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Far partire la gas release o trovare un’alternativa: se ne è discusso oggi nella Tavola Rotonda tra Industria e Istituzioni

Valutare l’utilizzo di gas di importazione di tipo long-term e rivedere il meccanismo di formazione del prezzo per un mercato più equo

Augusto Ciarrocchi – Presidente Confindustria Ceramica

Si è da poco conclusa la tavola rotonda organizzata da Gas Intensive dal titolo “Gas Release: misura essenziale per la competitività della manifattura e del Paese”. L’evento, trasmesso in diretta streaming sui canali Askanews, ha visto la partecipazione di rappresentanti di spicco dell’industria e delle Istituzioni italiane.

Durante l’incontro, i relatori hanno discusso l’urgenza di attuare la misura del Gas Release per sostenere la competitività delle imprese italiane, in un contesto di costi energetici elevati. È stata sottolineata la necessità di ricalibrare la misura, considerando l’importanza strategica del gas di importazione di tipo long-term come alternativa all’estrazione nazionale.

Attualmente, i prezzi del gas in Italia sono più del doppio rispetto a quelli del periodo pre-covid (attuali 55 €/MWh vs 25 €/MWh, media dei prezzi dal 2010 al 2018) e molto più alti in Italia rispetto agli USA (dove il gas costa circa 10 €/MWh), ma anche nei confronti dei Paesi europei, registrando sistematicamente uno spread col TTF (hub olandese) di circa 2 €/MWh. Tutto ciò comporta una continua perdita di competitività per le imprese energivore italiane. Gli industriali hanno per questo lanciato un appello alla politica, affinché agisca in fretta con misure efficaci e non ulteriormente rinviabili.

Da ormai 3 anni le imprese chiedono una maggiore disponibilità di gas nazionale. Sarebbe un’opzione strategica per accompagnare il percorso di decarbonizzazione dell’economia italiana, in particolare se opportunamente indirizzata per sostenere la competitività delle imprese “gasivore” più esposte alla concorrenza internazionale che, in molti casi, non possono elettrificare i loro processi. Tuttavia, la gas release, dalla quale ci si aspettava la disponibilità di 2-3 miliardi di mc l’anno di gas nazionale a prezzi regolamentati, più convenienti rispetto a quelli espressi dal mercato, non è ancora stata attuata, nonostante ben 3 passaggi normativi ed è possibile che, così come è concepita, possa mai trovare attuazione, visti i continui impedimenti ed ostilità all’estrazione di nuovo gas nazionale, che è fortemente diminuita negli anni, passando dai circa 20 miliardi di metri cubi degli anni Novanta del secolo scorso a circa 2,7 miliardi di metri cubi del 2024, anche se le riserve accertate si aggirano fra i 50 e i 100 miliardi di metri cubi e sarebbero tali da permettere per diversi anni una produzione annuale di circa 10 miliardi di metri cubi.

È necessario, pertanto, rilanciare la gas release, ricalibrandola, poiché le ragioni della sua necessità restano intatte e, se possibile, ancora più pressanti. Infatti, per effetto della decisione politica di abbandonare il gas russo, una parte del gas oggi disponibile per il Sistema Italia deriva da contratti long-term di acquisto che i grandi operatori hanno meritoriamente ricercato e siglato sotto l’egida e con l’appoggio del Governo italiano dalle rotte a sud, oltre che dal GNL. È però quel residuo di gas importato dal nord Italia, sul cui prezzo è caricato il citato spread col TTF di 2 €/MWh, a risultare marginale sulla formazione del prezzo al PSV (hub italiano) per l’intero volume di gas immesso al mercato anche se proveniente dalle rotte del sud.

Pertanto, la misura della gas release, finalizzata a contenere ed a stabilizzare il costo energetico delle imprese gasivore, potrebbe trovare adeguata copertura finanziaria dalla regolazione dei meccanismi di mercato e di formazione del prezzo per allineare il PSV al TTF, limitando così la perdita di competitività che il tessuto industriale italiano sta inesorabilmente subendo rispetto ai Paesi europei ed extra europei che beneficiano di un costo energetico notevolmente inferiore.

 

Gli interventi in sintesi:

