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Comitato No Bretella: “Basta autostrade inutili e costose, non facciamo come Lombardia e Veneto”

Nei giorni scorsi due importanti giornalisti italiani Ferruccio De Bortoli e Milena Gabanelli in due distinti articoli usciti il 9.9.2024 e 23.9.2024 sul Corriere della Sera hanno richiamato l’attenzione sui conti in rosso delle ultime autostrade realizzate in Lombardia e Veneto: la Brebemi (A35 Brescia-Bergamo-Milano), la Tangenziale Esterna di Milano e le Pedemontane venete e lombarde, con 5,6 miliardi di debiti e perdite a carico delle concessionarie, che Stato e Regioni saranno chiamati a ripianare, distraendo risorse preziose dalla sanità e da infrastrutture per la mobilità più strategiche.

La storia delle nuove autostrade lombarde e venete è interessante perché molto simile a quella della Bretella Campogalliano – Sassuolo: tutte sono state progettate sulla spinta di categorie e lobby economiche, in primo luogo quello delle imprese di costruzione, a cui gli amministratori pubblici si sono piegati, al di fuori di una pianificazione delle infrastrutture per la mobilità in linea con le indicazioni europee che per ragioni ambientali e climatiche privilegiano, in particolare per le merci, il trasporto su ferro. Tutte, inoltre, sono state realizzate, o nel caso della Bretella per il momento solo progettate, con il sistema della finanza di progetto, cioè, affidate per tutte le fasi dalla progettazione alla gestione ad un privato che rientra dei costi con il pedaggio.

Il problema è che il piano economico alla base dei progetti di finanza di Brebemi, Pedemontane, Tangenziale Esterna di Milano si basano su flussi di traffico abbondantemente sovrastimati e costi sottostimati. Infatti, De Bortoli e Gabanelli parlano di autostrade semideserte, con un traffico molto al di sotto di quello previsto, e pedaggi carissimi. Ma, nonostante l’elevato costo del pedaggio e i cospicui finanziamenti pubblici già ricevuti i conti delle concessionarie rimangono fortemente in rosso.

La situazione attuale delle autostrade lombardo-venete la possiamo considerare una fotografia realistica della Campogalliano-Sassuolo nel caso venisse realizzata: un’autostrada semideserta e con costi e pedaggi elevati. Anche per la Bretella, infatti, le stime dei flussi di traffico sono sovrastimate: prevedono il trasferimento sulla nuova autostrada della maggior parte del traffico che attualmente percorre la strada a 4 corsie che collega Modena con Fiorano-Sassuolo. Secondo tale ipotesi un camionista o un automobilista che da Sassuolo deve raggiungere Modena o il casello di Modena Nord tra le due alternative di tipo autostradale, una gratuita, la Modena-Fiorano, e una a pagamento, la Bretella, sceglierebbe quest’ultima. Difficile crederlo e lo scarso utilizzo della Brebemi lo conferma, con gli automobilisti e i camionisti che continuano a privilegiare la parallela Milano-Venezia, molto più trafficata ma anche molto più economica.

Il costo del raccordo autostradale Campogalliano-Sassuolo e delle opere connesse è al momento stimato in 422 milioni di €, metà a carico dello stato e metà a carico del concessionario. Per garantire al concessionario il ritorno dell’investimento e il profitto il piano economico finanziario della Bretella prevede pedaggi e caselli anche sulle “bretelline” di collegamento tra la Campogalliano-Sassuolo e le tangenziali di Modena e Rubiera con il risultato che per attraversare il fiume Secchia sarà necessario pagare. Nonostante ciò, rimane un piano economico finanziario poco convincente, tanto che la stessa AutoCS Spa, la società che si è aggiudicata la concessione della Bretella si è ben guardata dal chiedere agli istituti di credito i finanziamenti necessari per avviare i lavori. Tutto è fermo in attesa del rinnovo della concessione dell’A22 ad Autobrennero Spa, il principale azionista della stessa AutoCS, che potrebbe quindi offrire alle banche le necessarie garanzie. È un rinnovo che, nonostante gli annunci, non è ancora certo, perché il meccanismo individuato, la gara con diritto di prelazione, deve essere approvato dalla Commissione Europea, che sulla libertà d’impresa e concorrenza è molto attenta e una gara come quella pensata dai legislatori italiani non la rispetta per niente.

Bisognerebbe fare tesoro delle esperienze della Brebemi e delle altre autostrade lombarde e venete ed evitare di costruire sulla sponda del Secchia un’altra autostrada inutile realizzata a scapito del prezioso suolo agricolo e naturale, che per gli insufficienti introiti dei pedaggi accumulerà debiti sempre maggiori che verranno scaricati sulle sempre più esangui casse pubbliche.

Il mancato avvio dei lavori deve essere considerata una opportunità per ripensare tutto il sistema infrastrutturale del quadrante tra Campogalliano e Sassuolo, abbandonando la Bretella e puntando sul trasporto ferroviario per merci e persone, ampliando lo scalo merci di Marzaglia-Cittanova, che il progetto esecutivo della Bretella impedisce, collegandolo con quello di Dinazzano e il polo logistico di Campogalliano, realizzando nuove tratte ferroviarie tra Sassuolo e Vignola e tra Formigine e Maranello.

Sono queste le infrastrutture di cui ha bisogno il distretto come quello ceramico, fortemente vocato alle esportazioni con la necessità di trasportare le merci sulle lunghe distanze, sono anche le infrastrutture su cui puntare per ridurre le emissioni climalteranti e inquinanti, favorire l’infiltrazione dell’acqua nel suolo per contrastare gli eventi alluvionali sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico.

E anche per superare l’attuale momento di crisi al settore ceramico serve ben altro che un’autostrada, lo confermano in due distinte interviste due importanti imprenditori del distretto ceramico, Claudio Lucchese Presidente della Florim e Graziano Verdi Ceo di Italcer, che si dichiarano fiduciosi in una ripresa nel 2025 puntando su Ricerca e Innovazione, soprattutto in Sostenibilità e Bellezza, e sulla risoluzione dei problemi relativi al costo dell’energia e delle materie prime. Nessuno dei due ha citato, come strategica per la ripresa economica del settore la Campogalliano Sassuolo.

Il Comitato No Bretella-Sì Mobilità Sostenibile lo dice da più di dieci anni e auspica che il rinnovo del Presidente e della Assemblea regionale comporti un cambio di passo, una maggiore attenzione al trasporto delle persone e delle merci su ferro e alla loro intermodalità, come dettagliatamente descritte nelle nostre proposte alternative “La vera cura del ferro”.

(Comitato No Bretella Si Mobilità Sostenibile)

















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