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Fisco e Comuni: Falcone (Cisl) chiede inversione di rotta

«Invertire la rotta sulla tassazione locale: pesa troppo ed è iniqua». Per il segretario provinciale della Cisl Francesco Falcone l’indagine del Sole 24 Ore su fisco e Comuni conferma quanto il sindacato chiede, invano, da tempo.

«Anche gli enti locali devono farsi carico di una politica dei redditi che tuteli salari, stipendi e pensioni. Questa politica – spiega Falcone – si può sviluppare solo attraverso una concertazione seria che elimini le troppe posizioni di rendita. Abbiamo bisogno di un’adeguata sussidiarietà che distingua chiaramente chi gestisce i servizi da chi li controlla e decide gli indirizzi politici».

Secondo Falcone, invece, le amministrazioni pubbliche tendono alla conservazione dell’esistente, supponendo che tutto funzioni. Accade così che il nostro welfare locale produca forti disequilibri al suo interno e i più poveri finiscano con il pagare, in proporzione ai loro redditi, più dei ricchi.
«È noto che anche a Modena negli ultimi tempi si è allargata la forbice tra chi fatica ad arrivare a fine mese e chi, invece, ha la fortuna di stare molto bene. Tutti possono accedere ai servizi, ma le tariffe incidono in modo molto diverso a seconda delle situazioni familiari. Per questo – ricorda il segretario Cisl – insistiamo tanto sulla progressività dell’addizionale Irpef, che oggi colpisce più pesantemente i redditi medio-bassi da lavoro dipendente e le pensioni».

Falcone, pertanto, chiede ai Comuni di utilizzare maggiormente la leva fiscale verso altri redditi (patrimoni, redditività delle imprese, speculazioni immobiliari) e di dare un’impostazione più chiaramente progressiva ed equa al sistema dei tributi locali.

«Non si può continuare ad aumentare la tassazione locale giustificandola con il mantenimento dei servizi. Dobbiamo ragionare sui servizi, sulla loro qualità e sostenibilità, su quanto ci costano realmente, dove e come intervenire per razionalizzarli. È urgente avviare tavoli di concertazione per analizzare le macchine comunali, diminuire i costi istituzionali e della politica, contenere il ricorso alle consulenze esterne, accorpare enti e consigli di amministrazione. Si tratta – conclude il segretario della Cisl – di discutere e decidere insieme le strategie future e il modello di sviluppo che vogliamo costruire per il domani».

















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