Come metalmeccaniche e metalmeccanici della Fiom siamo costantemente impegnati a
contrastare ogni forma di violenza e molestia nei luoghi di lavoro e a decostruire ogni
elemento della cultura patriarcale che favorisce il perpetuarsi delle violenze, delle
discriminazioni e delle disuguaglianze che hanno molteplici dimensioni e assumono
diverse e, troppo spesso, drammatiche forme.
Oggi, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è per
noi un momento importante in cui fermarci a riflettere, discutere, approfondire, formarci,
ma con l’obiettivo chiaro di progettare il lavoro da svolgere quotidianamente nei luoghi di
lavoro con la nostra attività Sindacale.
Siamo stati orgogliosi di ospitare l’intervento dell’ Associazione Donne e Diritti di San
Giovanni in Fiore che da anni si occupa di costruire in Calabria laboratori solidali rivolti
alle donne e conduce una battaglia quotidiana per la sanità territoriale di genere,
finalizzata a riportare sul territorio la diagnostica e i controlli di prevenzione.
Inoltre, grazie al contribuito del Collettivo Mona Lisa, abbiamo approfondito e
ufficialmente presentato il progetto regionale, fortemente voluto dal Segretario Generale
della Fiom Emilia Romagna Giovanni Cotugno, volto a promuovere la parità di genere
nelle aziende metalmeccaniche attraverso un percorso fatto da formazione,
contrattazione e mobilitazione.
Con la presentazione dell’elaborazione dei rapporti sulla parità di genere, prodotta e
illustrata da Barbara Graziano della Segreteria della Fiom di Bologna, abbiamo reso
evidente quanta strada si debba ancora percorrere per raggiungere una reale parità
salariale e di opportunità professionali nelle nostre Aziende.
Come denunciato dalla Fiom Regionale il gender pay gap determina 300 euro di
differenza tra il salario di un uomo e di una donna in una azienda metalmeccanica,
così come sono ancora molto poche le donne che a Bologna lavorano nel nostro settore
(22% sul totale degli occupati e 12% nei reparti produttivi) e, ancora meno, quelle che
occupano posizioni “dirigenti”.
Senza una reale parità salariale, occupazionale e professionale non ci potrà mai
essere una vera e profonda disarticolazione del ruolo in cui, come risulta evidente ancora
oggi dalle parole di importanti esponenti politici e dai provvedimenti emanati dal Governo,
si vuole relegare la donna: tutrice del “focolaio domestico” o esclusivamente “madre” su
cui scaricare tutti i bisogni di cura dei figli, ma anche, sempre più frequentemente, dei
genitori o parenti anziani.
Sul corpo delle donne continua a essere fatta una odiosa battaglia politica in cui anche le
più drammatiche violenze vengono utilizzate per scaricare su altri le responsabilità e
individuare nemici, con la chiara finalità di non riconoscere mai i problemi profondi che
attanagliano la nostra società e, di conseguenza, non impegnarsi mai ad agire per
affrontarli e sanarli.
Per la Fiom la contrattazione collettiva è lo strumento che deve servire a restituire potere
alle lavoratrici; la mobilitazione generale che stiamo costruendo con la Cgil è il mezzo per
avanzare una critica profonda alle condizioni del mondo del lavoro che favoriscono
l’ampliarsi delle disuguaglianze e restringono le libertà delle donne.
Come sottolineato anche nelle conclusioni di Barbara Tibaldi della Segreteria della
Fiom Nazionale, enormi passi in avanti sono stati fatti nell’ultimo rinnovo del Contratto
Nazionale che ha introdotto importanti misure a tutela delle donne vittime di violenza e
molestie.
Con la promozione di “GENERiamo Cultura” si impegnano le Aziende a sviluppare, in
collaborazione con le Rsu, percorsi di formazione e sensibilizzazione per imparare a
riconoscere, smascherare e, quindi, combattere le diverse forme in cui le violenze, le
molestie e le discriminazioni di genere si possono manifestare.
Non ci basta: nella Piattaforma per il Rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di
Lavoro (CCNL) abbiamo chiesto di rendere obbligatoria la formazione sui temi delle
molestie e della violenza di genere e, soprattutto, rivendicato una serie di misure per
incentivare la “parità genitoriale” e per contrastare la precarietà che, come ci testimoniano
i dati ISTAT, colpisce in modo enormemente più drammatico le (giovani) donne.
Nella settimana che ci poterà allo Sciopero Generale di venerdì 29 novembre, abbiamo
deciso di dedicare la nostra Assemblea Generale proprio ad approfondire il lavoro fatto fin
ora, ma anche a confrontarci con la lunghissima strada che dobbiamo ancora percorrere
per arrivare a una reale parità di genere e non aver bisogno, ogni anno, di aggiornare le
tragiche statistiche sui femminicidi e sulle violenze subite dalle donne.