Al Museo Civico di Modena c’è di più: da dicembre, infatti, si amplia l’orario di apertura, che sarà prolungata anche al pomeriggio; si arricchisce l’offerta delle visite guidate e della didattica; si confermano gli incontri per le famiglie più giovani e quelli a misura delle persone più anziane e continuano i cantieri di restauro a vista.
A partire da martedì 3 dicembre entra in vigore anche il biglietto d’ingresso a pagamento che consente al Museo di aprirsi maggiormente alla città e ai turisti. Il biglietto unico del Museo, al costo di 6 euro per l’intero e di 4 euro per il ridotto, permetterà, infatti, di visitare oltre alle sale espositive al terzo piano di Palazzo dei Musei anche la Gipsoteca Graziosi e la sala immersiva Avia Pervia, inaugurata la scorsa primavera nella nuova ala al piano terra del Palazzo. Nel corso del 2025, inoltre, sarà introdotto un biglietto unico che consentirà di visitare il Museo Civico e il Parco della Terramara di Montale. Nei primi mesi dell’anno prossimo sarà operativo anche un biglietto unico di Palazzo dei Musei, con ingresso ridotto al Museo Civico e alla Galleria Estense, e, in prospettiva, si attiverà una collaborazione con Fondazione Ago.
Contemporaneamente all’introduzione del biglietto si amplia l’offerta del Museo che raddoppia l’orario di apertura infrasettimanale aggiungendo tutti i pomeriggi: dal martedì al venerdì il Museo apre, dunque, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19 (lunedì chiuso). La sala immersiva Modena Avia Pervia rispetterà gli stessi orari e il biglietto unico per visitare entrambi sarà valido per un mese dall’erogazione.
La nuova programmazione del Museo Civico, che vede tra le novità anche la prossima riapertura della caffetteria (prevista a febbraio), è stata presentata questa mattina, giovedì 28 novembre, con una conferenza stampa alla quale sono intervenuti l’assessore alla Cultura del Comune di Modena Andrea Bortolamasi, la direttrice del Museo Civico Francesca Piccinini, il dirigente del settore Promozione della città e turismo Giovanni Bertugli.
Come sottolinea l’assessore Bortolamasi il Museo Civico “è un luogo identitario della nostra città, che unisce passato, presente e futuro. Oggi presentiamo un ulteriore passo in avanti, in un percorso che ha visto negli ultimi anni investimenti importanti: la riqualificazione di tutti i corpi luminosi, le nuove sale Campori e Sernicoli e i nuovi allestimenti. Continueremo a investire nel nostro Museo Civico, come luogo di incontro, di scoperta continua, della nostra storia: le iniziative ed azioni che presentiamo muovono in questa direzione e permettono di rafforzare le collaborazioni con gli altri istituti culturali e fondazioni, anche nella prospettiva del biglietto unico”.
Insieme alla mostre già programmate e in partenza, “Cose mai viste”, dedicata alle donazioni ricevute dal Museo che inaugura sabato 30 novembre, e l’esposizione archeologica “Genti di Ancón”, che aprirà sabato 14 dicembre, dalla prima settimana di dicembre l’offerta museale si arricchisce anche di una formula nuova: tutti i giovedì e i venerdì, alle 16, sempre compreso nel costo del biglietto, i visitatori potranno partecipare ai “Pomeriggi curiosi al Museo”, visite guidate incentrate su alcune curiosità che si celano dietro ad alcune opere e reperti archeologici delle collezioni (che varieranno nel corso dei mesi). La domenica mattina, invece, alle 10.30 parte il tour “Buongiorno Museo! Una domenica tra le raccolte” che si dipana tra le diverse sale di arte e artigianato artistico, archeologia ed etnologia per comprenderne l’anima e la storia.
Dopo la sperimentazione, si conferma anche l’iniziativa “Qui con te. Incontri al Museo per famiglie appena nate o quasi”: gli appuntamenti per genitori in attesa o con bambini da zero a tre anni che uniscono la visita a un’esposizione o a una collezione del Museo a un tema specifico che riguarda la prima infanzia, la gravidanza o la genitorialità.
