Sulle drammatiche notizie che giungono dal Tibet si è espresso anche il Consiglio provinciale che ha approvato nella seduta di ieri due ordini del
giorno. Il primo, presentato dal Pd, è stato approvato con 25 voti a favore (Pd, Fi-Pdl, An-Pdl, Gdl, Sd e Verdi) e 3 contrari (Prc e Pdci); il secondo, presentato da An-Pdl e Fi-Pdl, è stato approvato con 22 voti favorevoli (An-Pdl, Fi-Pdl, Gdl, Pd), 3 contrari (Prc e Pdci) e 3 astenuti
(Sd e Verdi).
Un terzo documento sullo stesso tema, a firma Rifondazione Comunista e Partito dei comunisti italiani, è stato invece respinto.
L’ordine del giorno del Pd “chiede con forza alle autorità della Repubblica Cinese di porre fine alle violenze, alla repressione e alla persecuzione
dei monaci e dei cittadini che legittimamente chiedono libertà ed
autonomia”, e impegna la Giunta provinciale ad “avviare ogni iniziativa utile” per “riaffermare i valori imprescindibili della libertà di autogoverno e del diritto ad affermare la propria cultura e religione in
Tibet così come in ogni altra regione o nazione del mondo”.
Il documento presentato dal centro-destra sottolinea il “mancato rispetto dei diritti umani in Cina” e ricorda che il ministro degli Esteri D’Alema “ha convocato in via d’urgenza l’ambasciatore cinese alla Farnesina per
chiedere la cessazione della repressione” e “l’apertura di un dialogo con il Dalai Lama per cercare una soluzione condivisa della controversia”.
L’Odg esprime inoltre “sdegno e ferma condanna per ciò che sta avvenendo in Cina proprio nel 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, ed “impegna la Giunta provinciale, in virtù anche della promozione della cultura di Pace contenuta nello Statuto dell’Ente, a svolgere “iniziative di informazione”.
L’odg respinto poneva invece l’attenzione non solo sulle violenze in Tibet, ma anche alla “violenta reazione israeliana agli attacchi di miliziani palestinesi”, sottolineando come “la logica della sopraffazione e dell’interesse economico sia il nodo di una drammatica crisi della globalizzazione”. Nel documento, si riaffermano “i valori imprescindibili della libertà e dell’autodeterminazione dei popoli, fondamento di ogni emancipazione e progresso”.
Per manifestare il sostegno al popolo Tibetano Comune e Provincia, insieme a Cgil, Cisl e Uil organizzano un presidio di solidarietà per domani,
giovedì 20 marzo alle 18.30 in Piazza Nettuno. A rappresentare la Provincia sarà il presidente del Consiglio, Maurizio Cevenini.