Un articolato programma di prevenzione, cura e riabilitazione, diretto rafforzare le attività per contrastare l’abuso di alcool, un fenomeno che anche nel modenese ha caratteristiche preoccupanti. Circa i tre quarti della popolazione adulta, di età compresa tra i 18 e i 69 anni, consuma, infatti, bevande alcoliche e il 18 per cento, quasi un adulto su cinque, ha abitudini che possono essere considerate a rischio.
L’abuso di alcol si conferma un problema serio che è causa diretta di molte patologie ed è spesso all’origine di incidenti stradali ed infortuni sul lavoro.
Per arginare questo fenomeno, la risposta deve necessariamente essere articolata, coinvolgere, in modo coordinato, una pluralità di soggetti. Con questa finalità sarà sviluppata una collaborazione ancora più stretta tra Azienda USL di Modena e Azienda Ospedaliero-Universitaria che, insieme alle strutture sanitarie private, ai medici di famiglia e in collaborazione con la scuola, il mondo del lavoro e il terzo settore, hanno dato vita ad un programma di azioni volto alla prevenzione, cura e riabilitazione delle problematiche legate all’alcol. L’obiettivo è rafforzare il ruolo dei diversi soggetti in questo ambito attraverso un piano integrato e multidisciplinare d’interventi.
Sei i progetti, strettamente legati tra loro, che saranno realizzati da strutture sanitarie pubbliche e private, scuola, mondo del lavoro e volontariato, con l’obiettivo di rafforzare l’integrazione tra coloro che a vari livelli sono coinvolti nella prevenzione, nella diagnosi e nel recupero delle problematiche di salute legate all’abuso di alcol. I dettagli delle iniziative, che danno corpo ad una serie di indicazioni contenute nel recente programma nazionale “Guadagnare Salute” promosso dal Ministero della Salute, sono stati presentati questa mattina durante un incontro con la stampa.
Ad illustrare i contenuti e le modalità di attuazione il Direttore Sanitario dell’Azienda USL di Modena Andrea Guerzoni e il Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Maurizio Miselli. Per l’Azienda USL erano inoltre presenti il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Giovanni Neri, il Direttore del Settore Dipendenze Patologiche Claudio Ferretti e il Direttore Unità Operativa Dipendenze Patologiche Area Sud, Responsabile del progetto “Alcol” Claudio Annovi. L’iniziativa è realizzata nell’ambito del Programma “Prevenzione e promozione della salute” coordinato da Giuseppe Fattori.
Il bilancio dell’attività 2006
Nel 2006 gli alcolisti che hanno seguito un programma terapeutico presso i centri alcologici sono stati 790, dei quali 216 nuovi utenti. Rispetto alle modalità di assistenza va ricordato che l’èquipe che opera presso il centro, in accordo con la persona in cura ed a seconda delle sue problematiche, articola un programma che può comprendere diversi tipi di interventi. Si va dal trattamento farmacologico alla psicoterapia individuale o di gruppo, dall’inserimento nei gruppi di auto-mutuo aiuto al counseling all’utente ed alla famiglia, dall’inserimento in comunità al ricovero ospedaliero.
L’abuso alcolico prevalente riguarda il vino (63 per cento), seguito da birra (22 cento) e superalcolici (13 cento). L’età media complessiva si aggira sui 48 anni, più alta per le donne (49) rispetto ai maschi (47). Tra i nuovi utenti, il 20 per cento (43 persone) è stato inviato dalla Commissione Medica Locale (si tratta di quelle persone a cui è stata ritirata la patente per guida in stato d’ebbrezza e giudicati come bisognosi di cure da parte di un Centro alcologico). In questo caso si tratta sempre di persone di sesso maschile, d’età media 40 anni, per l’80 per cento lavoratori. Gli altri nuovi utenti raramente arrivano ai Centri alcologici per scelta volontaria; nella maggior parte dei casi sono inviati da enti terzi ai quali si erano rivolti inizialmente (ospedali, medico curante, altri servizi dell’Azienda USL o comunali).