspichiamo una grande partecipazione da parte di tutte e tutti perché il fenomeno delle molestie sessuali e della violenza di genere è per definizione trasversale e richiede l’impegno di tutta l’università per essere contrastato” afferma la Prof.ssa De Fazio.

La rilevazione, approvata dal Comitato di Bioetica dell’Università di Torino, include sia domande generali (informazioni socio-demografiche), sia domande legate all’esperienza personale, volte ad analizzare diversi aspetti riguardanti possibili situazioni di molestia accaduti nel contesto universitario. La durata complessiva della compilazione è di circa 20 minuti.

Il questionario, su base volontaria, può essere compilato da computer, smartphone o tablet, collegandosi al link: https://pushacademia.qualtrics.com/jfe/form/SV_br8mUXYNUVfoPZQ. I dati raccolti dalla rilevazione, che sono anonimi, saranno utilizzati e analizzati solo in forma aggregata: non sarà pertanto possibile risalire all’identità di nessuna persona che ha partecipato allo studio.

Al fine di individuare le strategie più efficaci per arginare il fenomeno, l’équipe di ricerca di Modena e Reggio Emilia ha inoltre realizzato una revisione della letteratura dedicata alle misure di prevenzione. Ne è emerso che tra i programmi più efficaci a livello internazionale vi sono quelli che si rivolgono ai bystander, cioè a coloro che si trovano a osservare forme di molestia o di violenza sessuale. Oltre ai necessari aspetti culturali relativi alle differenze di genere, questi programmi insegnano attraverso metodologie attive delle strategie per intervenire, e le fanno sperimentare attraverso simulazioni e laboratori dedicati.

L’auspicio – conclude la Prof.ssa De Fazioè di poter importare dei programmi efficaci anche nel contesto universitario italiano, naturalmente adattandoli alla nostra realtà. In questo modo potremmo ricongiungere davvero la ricerca scientifica alla sua vocazione pubblica, mettendola al servizio dell’intera comunità accademica”.

















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