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Endometriosi, a Modena tavolo permanente a sostegno delle donne

Ok unanime del Consiglio comunale sulla mozione che chiede anche implementazione e gratuità delle terapie e percorsi di prevenzione

Sostenere e tutelare le donne affette da endometriosi con l’istituzione di un tavolo permanente sul tema, richiedendo l’implementazione e l’estensione della gratuità delle terapie, e favorendo eventi e percorsi informativi e di prevenzione anche nelle scuole. Sono le richieste che il Consiglio comunale di Modena rivolge all’Amministrazione approvando, con voto unanime, nella seduta di lunedì 17 marzo, la mozione presentata da Pd, Avs, Pri-Azione, M5s e Modena Civica.

Una malattia ancora poco conosciuta, non maligna ma che può comportare sintomi gravemente debilitanti. A spiegarlo è stata Giulia Ugolini (Pd) che, illustrando il documento, ha evidenziato come l’endometriosi colpisca il 10 per cento delle donne in età riproduttiva (3.000.000 solo in Italia), causando anche infertilità. Sottolineando le difficoltà di diagnosi e i meccanismi patogenetici ancora non del tutto definiti, la consigliera ha sostenuto l’importanza di corretti stili di vita per prevenire la malattia, per la quale non esiste ancora una terapia medica o chirurgica capace di portare le pazienti con certezza verso la guarigione.

Evidenziando che in Europa la spesa sociale annuale per l’endometriosi è stimata in 30 miliardi di euro, la mozione ricorda che nel 2019 sono stati attivati in Emilia-Romagna i Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta) per le pazienti affette da endometriosi. Si tratta di una rete clinica integrata composta di centri di primo, secondo e terzo livello, a cui indirizzare le donne sulla base della gravità della patologia, con punti di accesso rappresentati da consultori e Unità operative di Ginecologia ospedaliere.

Proprio per sostenere e tutelare le pazienti, la mozione chiede di favorire il potenziamento dei Pdta esistenti, per avere diagnosi precoci e ridurre le complicanze della malattia, sollecitando Regione e Ministero anche per estendere la gratuità delle terapie ormonali essenziali. Inoltre, si chiede di attivare un Tavolo permanente sul tema, che coinvolga istituzioni, sanità, associazioni e rappresentanze di pazienti, anche al fine di avviare percorsi sui temi di tutela lavorativa, realizzando annualmente eventi e percorsi informativi, pure nelle scuole, in concomitanza di marzo, mese dedicato alla consapevolezza dell’endometriosi.

Il dibattito è stato aperto dal Pd, con Fabia Giordano che ha sostenuto l’importanza di attivare il Tavolo permanente “in quanto faciliterebbe, anche con il coinvolgimento di associazioni sportive, incontri e conferenze con specialisti in grado di informare la città”. Alberto Bignardi ha parlato di “impatto devastante” della malattia “che può compromettere anche la capacità delle donne di scegliere se e quando avere figli”. Inoltre, “la mozione ricorda quanto il dolore delle donne debba essere preso sul serio, andando oltre gli stereotipi di genere che lo minimizzano”. Fabio Poggi ha sottolineato anche l’importanza del sostegno “collaterale” a chi vive vicino a queste donne, “perché può non essere facile allearsi con loro, accettare la malattia, informarsi con discrezione”.

Soffermandosi sul tema della prevenzione, Martino Abrate (Avs) ha evidenziato l’importanza dei corretti stili di vita e dell’alimentazione “che deve essere antinfiammatoria, prevalentemente vegetariana o comunque mediterranea”. Il consigliere ha inoltre sottolineato come alcune sostanze interferenti con l’organismo dell’uomo, come diossine o pesticidi, “favoriscano disordine endocrino” contribuendo allo sviluppo della malattia.

Per Giovanni Silingardi (M5s) occorre fare anche “un passo in più”, ovvero “far partire un’azione che da Modena arrivi in Parlamento, affinché l’endometriosi venga riconosciuta come malattia cronica invalidante anche nei primi due stadi”. In particolare, “esistono proposte di legge, da sostenere, che includono liste di attesa prioritarie, sostegno lavorativo delle pazienti e la loro assistenza”.

Luca Negrini (Fratelli d’Italia) si è soffermato sulla qualità della mozione “che, con precisione, permette di approfondire una problematica che tocca molte donne”. Evidenziando “l’utilità” del documento e quindi l’interesse del tema per la comunità, Negrini ha annunciato il voto a favore del gruppo.

Parlando di “tema ben trattato”, Andrea Mazzi (Modena in ascolto) ha voluto chiedere se la mozione rientrasse in un “percorso” più ampio che porterà a trattare, in futuro, anche altre patologie che richiedono ugualmente monitoraggio e percorsi educativi. Il consigliere, infine, ha espresso soddisfazione “per una discussione in cui si è parlato, in maniera condivisa, di donne”.

Nel dibattito è intervenuta anche l’assessora alla Sanità Francesca Maletti che ha evidenziato come il Tavolo “permetta di mettere al centro la prevenzione ma anche di far conoscere le azioni introdotte a Modena”. Maletti ha ricordato, per esempio, il lavoro dell’equipe del professore Alboni (“eccellenza nazionale”), incentrato sulla pratica di yoga per affrontare il dolore. Infine, anche l’assessora ha parlato della necessità di far rientrare nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), e quindi nelle esenzioni previste, gli stadi 1 e 2 della malattia, “anche per garantire strumenti di tutela in campo lavorativo sia alle donne che ai datori di lavoro”.

















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