  • Aldo Chiarini (Presidente Gas Intensive) ha evidenziato come la Gas Release possa rappresentare una soluzione efficace per ridurre i costi energetici delle imprese gasivore, stabilizzando i prezzi e migliorando la competitività. Ha però rimarcato che “se non interveniamo, rischiamo una catastrofe. Dobbiamo capire se la gas release è ancora una strada percorribile o se va integrata o sostituita da qualcos’altro.”
  • Per Augusto Ciarrocchi (Presidente Confindustria Ceramica) l’attuale situazione di prezzi elevati del gas è ancora più grave della crisi del 2022 quando, in presenza di una domanda forte dei mercati, era possibile trasferire sulle vendite una parte degli aumenti dei costi energetici. “Questo non si può fare oggi, in una situazione di calo della produzione industriale che dura da molti mesi, e la situazione è drammatica soprattutto per noi della ceramica, che esportiamo in tutto il mondo, pur sostenendo costi energetici ed ambientali, come i titoli di emissione di CO2, molto più alti dei nostri competitors”.
  • Lorenzo Poli (Presidente Assocarta) sottolinea che il gas è essenziale per la manifattura italiana e per l’economia circolare Made in Italy ed afferma che “essere un hub del gas deve significare avere dei prezzi equi per la domanda, tramite una Gas Release che attende, ormai, da anni. Ogni giorno perdiamo produzione e lavoro, a vantaggio di concorrenti esteri, europei ed extraeuropei”.
  • Per Massimo Noviello (Past-President Assovetro) “mantenere la competitività dell’industria del vetro è fondamentale per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione e di circolarizzazione dell’economia. Il vetro italiano serve filiere strategiche per la nostra economia e lo fa garantendo un alto valore sociale. Abbiamo calcolato che ogni euro investito nel nostro settore ha un impatto sociale di 2,5 volte superiore. Sostenere l’industria nelle criticità contingenti è strategico per mantenere e liberare il suo elevatissimo potenziale ambientale economico e sociale”
  • Massimo Beccarello (Direttore CESISP – Centro di Economia e Regolazione dei Servizi) ha presentato dati e analisi sul mercato del gas, sottolineando l’importanza di destinare una parte dei contratti long term alle imprese gasivore per contenere i costi energetici. Ha evidenziato che il differenziale di prezzo tra PSV e TTF, che sistematicamente supera i 2 €/MWh, costa al sistema Italia 1,3 miliardi di euro all’anno. Con questa somma, ha affermato, si potrebbe ridurre di 20 €/MWh il costo per almeno 6 miliardi di metri cubi, coprendo oltre l’80% dei consumi delle imprese gasivore. La gas release potrebbe assumere quindi la forma di una misura finanziaria che porti ad uno sconto di 20 €/MWh, per tre anni, applicato direttamente ai consumi effettivi degli utenti industriali, che può trovare la copertura in una componente parafiscale, compensata attraverso una regolazione dei meccanismi di formazione del prezzo che allinei il PSV al TTF.
  • Federico Boschi (Capo Dipartimento Energia, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica) ha ribadito l’impegno del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica nel supportare misure che favoriscano la competitività delle imprese italiane, inoltre ha sottolineato che “alcune proposte per risollevare l’industria italiana, andando a lavorare sui prezzi dell’energia, sono sul tavolo del Ministro”.
  • Fabrizio Benzoni  (Capogruppo Azione in Commissione Attività produttive della Camera) ha voluto segnalare che “l’emergenza energetica è una questione di rilevanza nazionale”. Ha aggiunto che “Recentemente ho avuto l’opportunità di confrontarmi con diversi rappresentanti di azienda, e il tema ricorrente è sempre l’aumento dei costi dell’energia. È quindi fondamentale accelerare le azioni in questo ambito, poiché rappresenta una priorità assoluta”.
  • Alberto Gusmeroli  (Presidente della Commissione Attività produttive della Camera, Lega) ha detto che “non è possibile pensare alla decarbonizzazione senza riconoscere il ruolo fondamentale del gas all’interno del mix energetico”. Ha continuato evidenziando la necessità di adottare una strategia su due fronti: nel breve termine, implementando misure come la Gas release, e nel lungo termine, affrontando da subito le problematiche strutturali che inevitabilmente si presenteranno in futuro.
  • Vinicio Peluffo (Capogruppo Partito Democratico in Commissione Attività produttive della Camera) ha detto che “il tema centrale è un forte senso di urgenza: con la misura della Gas Release si interviene sulla competitività del Paese. È quindi fondamentale attuare dei concreti interventi di politica industriale come questo ed è necessario mettere a disposizione delle risorse ma senza andare ad aggravare la bolletta dei consumatori domestici”.
  • Luca Squeri (Responsabile Dipartimento Energia Forza Italia ha sottolineato “Forza Italia) è al fianco delle imprese gasivore con interventi che possano aiutarle a rimanere  competitive. Gas Release e diversificazione del mix energetico sono gli elementi portanti”.
  • Riccardo Zucconi (Responsabile Energia della Camera per Fratelli d’Italia) ha evidenziato: “vogliamo un’industria pulita ma non chiusa. I costi dell’energia hanno raggiunto livelli insostenibili: bisogna intervenire a supporto delle nostre imprese energivore”.

L’evento ha rappresentato un’importante occasione di confronto tra industria e istituzioni, con l’obiettivo di individuare soluzioni concrete per affrontare le sfide energetiche del Paese. I partecipanti hanno concordato sulla necessità di un’azione rapida e coordinata per attuare la misura del Gas Release e garantire un futuro energetico sostenibile e competitivo per l’Italia.

Informazioni su Gas Intensive: La società consortile Gas Intensive, promossa da 8 Associazioni confindustriali, rappresenta potenzialmente il più grande consumatore industriale di gas naturale in Italia. Sono 135 le aziende italiane proprietarie di una quota sociale, tutte caratterizzate da un intenso utilizzo di gas naturale nei loro processi produttivi. Dal 2001, anno della fondazione della società, ad oggi, l’azione di Gas Intensive è stata rivolta a perseguire una reale apertura del mercato del gas in Italia e ad assicurare forniture sempre più competitive alle aziende industriali, sia direttamente che indirettamente.

















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