Un fabbisogno decennale di oltre 31 milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia, di cui circa 20 milioni di nuova pianificazione, tre milioni e mezzo di metri cubi di terre di pianura, di cui un milione di nuova pianificazione, 4 milioni di limi e per laterizi, di cui un milione di nuova pianificazione: sono alcuni de dettagli del nuovo piano delle attività estrattive, presentato in Consiglio comunale dall’assessore all’Ambiente del Comune di Modena Giovanni Franco Orlando.
L’accordo territoriale per le nuove regole per le attività estrattive sul territorio comunale è stato approvato dal Consiglio comunale, con il voto favorevole della maggioranza e del gruppo indipendente, l’astensione del Ppl e il voto contrario degli altri gruppi di opposizione.
Tra i criteri che il Comune ha concordato con la provincia ci sono la limitazione dell’uso del territorio, ad esempio con la chiusura di alcuni poli di estrazione, la promozione dell’uso di materiali sostitutivi e la priorità ai siti dove ci sono le migliori condizioni di uso delle risorse. Si punta inoltre a minimizzare l’impatto delle estrazioni riducendo gli spostamenti del materiale e garantendo un adeguato recupero finale delle aree di estrazione.
L’assessore all’Ambiente del Comune di Modena Giovanni Franco Orlando ha presentato la delibera spiegando: “si propone l’approvazione di un Accordo territoriale tra Comune e Provincia, che dovrà portare alla costituzione di un Comitato paritetico, per elaborare nei prossimi mesi i documenti finali che dovranno far parte del Piae, Piano infraregionale per le attività estrattive, che avrà valenza anche come Piano attività estrattive comunale. Il Piano infraregionale vigente, a validità decennale, risaliva al 1996: prevedeva un fabbisogno di 31,5 milioni di metri cubi e aveva pianificato l’estrazione di circa 21 milioni di ghiaia e sabbia, con un residuo di otto milioni e 850 mila metri cubi, poco più di 3 milioni di metri cubi di terre di pianura, con un residuo di due milioni e mezzo e 4 milioni e 360 mila metri cubi di limi per laterizi con un residuo di poco più di tre milioni di metri cubi. Il piano operativo comunale vigente, anch’esso ormai scaduto, aveva affermato alcuni principi nelle attività di escavazione: in particolare, soddisfare il fabbisogno limitando il consumo di risorse naturali, minimizzare gli impatti in fase di escavazione, riutilizzare il territorio scavato destinandolo ad altri usi. Sugli 11 milioni di metri cubi pianificati sul territorio comunale (tra ghiaia e sabbia, terre di pianura e limi argillosi) circa 5 mioni e mezzo sono stati effettivamente scavati e altri 5 milioni e mezzo sono rimasti come residuo. Il Comune di Modena ha colto l’opportunità offerta dalla nuova normativa urbanistica regionale aderendo alla proposta della Provincia di sottoscrivere un Accordo territoriale, per poi arrivare all’adozione del Piano infraregionale, che avrà valore anche come Piano delle attività estrattive. I principi del piano sono stati condivisi in una serie di incontri con le associazioni economiche e ambientaliste nel mese di settembre 2006”.