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Cisl Fp Emilia Centrale: “Disastro per il contratto sanità pubblica. Colpiti i salari di 8.201 lavoratori”

Non basta dire tutti i giorni che gli 8.201 lavoratori della sanità modenese tra Ausl, Policlinico e Ospedale di Sassuolo Spa sono eroi. Bisogna saper portare nelle loro tasche stipendi e indennità migliori, altrimenti sono solo chiacchiere da bar sport. Purtroppo, la grande crociata di chi pensa al sindacato come ad una sezione di partito ha impedito ai lavoratori un aumento importante in busta paga di 172 euro lordi al mese, bloccando il rinnovo non di uno ma di due contratti nazionali e bruciando più di un milione di euro di fondi da contrattare con le aziende sanitarie di Modena. Complimenti vivissimi ai profeti del sindacalismo zero tituli”.

Gennaro Ferrara, leader di Cisl Fp Emilia Centrale, la categoria che protegge il comparto sanità, è furente dopo che la coalizione Cgil, Uil e Nursing Up (col suo decisivo 7% di consensi) lo scorso 14 gennaio ha fatto saltare davanti all’Aran la firma dell’accordo che avrebbe non solo rinnovato il contratto per il 2022-2024 (scaduto nel 2021) ma sbloccato subito anche il contratto per il triennio 2025-2027. In pochi minuti è andata in fumo una trattativa lunga nove mesi.

II danno lo hanno capito benissimo i tantissimi lavoratori del comparto che ci stanno contattando, anche parecchi iscritti a Cgil e Uil, imbufaliti per il gioco che è stato consumato sulla loro pelle. Pardon, sul loro portafogli. Parliamo di infermieri, oss, tecnici di laboratorio, amministrativi e così via. Ora si rischia che per più di un anno gli aumenti in busta paga siano bloccati e solo per permettere a qualcuno di fare campagna elettorale – prosegue Ferrara –. E’ inutile che chi ha fatto la frittata provi a rigirarla, diffondendo tabelline che mostrano solo quale sarebbe stato l’aumento desiderato nei loro sogni. Capisco lo scontro sindacale, accetto le regole del gioco, ma non quando diventano una farsa. Peccato che la stessa energia non sia mai stata spesa per chiedere alla Regione e alle Ausl di assumere più figure per non massacrare il personale con gli straordinari”.

 

SI ESULTA PER AVER TOLTO SOLDI A CHI LAVORA

Ferrara spiega, numeri alla mano, cosa sta accadendo.
L’ultimo contratto firmato da tutti i sindacati era quello 2018-2021. All’epoca c’era un’inflazione all’11% e gli aumenti di stipendio cubavano un +3.48%, vale a dire 80 euro (mediamente). Stavolta il contratto portava ad un raddoppio di quelle cifre, 172 euro lordi, “ma i nostri eroi hanno detto no e siamo all’assurdo di sindacati che esultano per aver tolto soldi a chi lavora”.

 

IN FUMO 510 EURO AL MESE IN PIU’ PER CHI OPERA NEI PS

Se fosse passato il contratto, chi lavora in pronto soccorso avrebbe beneficiato dei 170 euro di aumento stipendiale e di altri 240 euro al mese di indennità, che sarebbero diventati 300 euro nel 2025 e 366 euro al mese nel 2026. Conti alla mano, si tratta di 510 euro di aumento per chi opera in un Ps, settore chiave della nostra sanità. Oppure c’è il caso delle ostetriche. Fino ad oggi non avevano diritto ad alcune indennità. Con lo sblocco del contratto avrebbero ottenuto i 172 euro al mese medi più una indennità di 35 euro al mese (per coprire il 2024) e di 40 euro al mese nel 2025. A Modena vanno in fumo, inoltre, 1 milione e 150mila euro destinati ad incrementare i fondi per pagare meglio le produttività, le indennità professionali ecc.

 

NO TUTELA LEGALE GRATUITA PER I SANITARI PESTATI

“La grande vergogna, riguarda poi i sanitari che sono vittime di aggressioni. Nel contratto

nazionale naufragato Cisl aveva portato la nostra richiesta, elaborata a Modena, per fornire l’assistenza legale gratuita ai sanitari vittime di violenza, oltre ad un migliore supporto psicologico – chiosa Ferrara –. Anche in questo caso, tante belle parole quando c’è un dipendente pestato ma poi la campagna elettorale vale più dei suoi diritti. Avevamo ottenuto di esonerare dai turni e dalla pronta disponibilità il personale dai 60 anni in su, mentre oggi questa tutela scatta solo per gli over 62 e solo per la pronta disponibilità. In fumo anche questo. Non ho parole per descrivere il disastro che ha tolto agli amministrativi il diritto al buono pasto se lavorano in smart working e la possibilità della settimana corta, quando questa è possibile senza intaccare la qualità dei servizi”.

 

















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