Con la nuova bigliettazione rimangono gratuiti l’ingresso la prima domenica di ogni mese, le inaugurazioni delle mostre e le conferenze collegate. Ingresso sempre gratuito, tra gli altri, per gli under 18 e per gli studenti universitari (iscritti alle facoltà di Beni Culturali, archeologia, scienze della formazione, lettere e materie letterarie con indirizzo storico-artistico o alle Accademie di belle arti), per gli insegnanti, le guide turistiche, i giornalisti, gli iscritti Icom, per chi partecipa a iniziative di carattere sociale promosse dal Museo, per le persone con disabilità e accompagnatori, per gli accompagnatori di bambini che partecipano a laboratori organizzati dal Museo (i laboratori costano 4 € a partecipante).
INIZIATIVE DI WELFARE CULTURALE
Sarà lunedì 2 dicembre il prossimo appuntamento con “Qui con te”, la rassegna di incontri che il Museo Civico di Modena propone alle “famiglie appena nate o quasi”, inaugurata di recente e già programmata fino a giugno 2025.
“Qui con te” è una delle proposte che contribuiscono a creare un Museo aperto alla comunità, partecipato e inclusivo, che concorre alla costruzione di un welfare culturale, delle quali fa parte anche il progetto “Tra storia e memoria: Modena patrimonio da vivere” che è declinato, invece, sulle esigenze delle persone più anziane o con disabilità.
Gli appuntamenti di “Qui con te”, curati in collaborazione con l’associazione Nascere a Modena, sono rivolti alle famiglie in attesa o con bambini da zero a tre anni offrendo ai neo genitori la possibilità di continuare a vivere il museo, insieme ai loro figli, in un modo nuovo, familiare e confortevole, attraverso incontri a tema che uniscono la visita a un’esposizione temporanea o a una specifica collezione del Museo a un argomento specifico che riguarda la prima infanzia, la gravidanza o la genitorialità.
A ogni appuntamento il personale del Museo Civico accoglie il gruppo nella prima sala del Museo per proseguire con una visita speciale, pensata per accogliere famiglie con bambini molto piccoli e che darà la possibilità di adattarsi ai loro tempi e necessità. A seguire, nella nuova area relax del museo, le famiglie potranno confrontarsi con un’ostetrica e altri esperti attraverso un dialogo aperto e libero sui temi della genitorialità e dell’infanzia. Un’occasione per vivere il Museo in modo diverso, adatto alle nuove esigenze della propria famiglia e che si potrà rinnovare nelle diverse fasi di crescita dei figli. L’incontro di lunedì 2 dicembre si intitola “Io mangio da solo: come accompagnare il bambino verso l’autonomia”, e sarà una visita “disturbata” alle raccolte del Museo collegate al tema del cibo con, a seguire, un incontro con l’ostetrica.
Tutti gli incontri sono ad ingresso gratuito con prenotazione consigliata. Il programma completo è disponibile sul sito del Museo (museocivicomodena.it).
Il progetto “Tra storia e memoria: Modena patrimonio da vivere” prevede, invece, un ciclo di incontri progettati in collaborazione con i Servizi sociali del Comune di Modena, e rivolto a persone anziane o con disabilità, ospiti delle Rsa o che frequentano centri diurni. Gli incontri affrontano temi specifici collegati alle diverse raccolte del Museo Civico, del Sito Patrimonio Mondiale e del Parco della Terramara di Montale, e prevedono momenti di approfondimento e coinvolgimento attraverso dimostrazioni e semplici attività laboratoriali. Anche in questo caso il progetto vuole dare la possibilità di unire momenti di visita a diverse attività di gruppo, all’esterno della propria struttura, per permettere ai partecipanti di condividere esperienze significative e insolite, in un luogo che diventa per consuetudine e continuità di frequentazione un nuovo punto di riferimento.
Il rinnovamento interessa anche i servizi educativi del Museo Civico attraverso un percorso triennale di aggiornamento iniziato nel 2023 e della durata di tre anni realizzato in collaborazione con il Dipartimento Comunicazione e didattica dell’arte dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. I percorsi educativi riguardano contenuti specifici legati alla storia del territorio e alle collezioni, le attività sono condotte da personale esperto nella relazione con studenti e insegnanti e le proposte colgono le sollecitazioni che vengono dal mondo della scuola. Nell’ambito del progetto, ogni anno il Museo propone anche un “open day” formativo per i docenti di ogni ordine e grado (in collaborazione con MeMo) per illustrare, appunto, l’offerta educativa del Museo con la possibilità per gli insegnanti di approfondire ogni proposta all’interno di postazioni dedicate.
Il Museo Civico propone anche giochi, laboratori, visite e animazioni rivolti a bambini, ragazzi e famiglie e dedicati alle collezioni, alle mostre temporanee e ai temi che animano le manifestazioni culturali in città.
