Come può il mondo delle PMI contribuire all’evoluzione del sistema economico nazionale; quale è l’effetto dell’evoluzione del Sistema Paese sulla PMI nelle sue declinazioni territoriali? Da un lato, infatti, i sistemi territoriali non possono essere ritenuti autosufficienti; dall’altro, soluzioni positive, concepite per dare risposte ai singoli sub sistemi, possono configurarsi anche come un contributo rilevante alla tenuta del Sistema-Italia.
A queste domande, che sottintendono la biunivocità del rapporto PMI – Sistema -Paese, si propone di rispondere l’iniziativa organizzata dalla CNA di Emilia-Romagna, Marche, Toscana ed Umbria su “Reti, Innovazione e Coesione Sociale. Istituzioni e Imprese a confronto” per lunedì 31 marzo a Bologna (Torre Cna, Viale Aldo Moro 22 – ore 10).
Un’iniziativa che vuole dare un contributo alla comprensione del mondo delle PMI in contesti territoriali, dove la presenza di piccole e medie imprese caratterizza sistema produttivo e sistema sociale, assumendo grande rilevanza istituzionale. Da qui la decisione di coinvolgere i governi regionali di Emilia-Romagna, Marche, Toscana ed Umbria – che concentrano al proprio interno la quota maggiore di micro, piccole e medie imprese del Paese – sulla opportunità di un’azione comune tra istituzioni e associazioni di rappresentanza, per l’attivazione di politiche pubbliche efficaci, decisive per il funzionamento del mercato in una fase di cambiamento ed evoluzione dei sistemi territoriali e del Paese nel suo complesso.
“Ai governi di queste quattro Regioni – spiega il presidente regionale di Cna Emilia Romagna, Quinto Galassi – che pur se simili e attigue, sono caratterizzate da molteplici differenze, non chiediamo, quindi, un unico progetto per più sistemi territoriali: poniamo invece la necessità di pensare ad una strategia comune che pur con progetti differenti, proceda per obiettivi condivisi”.
Tre le variabili strategiche che, pur nell’ambito delle proprie differenziazioni territoriali, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Umbria, possono adottare come minimo comune denominatore: la formazione del capitale umano e la qualità del lavoro, l’ innovazione e la ricerca, l’ export e l’ internazionalizzazione. Il perché lo spiega il segretario di Cna Emilia-Romagna, Gabriele Morelli: “fare crescere il capitale umano in termini quantitativi e qualitativi, non è finalizzato solo a trattenere sul territorio, personale preparato, ma contemporaneamente risulta condizione per attrarre dall’esterno risorse finanziarie e lavorative, manageriali e della ricerca. Occorre però che nel territorio si realizzino processi formativi altamente qualificati che abbiano a disposizione risorse economiche, organizzative e intelligenze, in grado di attrarre investimenti e risorse umane. Sul piano dell’innovazione, serve poi uno sforzo progettuale per un nuovo rapporto tra piccola impresa e università, nel quale l’università rimane protagonista della formazione e della ricerca, ma in stretto rapporto con l’impresa di piccole dimensioni, le cui capacità di ricercare, sperimentare, osare sono note e connaturate”.
Nel corso dell’iniziativa di lunedì 31 marzo, sarà presentata anche “Io l’Impesa – Persone-Capitali-Reti”, la nuova rivista interregionale promossa dalla Cn< di Emilia Romagna, Marche, Toscana ed Umbria, che si propone quale strumento di comunicazione e dialogo tra economia e governance.