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Carceri, l’Ordine degli avvocati in visita alla casa circondariale “Dozza” di Bologna

Visita istituzionale organizzata dal presidente della Regione Emilia Romagna, presenti esponenti politici delle istituzioni regionali e comunali e una rappresentanza della Camera Penale

Ordine degli avvocati in visita alla casa circondariale “Dozza” di Bologna

L’Ordine degli avvocati di Bologna ha partecipato, oggi, ad una visita istituzionale presso il carcere “Dozza” organizzata dal neo eletto presidente della Regione Emilia Romagna Michele De Pascale. Presenti anche esponenti politici delle istituzioni regionali e comunali e una rappresentanza della Camera Penale “F. Bricola di Bologna”.

“La scelta del Presidente De Pascale, che si pone a inizio del suo mandato, va certamente apprezzata perché dimostra sensibilità ed attenzione per quella che ormai è divenuta una vera e propria emergenza umanitaria in cui versano le carceri italiane, comprese quelle della nostra regione – afferma il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Bologna -. Il gravissimo sovraffollamento, le condizioni strutturali fatiscenti, organici inadeguati, la mancanza di progetti di lavoro ed educativi, con il drammatico numero di suicidi di persone detenute, rendono le condizioni degli istituti di pena “non degne di un Paese civile” come le ha definite il Presidente della Repubblica Mattarella”,

“Esprimiamo apprezzamento anche per la scelta di condividere questa visita con l’Avvocatura bolognese, che da sempre è impegnata a denunciare questa drammatica situazione, di cui tutte le istituzioni, nazionali e locali, ciascuna per le proprie competenze, hanno il dovere politico e morale di farsi carico” sottolinea il Consiglio dell’Ordine.

“Abbiamo chiesto al Presidente della Regione un impegno concreto ad investire risorse per l’assistenza sanitaria negli istituti di pena della Regione, settore che più di altri vive una condizione di grave difficoltà per carenze di personale e di mezzi – fa sapere il Consiglio dell’Ordine -. L’implementazione di personale medico specializzato nel trattamento del diffusissimo disagio psichico può essere un primo importante passo proprio per prevenire il rischio suicidario, riducendo l’abuso di psicofarmaci che provoca dipendenze patologiche ed alimenta un mercato clandestino all’interno delle carceri”.

“Altrettanto importante è investire su progetti lavorativi ed educativi per le detenute ed i detenuti che vogliono dare un senso al tempo trascorso in carcere, per liberare dal bisogno chi non ha risorse economiche, per dare piena attuazione al principio della finalità rieducativa della pena previsto dall’art. 27 della nostra Costituzione – spiegano gli avvocati dell’Ordine di Bologna -. Auspichiamo che questa visita sia il primo passo per iniziare un percorso virtuoso in cui il carcere ed i detenuti siano considerati come parte integrante del nostro territorio e della società, per creare le basi della speranza di una vita diversa quando dovranno tornare a vivere nella società dei liberi. Riteniamo che solo così, creando e coltivando la speranza, potrà essere realmente perseguita la sicurezza della nostra società”.

 

















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