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Castelfranco Emilia: a Gargano la menzione Pio La Torre

Un riconoscimento per la promozione della legalità e per il contrasto alle mafie e alla corruzione

È stato conferito a Giovanni Gargano, sindaco di Castelfranco Emilia e presidente provinciale di Avviso Pubblico, la menzione Pio La Torre per «l’alto valore civile e politico per la diffusione di una cultura della legalità e della responsabilità». Stamattina, al termine della cerimonia per l’ottava edizione della manifestazione, organizzata da Avviso Pubblico, Cgil e FNSI  e ospitata presso l’Auditorium Biagi – Sala Borsa, in piazza del Nettuno, a Bologna, è stata consegnata la menzione.

Gargano è stato minacciato per ben quattro volte, due delle quali di morte, da quando è diventato sindaco nel 2019; allo stesso tempo anche la sua automobile è stata vandalizzata. Per due anni – nel 2023 e nel 2024 – ha ricevuto ottomila euro dal fondo degli Amministratori Sotto Tiro. I sedicimila euro complessivi di denaro, sotto espressa volontà del sindaco stesso, sono stati reinvestiti per finanziare, quest’anno e il precedente, i Viaggi della Legalità, che hanno permesso complessivamente a un centinaio di studenti dell’Istituto Spallanzani di attraversare l’Italia al fine di conoscere luoghi e protagonisti celebri per l’impegno e la lotta contro la criminalità organizzata.

«Sono davvero riconoscente per questa menzione: al centro del mio operato da amministratore – commenta Giovanni Gargano – ho sempre posto l’attenzione e il contrasto verso qualsiasi dinamica di stampo mafioso, corruttivo e illegale. Al tempo stesso sono convinto che il miglior investimento che si possa fare è sui giovani: i Viaggi della Legalità lo dimostrano. Abbiamo costruito delle opportunità che siamo decisi a ripetere anche nei prossimi anni in linea con il mandato Costituzionale che i primi cittadini devono interpretare», conclude il sindaco.

Pio La Torre, sindacalista e parlamentare, noto per il suo impegno sui temi della lotta alla mafia, per la pace, la democrazia e la legalità, fu ucciso a Palermo il 30 aprile 1982, assieme al suo collaboratore Rosario Di Salvo. La data simbolo del premio è, non a caso, il 13 settembre. Fu il giorno in cui, nel 1982, venne pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il testo della legge n. 646, meglio nota come legge Rognoni-La Torre, con la quale per la prima volta si introdusse nell’ordinamento italiano il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso e la confisca dei patrimoni illecitamente accumulati da parte di coloro che si erano macchiati di tali reati.

Tra i relatori, ieri, oltre al sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e al figlio di Pio La Torre, Franco, che hanno fatto gli onori di casa, figuravano anche Alessio Festi, responsabile delle politiche della Legalità della Cgil, Rosy Bindi, già presidente della Commissione parlamentare Antimafia XVII Legislatura, Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico, e Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. A presiedere l’evento è stata Alessandra Pellegrini, professoressa ordinaria all’Università di Bologna, mentre le conclusioni sono state affidate a Maurizio Landini, segretario generale della Cgil.

















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