Gli sprechi raggiungono livelli record per i single che sono costretti a spendere per gli acquisti alimentari il 60 per cento in piu’ rispetto alla media delle famiglie italiane. E’ quanto emerge da un analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai consumi delle famiglie.
Le famiglie con un singolo componente – sottolinea la Coldiretti – spendono in media 299 euro al mese per l’alimentazione a fronte dei 187 euro al mese destinati da ogni singola persona di una famiglia tipo italiana formata da 2,5 componenti in media. Secondo l’Istat le famiglie italiane con un singolo componente sono 5.977mila oltre un quarto del totale (26,1 per cento) e negli ultimi anni tendono ad aumentare con tassi superiori al 5 per cento.
I motivi della maggiore incidenza della spesa sono certamente da ricercare nella necessità per i single di acquistare spesso maggiori quantità di cibo per la mancanza di formati adeguati che comunque anche quando sono disponibili risultano molto piu’ cari di quelli tradizionali. Ad incrementare la spesa alimentare – continua la Coldiretti – è quindi anche l’elevata presenza di sprechi perché è facile dimenticare in fondo al frigorifero la confezione di latte aperto, la mozzarella, la confezione di insalata aperta, i tortelloni iniziati, tutto inesorabilmente destinato a finire nella pattumiera.
I single sono però – sostiene la Coldiretti – anche un segmento di popolazione con uno stile di vita attento a risparmiare tempo a favore del lavoro e soprattutto dello svago, che privilegia il consumo di piatti pronti a piu’ elevato valore aggiunto che incidono maggiormente sulla busta della spesa. Dai circa 7 milioni di single – precisa la Coldiretti – è venuto un importante contributo al boom delle vendite di mini porzioni e piatti pronti con le verdure in sacchetto che fanno registrare un aumento negli acquisti familiari del 4,2 per cento nel 2007, in netta controtendenza rispetto al consumo di verdure in generale (-2,6 per cento). I comportamenti di acquisto dei single hanno spinto il consumo di verdura e frutta pronto uso che ha superato – stima la Coldiretti – oltre 40 milioni di chili per una spesa di 350 milioni di euro per soli acquisti casalinghi e sono stati anche per questo inseriti recentemente nel paniere Istat sull’andamento dei prezzi. Ma tutto questo ha un costo con la spesa alimentare come nel caso della verdura in sacchetto pronta per l’uso il cui prezzo è mediamente di poco superiore a 8 euro al chilo, quasi sei volte maggiore rispetto a quello dello stesso prodotto venduto sfuso.
Ma si moltiplicano anche piatti pronti come la pasta precotta con condimento aggiunto per micronde o i sughi monoporzione da 80 grammi e quelli con servizi aggiunto con il boom dei salumi già affettati, i cubetti di pancetta e il formaggio grattugiato per una carbonara express, le carote julienne e la pizza surgelata. E l’innovazione di mercato per i single riguarda anche le porzioni con l’arrivo sul mercato – conclude la Coldiretti – delle baby angurie da 2 a 2,5 chilogrammi invece delle classiche da 10 chili, il Parmigiano Reggiano in piccoli involucri da 25 grammi , le uova in confezioni da due o da quattro al posto della classica dozzina e i vassoi misti con frutti o ortaggi differenti, ad esempio una mela, una pera ed un kiwi, studiati proprio per le famiglie monocomponente.