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Il piano della Regione per la lotta alla zanzara tigre

Potenziamento della lotta alla zanzara tigre per ridurne il più possibile la popolazione; ulteriore sviluppo del sistema di sorveglianza sanitaria per identificare precocemente eventuali casi sospetti di Chikungunya e attuare tempestivamente le misure di controllo che impediscano la trasmissione del virus. E’ quanto prevede il Piano regionale per la lotta alla zanzara tigre e la prevenzione della Chikungunya, che la Regione Emilia-Romagna ha adottato con la delibera 280/2008.


Il Piano contiene le indicazioni operative e tecniche per strutturare il sistema regionale rispetto al rischio di un epidemia di febbre da virus Chikungunya – virus trasmesso dalla zanzara tigre – , dopo i focolai che si sono verificati l’estate scorsa nel ravennate e, in misura marginale, a Forlì-Cesena, Rimini e Bologna.
A sostegno del Piano, in questa prima fase, vengono stanziati 1,1 milioni di euro. Anche per il 2008, come è già avvenuto nel 2007, la Regione supporterà l’impegno organizzativo ed economico dei Comuni per la lotta alla zanzara tigre con l’erogazione di ulteriori risorse, il cui ammontare sarà determinato anche in relazione alla situazione meteo-climatica ed epidemiologica.
L’elaborazione del documento è il risultato di un confronto con Istituti scientifici regionali e con organismi sanitari nazionali (Ministero della salute, Istituto superiore di sanità) e internazionali (European center for disease prevention and control; Organizzazione mondiale della sanità; Ministero della sanità francese).
Pianificazione e coordinamento
A livello organizzativo, il Piano individua una doppia responsabilità istituzionale: ai Comuni spetta la gestione diretta degli interventi di disinfestazione, al Servizio sanitario regionale spettano la sorveglianza sanitaria, l’attività di diagnosi e le misure di controllo e di diffusione della malattia.
Il coordinamento è in capo alla Direzione generale sanità e politiche sociali, in particolare attraverso il Servizio sanità pubblica, in raccordo con l’Agenzia sanitaria regionale. Il coordinamento a livello locale, secondo quanto stabilito dalle Istituzioni dei rispettivi ambiti territoriali, è guidato dalle Conferenze territoriali sociali e sanitarie o dalle Province (a Rimini e Reggio Emilia).
Il piano prevede anche la possibilità di attivare l’Unità di crisi regionale per le emergenze di sanità pubblica, presieduta dall’assessore regionale alle politiche per la salute, per garantire una gestione più diretta delle misure di controllo nel caso in cui si verificasse una epidemia di grandi dimensioni.

Lotta alla zanzara tigre
Piani ordinari di disinfestazione sono realizzati in tutti i Comuni in cui è presente la zanzara tigre (assente nell’alta collina). Nelle zone dove l’anno scorso si sono verificati i focolai di Chikungunya – a Castiglione di Ravenna e a Ravenna città, a Castiglione di Cervia (nella località Malva, nell’area a sud del Porto canale fino a Pinarella), nei quartieri Cervese sud e Ravennate del comune di Cesena, a Rimini e a Bologna – sono previsti anche interventi straordinari di disinfestazione “porta a porta” nelle aree private.
Il Piano prevede anche di aumentare il numero di ovitrappole nel territorio e indica il numero ottimale per provincia. L’obiettivo della rete di monitoraggio per il 2008 è stimare il livello di infestazione da zanzara tigre per ogni ambito provinciale e per i centri urbani principali.
Saranno, inoltre, condotte attività di sorveglianza per individuare eventuali insetti di nuova introduzione (per es. l’Aedes Egypti che può trasmettere la malaria).
Il sistema di sorveglianza della Chikungunya
Il virus Chikungunya si trasmette attraverso le punture di zanzara tigre. La febbre Chikungunya è una malattia dal decorso benigno i cui sintomi sono febbre alta e dolori articolari.
Obiettivo del sistema di sorveglianza, in capo al Servizio sanitario regionale, è l’identificazione precoce dei casi (anche sospetti) di Chikungunya, in modo da attivare tempestivamente le misure di controllo sanitario e di lotta alla zanzara tigre per impedire la trasmissione della malattia.
La segnalazione dei casi, anche solo sospetti, seguirà le procedure del sistema di segnalazione rapida, che il Piano descrive nel dettaglio.
Gli accertamenti diagnostici saranno svolti dall’Unità operativa di microbiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, individuata come punto di riferimento regionale. Questo laboratorio, che era già stato identificato come Centro Regionale di Riferimento per le Emergenze Microbiologiche (CRREM), è stato ulteriormente potenziato dal punto di vista strutturale e delle attrezzature per metterlo in grado di rispondere anche ad eventuali picchi di richieste diagnostiche.
Verrà, inoltre, messo in atto un sistema di sorveglianza attiva da parte dei medici di famiglia, dei pediatri di fiducia e dei medici del Pronto soccorso e dei Servizi di continuità assistenziale che verranno contattati periodicamente delle Aziende Usl, per il ruolo che essi hanno nella prima fase di individuazione di eventuali casi.

La campagna informativa
A partire dal mese di aprile, momento in cui inizia la ripresa del ciclo vitale della zanzara tigre, sarà realizzata una campagna informativa capillare, che coinvolge i Comuni, le Province, le Aziende sanitarie, i cittadini, i viaggiatori; per sollecitare la partecipazione di tutti alla lotta a questo insetto anche con disinfestazioni nelle aree private; per raccomandare la protezione individuale dalle punture e per invitare a segnalare eventuali sintomi al proprio medico di famiglia. L’attiva partecipazione di tutti i cittadini è, infatti, elemento essenziale per dare piena efficacia alle iniziative programmate.

















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