“La casa passiva ed emissione zero è diventata realtà anche nel nostro Comune – dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia – grazie al contributo di un privato che ha deciso volontariamente di uscire dai soliti schemi costruttivi per arrivare ad un altissimo livello di risparmio energetico e di autoprodursi l’energia di cui la casa necessità, senza più quindi emettere anidride carbonica in atmosfera”.
“Sono proprio i singoli cittadini che infatti possono dare un contributo reale e concreto a queste iniziative, agendo realmente. Per casa “passiva” – continua si intende un edificio che per il suo funzionamento (climatizzazione invernale ed estiva e per la produzione di acqua calda) ha dei consumi di energia inferiori a 15 chilovattora al metro quadrato all’anno per la climatizzazione e di 6 chilovattora al metro quadrato all’anno per la produzione di acqua calda. L’intervento si colloca nel comune di Reggio Emilia ed è volto a recuperare a fini abitativi una casa colonica realizzando due alloggi per circa 390 m² di superficie, con un volume riscaldato di circa 1.000 m³”.
“La realizzazione di un progetto di una casa passiva – dichiara l’ing. Renzo Ferrari, progettista dell’edificio – recuperando le forme e l’impianto di una ex casa colonica può sembrare un’operazione molto difficile invece se si colgono e si valorizzano alcuni aspetti propri di questi insediamenti il problema può essere risolto”.
La casa colonica della pianura Padana era caratterizzata da alcuni elementi bioclimatici che ne favorivano l’assolvimento delle funzioni quali:
• orientamento e posizione dell’edificio;
• forme e configurazione geometrica dell’edificio;
• caratteristiche dell’involucro.
Questi elementi sono stati ripresi e ripensati per la realizzazione della casa passiva ed in particolare:
1) l’orientamento principale posto a sud con ampia apertura “porta morta” ci ha consentito di valorizzare gli apporti solari attraverso una ampia vetrata a formazione di serra;
2) la forma compatta ha consentito di ottenere un buon rapporto superficie esposta/volume riscaldato presupposto indispensabile per avere basse dispersioni;
3) la riproposizione di un involucro con caratteristiche di buon isolamento, ma anche di massa relativamente importante sono il presupposto per un buon confort invernale ma soprattutto estivo.
La valorizzazione degli apporti gratuiti e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili sono stati i fili conduttori che hanno governato il processo progettuale, infatti dopo aver effettuato una forte riduzione dei dispersioni attraverso l’involucro si è posta particolare attenzione a far si che, comunque, l’energia necessaria al funzionamento della casa derivasse esclusivamente da fonti rinnovabili:
– apporti di radiazione solare attraverso ampie vetrate a Sud (sulla porta morta a formazione di serra);
– collettori solari per l’integrazione del riscaldamento e per l’acqua sanitaria;
– utilizzo di caldaie a biomassa (pellets);
– utilizzo di accumulo geotermico sia per il preriscaldo dell’aria invernale sia, soprattutto, per il raffrescamento estivo;
– inserimento di uno scambiatore con funzione di recuperatore di energia sull’impianto centralizzato di aerazione e ricambio aria;
– l’energia solare per la produzione di energia elettrica attraverso un impianto fotovoltaico a totale copertura dei fabbisogni.
“L’insediamento che si colloca in campagna – conclude Ferrari – sarà dotato di un sistema di recupero e riuso dell’acqua piovana e di un sistema di depurazione dei reflue a basso impatto ambientale essendo la zona sprovvista di sistema fognario. L’esigenza e la volontà mostrata dal committente di realizzare una casa a così forte valenza ambientale è stata concretizzata arrivando a proporre questo progetto che come si è detto realizza, a nostro avviso, una prima proposta di una casa in completa armonia con l’ambiente circostante”.
“La costruzione di una nuova casa ha come implicazione – dichiara Mazzola Paolo proprietario dello stabile – quella di soddisfare ai propri bisogni e quelli della propria famiglia, ma anche di crearsi una seconda pelle nella quale sentirsi bene a proprio agio.
Gli obiettivi principali che si volevano raggiungere sono sostanzialmente due:
1) alto confort abitativo;
2) utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione dell’energia necessaria al suo funzionamento (sole in primis ma anche altre).
Il primo obiettivo sarà raggiunto attraverso:
1) l’utilizzo di un sistema di ricambio dell’aria forzato sia per la stagione invernale sia per la stagione estiva consentendo di avere sempre aria pulita all’interno dei locali senza per questo dover aprire le finestre;
2) utilizzo dell’accumulo termico del terreno consentendo di ottenere condizioni termiche ottimali nei locali soprattutto estive;
3) l’utilizzo di intonaci realizzati con argilla cruda consentono il controllo dell’umidità interna in modo naturale.
Il secondo obiettivo sarà raggiunto attraverso:
1) l’utilizzo di pannelli fotovoltaici la cui produzione di energia elettrica sarà pari ai consumi;
2) l’utilizzo di grandi superfici a collettori solari consentendo di raccogliere la quasi totalità dell’energia termica necessaria;
3) L’integrazione della piccola quota di energia necessaria nel periodo invernale sarà ottenuta da fonti rinnovabili (legno)”.