AL VIA LA MOSTRA “COSE MAI VISTE”
“Cose mai viste” sono le oltre cento opere selezionate tra le numerose giunte in Museo dal 2021 al 2024 grazie alla generosità dei cittadini: dipinti, sculture, tessuti, gioielli, orologi, strumenti musicali, abiti, disegni, fumetti, burattini esposti in un itinerario che mette in evidenza lo stretto rapporto tra questi oggetti e le raccolte esposte in permanenza.
La mostra, curata da Stefano Bulgarelli e Cristina Stefani, inaugura sabato 30 novembre alle 17, nelle sale espositive al terzo piano di Palazzo dei Musei, e sarà visitabile fino al 9 febbraio, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18; sabato, domenica e festivi con orario continuato dalle 10 alle 19. L’ingresso alla mostra è compreso nel biglietto del Museo Civico.
Il Museo custodisce le opere e le storie di artisti, collezionisti e famiglie, testimoniando un rapporto di fiducia che, dal 1871, invita i cittadini ad arricchire le raccolte tramite donazioni. Da allora a oggi si contano oltre 1600 donatori, una partecipazione corale che consegna alla memoria collettiva un Museo vivo e inclusivo.
Nelle vetrine, pensate per essere riutilizzate nelle prossime edizioni di questa iniziativa, le opere sono accompagnate da brevi testi che illustrano il significato del dono con testimonianze di esaltanti avventure collezionistiche, di fortuiti ritrovamenti, di piccoli e grandi tesori familiari ma anche di artisti e imprenditori che hanno contribuito a rendere unica la città.
Il percorso espositivo, segnalato dal colore giallo, si snoda attraverso le sale del Museo. A questo si intreccia quello pensato per coinvolgere i più giovani a cura di Elena Grazia Fè, con il pieghevole dedicato ai bambini, per osservare, scoprire e giocare insieme.
Tra i tanti doni spiccano alcuni nuclei o singole opere che meritano una menzione particolare, per la loro consistenza o per la motivazione e il significato culturale che li accompagnano, ad alcuni dei quali il Museo dedicherà iniziative dedicate, una volta conclusa la fase di studio delle opere. Con il lascito Piero Guerzoni, il Museo acquisisce un prezioso patrimonio iconografico di ambito estense e austro-estense, di cui per l’occasione si espongono il ritratto e il modello di monumento equestre di Francesco III, e i busti di Francesco IV e di Francesco V, figura chiave il primo per la riqualificazione dell’area in cui sorge il Palazzo dei Musei, gli altri della fase ottocentesca della città che fortemente connota le raccolte museali.
La veduta della Palazzina dei Giardini ducali segna l’arrivo della quarta generazione di opere provenienti dalla famiglia Campori, una consuetudine avviata da Giuseppe negli anni Ottanta dell’Ottocento, proseguita nel Novecento con il dono della Galleria da parte di Matteo e i recenti doni dei suoi nipoti e pronipoti. Da Giuseppe provengono altre vedute della stessa serie, una delle quali esposta nella sala che ospita la raccolta di ceramiche.
Gli oggetti esposti in diverse sale e connotati dalla sigla GMG – orologi, gioielli, merletti, oggetti orientali, dipinti e tessuti – provengono da un unico donatore che li ha lasciati al Museo, ricordando la moglie conosciuta nelle sue sale e con la quale ha coltivato la passione collezionistica di una vita.
Il lascito Alfonso Garuti dedicato all’attività di ricamatrice della madre e la donazione del Fai di Modena di un nucleo di attrezzature per la produzione di tessuti e merletti provenienti dal soppresso convento delle Domenicane testimoniano quanto il museo sia percepito come centro di documentazione e ricerca in ambito tessile.
ALLA SCOPERTA DELLE “GENTI DI ANCÓN”
Sul finire del 1800, a bordo della corvetta Vettor Pisani, impegnata in un viaggio epico intorno al mondo ci sono anche due giovani ufficiali modenesi, Antonio Boccolari e Paolo Parenti. Quando la nave tocca le coste del Perù, i due ufficiali approfittano della sosta ad Ancón per esplorare una necropoli precolombiana. Da quella “passeggiata archeologica” riporteranno in patria resti umani e oggetti legati al rituale funerario e li doneranno al Museo della loro città.
La mostra “Genti di Ancón”, che inaugura sabato 14 dicembre e si potrà visitare fino al 29 giugno 2025, espone la raccolta proveniente da quella passeggiata che ricerche recenti eseguite con sofisticate tecniche di indagine hanno consentito di riscoprire.
