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Modena: identificato dai carabinieri il presunto autore dei danneggiamenti agli autobus SETA

Ex dipendente della società di trasporti, si trova ai domiciliari

Su delega della Procura della Repubblica, oggi i Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Modena e della locale Compagnia, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, con applicazione di strumento di controllo elettronico a distanza, nei confronti di un uomo 60enne, dimorante in provincia di Reggio Emilia, gravemente indiziato dei reati di tentato incendio aggravato e danneggiamento aggravato.

Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di articolata attività d’indagine avviata nel settembre scorso dai Carabinieri di Modena, a seguito di due episodi criminosi in danno della “SETA Spa”. In particolare, nelle prime ore del 16 settembre, giorno d’avvio dell’anno scolastico 24/25 venivano danneggiati cinquantuno autobus destinati al servizio pubblico, resi inutilizzabili mediante la rottura delle chiavi di accensione inserite nei cilindretti di avviamento e l’occlusione dei cilindretti medesimi con l’utilizzo di sostanza tipo silicone.
Nel fine settimana a seguire, il 22 settembre, ancora una volta in orario notturno, all’interno del medesimo deposito modenese di SETA Spa, veniva gettato del liquido accelerante contro un autobus ivi parcheggiato, cui seguiva l’innesco del fuoco, che provocava l’annerimento della carrozzeria su una fiancata e l’increspatura degli inserti adesivi a causa del calore sviluppato dalle fiamme: il mezzo non veniva completamente avvolto dalle fiamme solo grazie al tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco, allertati da una guardia particolare giurata in servizio presso una delle aziende limitrofe all’area di deposito. L’incendio interessava anche parte della vegetazione a ridosso del mezzo stesso.

Entrambi gli episodi, attuati in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, avevano lo scopo di causare un ingente danno economico alla SETA Spa, soprattutto in relazione al danneggiamento dei 51 mezzi, avvenuto in concomitanza con l’avvio dell’anno scolastico 2024-2025: solo il tempestivo intervento dei dipendenti della società, che sin dalle prime ore dell’alba si avvedevano di quanto accaduto, permetteva alla società di reperire altri mezzi per l’effettuazione delle corse programmate, evitando un gravissimo disservizio.
Mentre in relazione al tentato incendio aggravato del filobus avvenuto il 22 settembre, l’azione criminosa non ha avuto conseguenze ben più gravi solo grazie alla tempestiva richiesta di intervento dei Vigili del Fuoco, inoltrata da personale di vigilanza privata che in quei momenti transitava lungo la strada prospiciente il deposto SETA S.p.a..

L’identificazione dell’indagato è frutto di meticolosa attività investigativa: di analisi delle immagini estrapolate da impianti di video sorveglianza pubblici e privati, installati sia lungo il tragitto percorso dal responsabile per raggiungere il deposito della SETA, sia nelle zone immediatamente limitrofe all’area deposito dove si sono verificati gli eventi criminosi;
nonché dell’analisi dei tabulati telefonici e telematici acquisiti, oltre che di acquisizione delle dichiarazioni del personale di vigilanza che, in relazione al secondo episodio transitava in loco.

L’attività investigativa ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo, già dipendente della SETA Spa per 18 anni, licenziato nell’anno 2023 a seguito di condotte di stalking ai danni di una collega con la quale aveva intrattenuto una relazione sentimentale, poi conclusasi: per tali fatti, lo stesso individuo è stato sottoposto a processo penale, conclusosi in primo grado con sentenza di condanna.
In ragione dei limiti sanzionatori edittali, il provvedimento cautelare è stato richiesto
esclusivamente in relazione al delitto di incendio (di cui all’art. 423 c.p.): la relativa condotta è stata riqualificata dal Gip sede come tentativo di incendio, con applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari e del braccialetto elettronico, conformemente alla richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Modena.

















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