Un aumento e qualificazione delle aree verdi, una diversa modulazione degli insediamenti residenziali e una riduzione delle potenzialità insediative totali, commerciali e direzionali. Sono le novità che dovrà prevedere il nuovo Accordo di programma per l’area ex-Sipe che la Provincia e i Comuni di Spilamberto, Vignola e Savignano sul Panaro dovranno adottare per adeguare le previsioni del precedente Accordo alle indicazioni poste dalla Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici e dal Piano provinciale per gli insediamenti commerciali. Lo annuncia l’assessore provinciale alla Programmazione territoriale, Maurizio Maletti, dopo aver incontrato nei giorni scorsi i sindaci dei Comuni interessati per definire il programma dei lavori.
«Nel 2004 – ricorda Maletti – è stato siglato un Accordo di programma, votato a larga maggioranza dalla Provincia e dai tre Comuni interessati, che riguardava un’area di circa 418 mila metri quadrati della Sipe e altri 150 mila di area demaniale». L’accordo poneva alcuni obiettivi di valore pubblico: innanzitutto la bonifica ambientale e militare di tutta l’area. Quindi, attraverso la cessione di aree e edifici storici, la realizzazione della Pedemontana e di un Polo Scientifico tecnologico per l’innovazione di valenza regionale oltre che di un’ampia area verde per la valorizzazione ambientale e la fruizione pubblica. A fianco a questo, la definizione di pesi insediativi – anche questi di valenza pubblica – che prevedono funzioni residenziali, produttive, ricettive, commerciali e direzionali.
«Due di questi obiettivi – ricorda Maletti – sono già realtà: la bonifica ambientale e militare, già conclusa in alcune parti con relativa revoca del il vincolo militare, e la realizzazione della Pedemontana. Per questa arteria stradale i lavori sono in corso, e il Comune di Savignano sul Panaro ha assunto lo scorso febbraio decisioni riguardo a raccordi ed accessi». Nel frattempo si è lavorato al progetto del Polo scientifico e tecnologico, «funzione centrale dell’intera riqualificazione. Un’intesa tra Regione, Provincia, Comuni di Modena, Vignola, Savignano e Spilamberto, Università di Modena e Reggio Emilia e Democenter-Sipe – spiega l’assessore – prefigura un progetto regionale per creare un’area integrata delle applicazioni della ricerca e innovazione, che collega il campus universitario di via Campi a Modena con l’area ex-Sipe attraverso un asse dell’innovazione che collega il territorio urbano con la realtà di Spilamberto».
Con la definizione del nuovo Accordo di programma, potrà essere predisposto quindi il Piano particolareggiato di iniziativa privata che consentirà l’avvio dei lavori. «Quando parliamo dell’area ex–Sipe – precisa Maletti – non ci riferiamo ad una nuova lottizzazione su un’area agricola, ma a uno dei più impegnativi progetti di riqualificazione di un’area industriale speciale di circa 600 mila metri quadrati, in posizione strategica tra le province di Modena e Bologna, importante per i Comuni interessati e per tutta la provincia. E senza ulteriore “consumo” di territorio. Le modifiche da apportare al precedente Accordo porteranno ulteriori miglioramenti in termini di qualità e di fattibilità nelle destinazioni. Basti pensare – conclude Maletti – alla valorizzazione del Parco fluviale e ambientale, per il quale il mese scorso la Provincia e i Comuni di Savignano, Spilamberto e Vignola hanno deliberato l’impegno per l’avvio del percorso e che sarà proposto nel Piano territoriale di coordinamento provinciale».
Meno villette a schiera, più verde
Meno villette a schiera e più appartamenti – circa 80 unità in più – con un arretramento degli edifici previsti nell’area delle Basse. E, soprattutto, lo spostamento di una parte degli insediamenti residenziali inizialmente collocati sul lato est del canale San Pietro – dove dovrà aumentare l’area a verde – nel lato ovest, dove era stata ipotizzata un’area da quasi diecimila metri quadrati di insediamenti produttivi, che a questo punto non sarà realizzata. Il nulla-osta concesso nel giugno 2007 dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici impone una rimodulazione generale del progetto, che dovrà adeguarsi a queste indicazioni.
Rispetto al precedente Accordo di programma per l’area ex-Sipe, è mutato nel frattempo anche il quadro di riferimento per quanto riguarda la programmazione degli insediamenti commerciali. Nell’accordo del 2004 era prevista nelle Alte un’area da 39.700 metri quadrati per funzioni commerciali, direzionali e terziarie non distinte tra loro. «Nella definizione del nuovo Accordo – spiega l’assessore alla Programmazione territoriale Maurizio Maletti – si dovrà rivedere questa previsione, precisando le quantità e rimanendo all’interno di due riferimenti: il range stabilito per quell’ambito territoriale dal Piano Provinciale del Commercio (Poic) approvato nel 2006 e la sostenibilità infrastrutturale. Quanto al primo limite, può significare una grande struttura non alimentare al massimo di quattromila metri quadrati, trasferendo nell’area una quota oggi individuata a Marano, e un’aggregazione di strutture minori. Quanto alle infrastrutture, la Pedemontana sostanzialmente c’è. In ogni caso – conclude Maletti – la dotazione commerciale dell’area ex-Sipe dovrà essere sensibilmente ridotta per poter rientrare nei limiti fissati dalla programmazione provinciale».
Le tappe del progetto di riconversione
Per secoli l’area ex-Sipe di Spilamberto è stata interessata dalla produzione di prodotti esplodenti. Nel 1510 gli Estensi fecero costruire qui un polverificio che divenne, nel ‘900, uno dei più importanti stabilimenti di polvere da sparo e munizioni in Italia. Dopo diversi passaggi di proprietà la fabbrica, rilevata dalla Fiat, chiuse definitivamente i battenti nel 1992, lasciando irrisolto il problema del recupero ambientale dell’area circostante, interessata dalla presenza di sostanze inquinanti (metalli, nitrocellulosa, nitrati, olii minerali e altri) provenienti dalle lavorazioni e dagli scarichi dello stabilimento.
Progetti di riconversione sono stati presentati dalla proprietà negli anni ’90, e nel 2002 sono partiti i lavori della conferenza di servizi che ha portato, nel 2004, alla definizione di un Accordo di programma tra la Provincia di Modena e i Comuni di Spilamberto, Vignola e Savignano sul Panaro.
Nel frattempo nel 2002 è nato il Consorzio Sipe – del quale facevano parte, oltre alle istituzioni pubbliche, enti di ricerca pubblici e privati e l’ Università, successivamente evoluto con l’unificazione con Democenter – con la missione di promuovere la ricerca e l’innovazione mediante la riconversione in Parco scientifico-tecnologico di un’ampia parte dell’area ex-Sipe, ceduta gratuitamente dalla proprietà.
Nel 2004 viene emesso un vincolo paesaggistico sull’intera area da parte della Direzione generale per i Beni culturali e paesaggistici, vincolo poi trasformato in storico sugli edifici ex-Sipe che dovranno ospitare il Parco scientifico-tecnologico, con il nulla osta del giugno 2007.