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Analisi Lapam sui comuni Parco del Frignano: mercato del lavoro in ripresa, ma incide il calo demografico

Il Segretario Generale Rossi: «Investire nella formazione»

«Il mercato del lavoro è in ripresa dopo il periodo difficile della pandemia, ma nei territori del nostro appennino modenese si devono ancora fare i conti con un calo demografico e una flessione di attività che rischiano di compromettere un territorio vocato all’artigianato e che può offrire servizi per giovani e adulti». Grazie a un’analisi approfondita realizzata dall’ufficio studi Lapam Confartigianato, Carlo Alberto Rossi, Segretario Generale dell’associazione, fotografa un quadro generale dell’andamento lavorativo e di residenti nel territorio montano.

Come emerge dallo studio incentrato sul Parco del Frignano, nei 7 comuni montani che fanno parte dell’area interessata (Fanano, Fiumalbo, Frassinoro, Montecreto, Pievepelago, Riolunato e Sestola), risiedono 12.823 persone, l’1,8% dei modenesi. Rispetto a 10 anni fa si è assistito a un calo demografico pari al 6,4%: uno spopolamento più accentuato a Riolunato (-14%), Frassinoro (-11,5%) e Fiumalbo (-9,4%). I giovani con meno di 35 anni hanno un’incidenza inferiore in montagna che varia dal 24,6% di Sestola al 29,8% di Pievepelago. Al contrario, la popolazione di 65 anni o più supera un terzo del totale a Riolunato (33,7%), Montecreto (34%) e Frassinoro (35,1%). Negli ultimi 10 anni la popolazione giovane (fino a 34 anni) è calata del 2,5% in provincia di Modena e del 10,7% nel parco del Frignano, dove il calo è stato 5 volte maggiore.
Focalizzandosi sul mercato del lavoro si contano circa 2.900 occupati nella zona di Fanano, Montecreto e Sestola e altrettanti nella zona di Pievepelago, Fiumalbo, Frassinoro e Riolunato. Se rapportati con la popolazione residente con 15 anni e più, il tasso di occupazione è del 50,9% nella zona di Fanano e del 56,2% a Pievepelago e dintorni, superiore al 55% medio provinciale. Le persone in cerca di occupazione sono il 3,8% della popolazione, inferiore al 5,1% provinciale. Al 31 dicembre 2023 si contano 1.540 imprese attive nei 7 comuni considerati, di cui 524 sono artigiane (34%). Analizzando il periodo che va dal quarto trimestre 2015 al quarto trimestre 2023 si sono perse 107 imprese, pari a un calo del 6,5%.
Stando a quanto emerge dall’analisi, il territorio montano ha una vocazione agricola: quasi un quarto delle imprese (347 nello specifico) lavorano nel settore primario. Per numerosità di imprese segue il settore delle costruzioni con 318 attività. La categoria alloggio e ristorazione conta 185 imprese attive. «I dati mostrano luci e ombre di un territorio che si sta riprendendo dopo un periodo complicato, ma in cui c’è ancora molto da investire al fine di sostenere l’economia montana ed evitare così lo spopolamento – conclude il Segretario Generale Rossi –. Il mercato del lavoro è in ripresa, ma ora è fondamentale concentrarsi per ripopolare le aree di montagna, con residenti e lavoratori. Anche nel territorio montano, così come in tutta l’area provinciale, le imprese si trovano costrette a fare i conti con la difficoltà di reperimento di personale: questo è un fenomeno ormai diffuso e trasversale a tutti i settori. Come associazione, una delle nostre mission è di formare nuove figure professionali, lavorando sulle scuole e con gli enti del territorio. È necessario un lavoro di squadra e fare rete con le imprese per andare ad arginare un problema che rischia di compromettere la competitività delle attività. Senza dimenticare la necessità di investimenti sia nelle infrastrutture viarie sia per quanto riguarda servizi tecnologicamente evoluti così da agevolare i lavoratori».

















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