Il corso di aggiornamento in programma per il 7 marzo avrà al centro un tema di grande attualità: si parlerà di “Mutilazioni genitali femminili”, argomento che riguarda in modo particolare le donne straniere provenienti prevalentemente dalla fascia equatoriale del continente africano, dove sono diffuse pratiche come l’infibulazione o la clitoridectomia.
Organizzato dalla d.ssa Stefania Vecchi, della Struttura complessa di Ostetricia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria diretta dal prof. Annibale Volpe, il corso servirà a fare il punto sulle tecniche di deinfibulazione che il personale medico e infermieristico si trova ad attuare quando ha a che fare con pazienti che hanno subito questo genere di mutilazione: “Abbiamo promosso l’appuntamento del 7 marzo allo scopo di formare il nostro personale sul riconoscimento dei vari tipi di infibulazione – spiega la d.ssa Vecchi – Nella nostra esperienza ci è capitato, per esempio, di assistere donne straniere che sono venute a partorire e che presentavano mutilazioni sessuali cui abbiamo dovuto porre rimedio prima del parto. Il corso di aggiornamento dunque servirà a mettere il personale nelle condizioni di essere pronto a fronteggiare queste e altre situazioni legate allo stesso problema”.
La giornata, che si svolgerà nell’aula P03 del Centro Didattico Interdipartimentale – presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, in via del Pozzo 71, a Modena -, si articolerà in due momenti: il primo, che avrà inizio alle 13,30 con l’introduzione della d.ssa Lucia Pederzini – direzione sanitaria Azienda Ospedaliero-Universitaria -, del prof. Volpe e della d.ssa vecchi, sarà riservato al corso vero e proprio, con le relazioni su “Valutazione delle mutilazioni genitali femminili”, a cura della d.ssa Lucrezia Catania, dell’Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze, e su “Tecniche di deinfibulazione”, a cura del dottor Omar Abdul Cadir, ginecologo della stessa struttura. Alle 15,20 comincerà la parte pubblica dell’iniziativa, con la proiezione delle interviste tratte dal reportage “Ferenji” (girato da Giulia Bondi, dell’associazione Moxa), cui seguirà la tavola rotonda moderata dall’assessore alla Salute del Comune di Modena Simona Arletti, con la d.ssa Stefania Vecchi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, la d.ssa Daniela Spettoli, ginecologo dell’Azienda Usl di Modena, Cecile Kashetu Kyenge, presidente dell’Associazione Dawa. Altri contributi alla discussione saranno portati dalle associazioni femminili e dagli studenti del Centro territoriale di educazione permanente di Modena, oltre che dagli studenti stranieri. Fra gli obiettivi dell’incontro, in prospettiva, la creazione di una rete che metta in collegamento strutture sanitarie ospedaliere, territoriali e associazioni di volontariato sul tema delle mutilazioni sessuali femminili.
“Il Comune di Modena da anni lavora per promuovere una cultura che tenga conto dei diritti delle donne e della tutela della loro salute – precisa l’assessore Simona Arletti – L’iniziativa del 7 marzo rappresenta un momento significativo del percorso teso a favorire la conoscenza di un fenomeno da contrastare e degli strumenti di sostegno e aiuto alle vittime di queste pratiche. E’ quindi molto importante la presenza degli studenti del Centro Territoriale Permanente di Modena a cui fanno riferimento molte giovani della seconda generazione di immigrati”.