“Vogliamo riscoprire il quartiere di Gardenia, attraverso proposte culturali ed eventi artistici, dalla fotografia alla danza; ma anche attraverso la socialità, la scuola: penso al laboratorio sul quartiere, avviato dalla elementare ‘Pascoli’. Nell’ambito di Fotografia Europea, lo scorso anno ciò avvenne con successo per Rosta Nuova. Quest’anno avviene per Gardenia, il quartiere industriale più antico della città con Santa Croce, nato nel 1904, con i primi insediamenti industriali e le prime cooperative, le case per gli operai e gli impiegati. Un quartiere nato dalla fatica della gente, che lo ha abitato e vi ha lavorato. E’ un invito alla memoria e alla scoperta dell’attualità, con un obiettivo: amare Gardenia e la nostra città, che non ha periferie, ma è un unico tessuto urbano”.
Lo ha detto il sindaco di Reggio, Graziano Delrio, intervenendo alla conferenza stampa – nella riqualificata fonderia Lombardini ora sede del Centro regionale della danza-Aterballetto – di presentazione di Una Gardenia per il Primo Maggio, evento promosso dall’Amministrazione comunale nell’ambito di Fotografia Europea e in collaborazione con Anteprima Red, che precede il Festival di danza Red.
All’incontro con la stampa sono intervenuti anche l’assessore alla Città storica Mimmo Spadoni, il direttore della Fondazione della Danza, Giovanni Ottolini e il presidente dell’ottava Circoscrizione, Omar Mezzetti. Erano presenti anche l’assessore alla Cultura, Giovanni Catellani e il presidente di Acer, Marco Corradi.
“Abbiamo voluto porre ‘un segno di evidenziatore’ su Gardenia – ha detto l’assessore Spadoni – Lavoro, residenza e luoghi di ritrovo fanno di Gardenia un’entità urbana composita e completa. Ci sono parsi rilevanti e meritevoli di attenzione anche i passaggi storici, epocali, che hanno caratterizzato e ancora oggi contraddistinguono questo quartiere, da sempre al centro di mutamenti sociali e urbanistici a cui, anche attraverso politiche amministrative, ha saputo rispondere”.
“Gardenia nacque in una fase di crisi economica e forte emigrazione – ha proseguito Spadoni – e si caratterizzò per l’articolazione di un tessuto industriale e produttivo, oltre che abitativo, straordinari, nati intorno all’asse di viale Trento Trieste, alla stazione e allo scalo ferroviari oggi di Act. Ora Gardenia è di nuovo al centro di mutamenti fortemente connessi alla contemporaneità: è un quartiere con spiccate caratteristiche di terziarizzazione, con una nuova residenzialità e la riqualificazione degli immobili pubblici ex Iacp ora Acer, con nuove presenze di immigrazione ed eccellenze artistiche di primaria importanza, come la Fondazione regionale della danza che ha sede qui, nell’ex fonderia della Lombardini Motori. Attraverso progressive riconnessioni degli spazi urbani, riqualificazioni degli spazi pubblici, progetti culturali Gardenia è stato e continua ad essere uno dei centri storici di Reggio. Lo evidenzia bene la mostra di Fotografia Europea dedicata all’opera di Nicola Vinci, che sarà ospitata all’ex Opg: appunto, il tema della ‘porta’, delle connessioni fra spazi urbani, della riqualificazione di spazi pubblici”.
“Gardenia – ha detto il direttore della Fondazione della danza, Ottolini – mostra ancora una dimensione importante del lavoro, passato dall’industria pesante a quella ‘leggera’, immateriale, ad esempio della danza. Siamo oggi dimensione internazionale del lavoro, che vive però attraverso un forte radicamento nel territorio: questo centro di produzione coreografica ne è un segno. Ci interessa esplorare il tema del corpo nello spazio, la riconnessione degli spazi realizzata attraverso il corpo, attraverso il Progetto danza Linee di confine, con la partecipazione dei bambini della classe quinta della elementare Pascoli e attraverso lo spettacolo conclusivo di Aterballetto, Notte rock”.
Il presidente dell’ottava Circoscrizione, Mezzetti, ha sottolineato “le contraddizioni del presente, evidenti a Gardenia fra vecchi e nuovi residenti. I primi, soprattutto anziani e spesso con redditi bassi e i secondi, soprattutto immigrati extracomunitari. Dobbiamo sforzarci di trovare una continuità, fra tante differenze, dobbiamo integrare come già stanno facendo quotidianamente gli operatori del Polo 3 dei servizi sociali comunali. Perciò anche la rivisitazione storica di Gardenia può essere d’aiuto. Una storia, questa, che inizia ancora prima degli insediamenti industriali e cooperativi (le cooperative Muratori e dei Falegnami avevano sede a Gardenia) di inizio Novecento: queste erano terre del barone Fianchetti, che qui organizzava gare ippiche. E nell’area verde dell’ex cinema Parco ebbe sede il primo monastero benedettino fuori le mura della città”.