L’esposizione, a cura di Ilaria Pulini, Maria Elena Righi e Cristiana Zanasi, si inserisce, infatti, nel progetto di riscoperta delle raccolte archeologiche acquisite dal Museo Civico a fine Ottocento e che ha già visto valorizzate la collezione egiziana, quella sul Paleolitico francese e più recentemente gli ex-voto etruschi di Veio.
“Genti di Ancón” si presenta come un viaggio che nella prima parte fa rivivere le atmosfere che in quell’epoca rendevano ancora le circumnavigazioni del globo vere e proprie imprese alla scoperta di mondi lontani, e nella seconda mette il pubblico a contatto diretto con le popolazioni che abitavano quei mondi attraverso un archivio biologico che dialoga con gli oggetti della cultura materiale.
Il corpo mummificato di una giovane peruviana, al centro di questa mostra insieme a otto crani provenienti dalla stessa necropoli, grazie alle indagini bio-antropologiche coordinate da Mirko Traversari, ha restituito ai resti umani della necropoli di Ancón una piccola parte della loro identità, oltre a fare emergere aspetti della loro vita e dei rituali funerari che praticavano.
DEPOSITI E DIGITALIZZAZIONE
Il progetto sui depositi museali, che occupano in totale circa 4.200 metri quadrati di spazi distribuiti in diversi edifici e che ospitano raccolte di archeologia, etnologia, arte, artigianato, fa parte del complessivo piano di rinnovamento del Museo Civico che porterà all’ampliamento negli spazi riqualificati di Palazzo dei Musei. I depositi sono luoghi centrali nel processo di rinnovamento del Museo: rappresentano, infatti, le “riserve” di patrimoni culturali inediti, che verranno in parte esposti nei nuovi futuri allestimenti e che sono costantemente oggetto della ricerca scientifica promossa dal Museo stesso. Negli ultimi anni i depositi sono al centro di una più ampia riflessione sul futuro della museologia e anche per il Museo di Modena, che ha preso parte anche a “Re-Org”, il progetto regionale per il riordino e la gestione professionale dei depositi museali, si rinnova l’impegno a riorganizzarli sulla base di precisi standard di qualità e a renderli luoghi idonei alla conservazione del patrimonio, accessibili ai ricercatori e, in occasioni particolari, aperti al pubblico.
Il Museo Civico, inoltre, è promotore e capofila per la costituzione di una rete museale su scala regionale denominata “Depositi e patrimoni in rete” nell’ambito di un progetto regionale per i depositi. Obiettivo della rete è la connessione dei professionisti esperti nella gestione dei depositi, formati secondo lo standard internazionale Re-Org, per sviluppare la formazione specifica e continua, scambiare supporto tecnico-scientifico e condividere progetti sui depositi.
Le linee di azione per il biennio 2024-2025 sono: formazione professionale, elaborazione di linee guida condivise per la valutazione dei rischi e la gestione delle emergenze del patrimonio culturale, per la conservazione preventiva, la valorizzazione del patrimonio in deposito con aperture al pubblico su scala regionale.
Nei depositi vengono svolte attività di ricerca, conservazione e restauro del patrimonio e vi sono spazi dedicati allo studio, accessibili al personale, ai ricercatori e agli studenti universitari. Tra il 2023 e il 2024, per esempio, la collezione tessile del Museo Civico conservata in deposito è stata oggetto di un attento lavoro di revisione inventariale e di manutenzione conservativa condotto dai laboratori di RT Restauro Tessile di Albinea e Almatelier di Carpi. Attualmente sono in corso analisi su reperti archeologici rinvenuti sul nostro territorio, come quelli riferibili all’area santuariale di età romana scoperta lungo la via Emilia a Cittanova, in corso di studio grazie alla collaborazione con la Soprintendenza e l’Università Catholique di Louvain. Un’altra collaborazione con UniMoRe, UniBo e con partner privati è stata attivata per lo studio della ritualità funeraria nelle necropoli di Mutina. È attualmente in corso anche la catalogazione e la campagna fotografica di parte del fondo di burattini di Cesare Maletti, di proprietà delle Province di Modena e Reggio Emilia e dei Comuni di Rubiera, Campogalliano e Modena, che ne hanno affidato la conservazione e valorizzazione al Museo Civico, grazie ai finanziamenti regionali.
