Sode per la colazione, dipinte a mano per abbellire le case e le tavole apparecchiate o consumate in icette tradizionali o in prodotti artigianali e industriali saranno comunque circa 380 milioni le uova “ruspanti” consumate durante la settimana di Pasqua. Non solo. Le uova ‘vere’ battono 10 a zero quelle di cioccolata.
E’ quanto stima la Coldiretti che calcola anche la spesa media per gli italiani: 70 milioni di euro nell’acquisto di uova di gallina da consumare direttamente o nella preparazione di primi piatti e dolci, con un risparmio notevole rispetto alla cifra spesa per quelle dolci di cioccolato.
Si rispetta quindi la tradizione che fa risalire l’usanza di considerare l’uovo come simbolo di rinascita e buon augurio in Occidente al 1176, quando re Luigi VII rientrò a Parigi dopo la II crociata e per festeggiarlo, ricorda Coldiretti, il capo dell’Abbazia di St. Germain des Pre’s gli dono’ metà dei prodotti delle sue terre, incluse un gran numero di uova che furono poi dipinte e distribuite al popolo. Una usanza tramandata dai persiani che, già cinquemila anni fa, festeggiavano l’arrivo della primavera con lo scambio delle uova “portabene” contro pestilenze e carestie secondo un rito che resiste ancora ai giorni nostri. Tanto che in occasione della Pasqua si svolgono numerose feste in suo onore.