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Emilia Centrale, ottimismo per la stagione irrigua 2024: già soddisfatte 3 mila richieste dell’agricoltura locale

Il Consorzio ha effettuato inoltre ben 500 interventi d’emergenza in tempo-record per la ripresa di perforazioni arginali causati dall’attività di animali fossori

Bonifica EC-Canale di Reggio-Bagnolo in Piano

Con l’incremento delle temperature dell’ultima settimana entra nel vivo la stagione irrigua 2024, che vede il personale dell’Emilia Centrale impegnato a soddisfare le richieste di fabbisogno idrico per le colture della pianura, un areale esteso per circa 134 mila ettari tra il Reggiano, il Modenese e il Mantovano.

Il Consorzio gestisce a fini irrigui un complesso sistema di opere idrauliche che consente di distribuire le acque grazie ad un rinnovato servizio, orientato verso i principi del risparmio e dell’efficientamento, con un miglioramento nell’utilizzo e una sensibile riduzione dei consumi di risorse idriche ed energetiche. Le richieste irrigue possono essere effettuate tramite call center al numero verde gratuito 800501999, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 14 e, solo nei periodi di alta richiesta irrigua, anche il sabato dalle ore 8 alle ore 12:30.

“La rete consortile è costituita da oltre 3.500 km di canali – evidenzia Lorenzo Catellani, presidente dell’Emilia Centrale – e quest’anno viviamo una stagione irrigua anomala, poiché le prime richieste sono pervenute a fine febbraio per antibrina; successivamente abbiamo avuto molte richieste annullate a causa della pioggia che si è alternata (anche in modo significativo) nel periodo marzo-giugno; adesso, con l’incremento delle temperature degli ultimi giorni, entriamo nel vivo e, proprio grazie alle piogge primaverili ed estive, riteniamo di poter soddisfare in tranquillità il fabbisogno d’acqua dell’agricoltura”.

Ad oggi le richieste irrigue soddisfatte dal Consorzio sono oltre 3 mila, in leggero calo rispetto agli ultimi due anni, molto più siccitosi del 2024. Attualmente i prati stabili e i vigneti sono le colture dalle quali provengono le maggiori domande, ma c’è richiesta anche da parte delle coltivazioni di pomodoro, dai frutteti (pere, mele, ciliegie) e, in misura minore, dalle orticole. Un quadro tutto sommato positivo, in cui le colture non sono in stress come accaduto nel 2022 e nel 2023.

Le principali fonti di approvvigionamento per l’irrigazione grazie alle quali l’Emilia Centrale fornisce il servizio di irrigazione sono: la derivazione di Boretto dal Fiume Po; le derivazioni in corrispondenza della Traversa Fluviale S. Michele-Castellarano, sul Fiume Secchia; la derivazione dal torrente Enza, in località Cerezzola (Canossa), mediante una traversa di sbarramento; i 10 pozzi consortili, in particolare nell’area a sud della via Emilia, con cui il Consorzio integra la risorsa irrigua con acqua di falda e che sono posti a: Cavriago, Gaida (Montecchio), Codemondo (Reggio Emilia), Taneto (S. Ilario), S. Ilario, Ponte Enza (S. Ilario), Borrasca (Gattatico), Salvaterra (Casalgrande), Bagno (Reggio Emilia), Arceto (Scandiano).

Un servizio irriguo efficace che passa anche attraverso una capillare manutenzione e un attento monitoraggio del territorio: nella rete di pianura le squadre consortili sono a lavoro e hanno già effettuato ben 500 interventi d’emergenza per la ripresa di perforazioni arginali (i così detti “fontanazzi”) sui canali già invasati per la distribuzione irrigua: “Le perforazioni arginali spesso sono ‘occulte’, quasi microscopiche vie d’acqua che però, col tempo, acquisiscono maggiori dimensioni – sottolinea Monica Vecchi, Capo Settore Rete Idraulica Pianura dell’Emilia Centrale – e il personale del Consorzio può venirne a conoscenza solo quando l’acqua inizia a fuoriuscire dagli argini: da quel momento possiamo intervenire, ma dobbiamo farlo in tempi-record per evitare la dispersione della risorsa”.

“Questi fenomeni sono spesso innescati dalla tane che alcuni animali fossori costruiscono nel corpo arginale durante l’inverno – dichiara Domenico Turazza, direttore generale dell’Emilia Centrale – costringendoci ad interventi di ripresa e chiusura della falla tempestivi, sia per non creare maggiori danni all’arginatura e ai terreni limitrofi, sia per il contenimento della risorsa idrica, essendo operazioni che normalmente si fanno a canale pieno e abbassando solamente un po’ la quota”.

















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