I risultati di queste ricerche, pubblicati in sedi scientifiche, saranno valorizzati nel nuovo percorso espositivo che sarà aperto nei nuovi spazi del palazzo dei Musei, nell’area dell’ex Ospedale Estense, attualmente in corso di recupero e riqualificazione.
La Biblioteca del Museo Civico, cresciuta in relazione alle raccolte e specializzata nei settori dell’archeologia e dell’artigianato artistico, è stata trasferita in Palazzo dei Musei nel 2024, per liberare i locali che la ospitavano in precedenza e che il Comune aveva in affitto dalle Suore Orsoline. Il trasferimento è stato l’occasione per avviarne il riordino in vista della sua valorizzazione nel contesto degli spazi ampliati che ne faciliterà la fruizione e in un’ottica di complementarietà e sinergia con le altre biblioteche presenti nel Palazzo.
Pratiche di ricerca e conservazione interessano nel frattempo anche il patrimonio esposto, come la raccolta di antichi strumenti musicali, in gran parte visibile nelle sale espositive del Museo, per la quale, in collaborazione con il Dipartimento di Musicologia e Beni culturali dell’Università di Pavia con sede a Cremona, sono stati avviati l’aggiornamento della schedatura e il restauro di alcuni degli strumenti più rappresentativi, come il cembalo di Pietro Termanini, datato 1741 e proveniente dal Palazzo Ducale di Modena.
Sul fronte dei restauri continuano i “cantieri a vista” organizzati nelle sale espositive a partire dalla primavera 2024. È attualmente in corso il restauro del dipinto “L’alcolizzato” attribuito a Giuseppe Molteni, grazie al contributo del Lions Club Modena Estense.
Nell’ambito del progetto “Opengate”, finanziato dal Fondo Cultura 2021 del Mic, è stata avviata la gestione e valorizzazione digitale delle raccolte museali, funzionale sia al lavoro degli operatori museali e dei ricercatori che alla fruizione da remoto da parte del pubblico. Il risultato del progetto è stata l’acquisizione del gestionale Museum e la sua messa in rete con la schedatura di buona parte del patrimonio esposto (oltre 13.000 record). Grazie al nuovo finanziamento da parte della Regione (sui fondi Pr Fesr 2024 del progetto Digital city heritage), si prevede ora di avviare la digitalizzazione e la catalogazione informatizzata di circa 5.500 oggetti selezionati tra il patrimonio conservato nei depositi, ma anche di realizzare una innovativa mediaguida per la visita al Museo Civico, costruita a partire dal patrimonio esposto digitalizzato nel rispetto delle direttive sull’accessibilità. La mediaguida conterrà file audio e video e proporrà differenti percorsi di visita che gli utenti potranno scegliere in base alle proprie esigenze, disponibilità di tempo, interessi ed un nuovo sito web dedicato rispondente ai criteri della piena accessibilità e ottimizzato per mobiles.
All’interno del finanziamento Programma regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale, rientra anche il Progetto “Pantheon Estense”, che prevede la realizzazione di una serie di prodotti multimediali destinati alla valorizzazione del più significativo nucleo del patrimonio grafico e incisorio appartenente al Museo Civico di Modena, strettamente collegato alla storia della chiesa di Sant’Agostino e alla sua trasfigurazione barocca in Pantheon Estense, luogo destinato ai riti funebri di casa d’Este, un unicum nella tradizione funeraria europea. La chiesa si presenta oggi come un esempio paradigmatico e di assoluto rilievo di “macchina barocca”, capace di restituire in modo efficace e suggestivo il clima culturale e artistico del tempo. In tal senso il progetto mira a coniugare studi umanistici e nuove tecnologie grazie alle opportunità fornite dalle digital humanities e a essere presentato a un pubblico vasto, italiano ed europeo, attraverso un approccio emotivamente coinvolgente, che si prevede di valorizzare con una mostra temporanea realizzata in collaborazione con le Gallerie Estensi e Ago Fabbriche culturali nei nuovi spazi espositivi situati al piano terra del Palazzo dei Musei. L’obiettivo del progetto è quello di ampliare la fruizione della chiesa con ricostruzioni 3D, installazioni video-sonore, animazioni 2D, video e una App mediaguida al fine di raccontare le vicende storiche, artistiche, architettoniche, culturali ed editoriali ad essa connesse.
Le azioni in programma sono sinergiche con il recente riconoscimento di Modena come Città creative Unesco nel campo delle Media Arts.
Informazioni: www.museocivicomodena.it