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Fumata nerissima al vertice Seta-Sindacati, Fit-Cisl, Uil Trasporti e Ugl Autoferro: “Non hanno esteso le tutele. Hanno esteso la fame”

Fumata nera, nerissima, al primo tavolo convocato il 5 novembre scorso da Seta per sminare la grave situazione che sta provocando la fuga, letteralmente la fuga, di decine di autisti. Un summit lungo più di quattro ore cui hanno preso parte i sindacati di tutti e tre i bacini – Piacenza, Reggio e Modena – che costituiscono la società pubblica dei trasporti.

La montagna ha partorito un Gremlins, un mostriciattolo così brutto e sgangherato che non può che essere bocciato senza se e senza ma. Siamo al confine dell’assurdo. Restiamo al tavolo solo per lottare fino all’ultimo secondo utile per cambiare, in meglio, la vita degli autisti che meritano più rispetto e non questo rosario di schiaffoni che continuano a ricevere”. E’ il commento dei leader sindacali Gaetano Capozza (Fit Cisl Reggio), Carmine Bovienzo (Uil Trasporti Reggio Emilia) e Roberto Giampietri (Ugl Autoferro Reggio).

Il tavolo che doveva portare ad un contratto unico, capace di impostare un percorso condiviso per superare le differenze stipendiali pesantissime che creano autisti di serie A e di serie B, provocando la fuga degli assunti dopo il 2012, ha effettivamente prodotto una proposta: “Una proposta che ha il grave problema di essere una presa in giro. Seta ha suggerito di creare un unico contratto di base ma, anziché estendere le tutele, ha esteso la fame, prevedendo di applicare anche agli autisti senior il contratto vergogna che fa scappare i giovani. A complemento di ciò, l’azienda ha messo sul tavolo una cifra irrisoria da spalmare come tappabuchi su Piacenza, Reggio e Modena. Ci dicano i cittadini reggiani e il Sindaco Marco Massari se questo modo di fare azienda è degno di una società pubblica”.

 

“RESTA APERTO LO STATO DI AGITAZIONE”

L’unica cosa chiara è che Seta è preoccupata di arrivare in una condizione migliore al 2026, quando il servizio del trasporto pubblico tornerà ad essere assegnato con la gara. Vuole un contratto unico per il suo personale, per ora senza mettere le risorse adeguate.
Tutto ciò che può allontanare da quell’obiettivo è visto con preoccupazione, a cominciare dallo stato di agitazione che Fit Cisl Reggio, Uil Trasporti e Ugl Autoferro hanno proclamato e che non intendiamo fermare, perché a Reggio è finita la pacchia del ‘meglio questo che niente’. Un modo di fare azienda che ha prodotto mancette e stampelle e che oggi ci consegna una situazione disastrosa, pagata a caro prezzo dagli autisti e da tutti i reggiani che non possono contare su un trasporto pubblico affidabile”.

 

COME UNA PARTITA A POKER. CHE NE PENSANO I SINDACI?

La seconda convocazione del tavolo è stata fissata per il 21 novembre, dopo le elezioni regionali. “E’ come una partita a poker. Continueremo ad essere presenti guardando in mano all’azienda. Solo così si potranno smascherare intenzioni dannose per i lavoratori o si potranno misurare ripensamenti positivi. Ripensamenti che speriamo possano suggerire all’orecchio di Seta i Sindaci di Piacenza, Reggio e Modena, che avevano chiesto di tornare ad un servizio di qualità e, invece, in meno di venti giorni sono stati presi in giro da un piano di rilancio fantasma e ora da questa nuova offesa agli autisti. Peraltro non c’è traccia dei 150.000 euro che erano stati stanziati dal Comune e dalla Provincia di Reggio. Seta dice di non averli incamerati e non per una sua responsabilità. Sarebbe utile che Comune e Provincia riconvocassero il prima possibile l’incontro che hanno rinviato lo scorso 31 ottobre, per meglio capire quale sia la verità”.

 

IL DRAMMA DI UN GIOVANE ASSUNTO

Sono 115 gli autisti di Seta a Reggio Emilia assunti dopo il 2012, a fronte di 70 colleghi più anziani che godono di piene tutele e un miglior trattamento che si traduce in una busta paga più pesante. I 45 autisti che in due anni hanno lasciato Seta Reggio erano quasi tutti assunti dopo il 2012. Rispetto ai loro colleghi più tutelati, gli assunti dopo il 2012 hanno 18 giorni di riposo in meno ogni anno (in dieci anni sono quasi 12 mesi regalati all’azienda) e sono loro a dover affrontare i turni peggiori, a cominciare dai maledetti spezzati da 13-14 ore svolti anche tre giorni alla settimana. Sono questi i ragazzi che non prendono un centesimo di indennità per la guida dei super mezzi snodati e non hanno diritto ad una pianificazione in anticipo dei turni. Significa scoprire alla sera, intorno alle ore 21, dove e quando si lavorerà il giorno successivo.

 

















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