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La Carta di Modena entra nella Strategia nazionale 2025 per la lotta contro l’antisemitismo

Strumento essenziale per la tutela della libertà religiosa nei luoghi di lavoro

La “Carta delle buone prassi per il rispetto della libertà di religione e convinzione nei luoghi di lavoro”, conosciuta come Carta di Modena, è stata ufficialmente inclusa nella Strategia nazionale 2025 per la lotta contro l’antisemitismo, il documento elaborato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per rafforzare le politiche di prevenzione e contrasto all’antisemitismo in Italia.

 

Il documento redatto da Palazzo Chigi ha riconosciuto nella Carta di Modena uno strumento essenziale per la tutela della libertà religiosa nei luoghi di lavoro. La Strategia nazionale, oltre a indicarne l’importanza, caldeggia la necessità di una sua ampia diffusione e applicazione nelle pubbliche amministrazioni. Nell’Azione 1.2, il documento governativo prevede l’integrazione della Carta nelle linee guida del Dipartimento della Funzione Pubblica, per prevenire fenomeni discriminatori, inclusi quelli di matrice antisemita.

La Carta è frutto della ricerca svolta dal Centro Interdipartimentale ORFECT dell’Università di Modena e Reggio Emilia ed è stata redatta dal Prof. Vincenzo Pacillo e dalla Dott.ssa Basira Hussen. Il documento fornisce indicazioni pratiche per gestire la libertà religiosa nei luoghi di lavoro e promuove il dialogo interculturale e interreligioso.

“L’inclusione della Carta di Modena nella Strategia nazionale – commenta il Prof. Vincenzo Pacillo, Ordinario di Diritto e Religione presso Unimore e Direttore di ORFECT – rappresenta un passo fondamentale nel riconoscimento dell’importanza della libertà religiosa come valore fondante del sistema giuridico italiano. La lotta all’antisemitismo e a ogni forma di discriminazione passa anche attraverso strumenti concreti di inclusione e tutela nei contesti lavorativi. Il fatto che il Dipartimento della Funzione Pubblica sia chiamato a promuoverne l’applicazione è un segnale istituzionale di grande rilievo.”

“Questo riconoscimento istituzionale – ha sottolineato la Dott.ssa Basira Hussen, coordinatrice del cluster “Laicità Sostenibile” di ORFECT – è la conferma di come la tutela del diritto di libertà di religione e convinzione sia un elemento cruciale nelle strategie di prevenzione delle discriminazioni. La Carta di Modena non è solo un documento accademico, ma un riferimento operativo per le istituzioni e le aziende che vogliono garantire ambienti di lavoro inclusivi e rispettosi della diversità. L’inserimento nella Strategia nazionale darà ulteriore impulso alla sua implementazione concreta.”

Alla luce di questo risultato, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e il Centro ORFECT lavoreranno nei prossimi mesi per diffondere ulteriormente la Carta di Modena e favorirne l’adozione nelle istituzioni pubbliche e private a livello nazionale.

















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