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La psicologia entra nelle Case della comunità: la Regione approva le linee di indirizzo, tra le prime in Italia

Non c’è salute senza salute mentale: la Regione Emilia-Romagna fa sue le parole dell’Organizzazione mondiale della sanità inserendo un altro tassello nel più complessivo riordino della rete dei servizi in corso.

Sono state approvate dalla Giunta regionale le linee di indirizzo per l’implementazione della psicologia nelle Case della comunità, realizzate con il contributo degli esperti delle Aziende sanitarie e dell’Ordine degli psicologi dell’Emilia-Romagna.

Il testo è uno dei primi a essere realizzati in Italia e ha suscitato l’interesse di altre Regioni e gruppi di lavoro nazionali degli psicologi, da tempo impegnati per ottenere dal Parlamento una normativa nazionale.

Per l’Emilia-Romagna si tratta di un ulteriore passo verso l’attivazione di un servizio di supporto psicologico pubblico in tutte le Case della comunità, anche attraverso l’assunzione di nuovi professionisti. E grazie all’approvazione del documento, le Aziende sanitarie della Regione saranno in grado di partire con il nuovo servizio entro la fine del 2024. Intanto è stata avviata, con 25mila euro di risorse, la formazione di parte del personale che sarà coinvolto.

“Facciamo un altro passo avanti verso il potenziamento della rete di servizi di supporto psicologico- commenta l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- attraverso un complesso processo che si integra perfettamente con la riforma dell’emergenza urgenza. L’esperienza dell’alluvione ci ha convinti ancora di più della necessità di investire nella psicologia: in quei giorni difficili l’assistenza fornita alla popolazione dai professionisti è stata fondamentale”.

Le linee di indirizzo rappresentano una sintesi degli interventi che si chiederanno ai professionisti per fornire supporto psicologico a una fascia della popolazione sempre più ampia: non solo anziani, la cui condizione psicologica sia messa alla prova da altre malattie, ma anche chi si prende cura di loro (i cosiddetti caregiver), adolescenti con le loro famiglie, neogenitori, persone che mostrino primi segnali di ansia o depressione. Obiettivo che sarà reso possibile anche grazie a strumenti tecnologici quali la telemedicina e la cartella elettronica.

La consapevolezza sulla necessità di curare la salute mentale è cresciuta a livello mondiale con la pandemia di Covid-19, poi, in Emilia-Romagna, con le drammatiche conseguenze dell’alluvione del maggio scorso, quando fu allestita subito dalla Regione una rete di oltre 170 psicologi per fornire supporto alla popolazione. La stesura delle linee di indirizzo deve molto a queste esperienze sul campo e alle sperimentazioni avviate nelle Ausl già a partire dal 2015.

“Nel 2024 le nostre Case di comunità saranno in grado di fornire supporto psicologico grazie ad équipe multiprofessionali- chiude Donini-: non ci limiteremo a individuare i cosiddetti psicologi di comunità, ma costruiremo una rete di professionisti formati, dai medici di medicina generale agli infermieri, dagli assistenti sociali ai pediatri, in grado di cogliere i segnali che richiedono la necessità di cura della mente oltre che del corpo”.

















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