Antonio Lirosi, garante dei prezzi, ha scritto un pezzo che s’intitola: “Controllare i prezzi, tre punti per partire”. Al di là della simpatia che nutriamo per Lirosi, ci fa tenerezza la semplicità con cui analizza il problema prezzi nel nostro Paese, per indicare alcuni punti di partenza della sua futura azione. Sembra che Lirosi non abbia presente che in Italia, il problema degli aumenti dei prezzi, non è una cosa così, ma una vera e propria emergenza sociale che in sette anni ha portato la puntata del lotto a costare il doppio e la mancia al bar da 50 lire a 200-300 delle vecchie lire. Diciamo la mancia per far capire che sono proprio i comportamenti incoscienti che ci sono stati indotti nei primi anni di passaggio all’euro a fare da detonatore per l’esplosione dei prezzi.
Se ci avessero dato la possibilità di “capire” cosa costava un martello prima e dopo l’euro, o un tv color al plasma, o semplicemente una pizza, dandoci il doppio prezzo per un paio di anni, forse oggi non saremmo in queste condizioni. Oggi purtroppo ci sembra naturale che un caffè sia passato da 500 lire a 1800 (0,80-1 euro), o che la sera al ristorante se usciamo con un conto di 25-30 euro a testa siamo tutti contenti e ci segniamo l’indirizzo di quel ladrone sull’agenda per consigliarlo agli amici. Ma una volta 60.000 lire non ci volevano per una sontuosa cena di pesce? Bah! Allora, se davvero la crisi dei mutui oggi aggrava pesantemente la situazione, e induce migliaia di italiani a temere di incocciare in una spesa imprevista di 500 euro in un anno (dati Istat), questa è vera emergenza. E se è vera emergenza, i tre punti di partenza di Lirosi non servono proprio.
La sorveglianza (il suo primo punto) è in atto da anni, gli Osservatori si sono sprecati nel nostro Paese, addirittura per gli ortofrutticoli abbiamo usato anche gli sms per segnalare i prezzi osservati ai consumatori. Lirosi deve spiegarci come farà la Guardia di Finanza a intervenire se la speculazione non ha una definizione nel nostro ordinamento. Cosa e quando è che si verifica una speculazione? Berlusconi aveva fatto una buona legge, con la quale aveva posto le basi per una buona pratica sul controllo dei prezzi, resa inattuabile. Infatti quando quella legge permette di intervenire in caso di prezzo anomalo, ma non definisce quale sia tale prezzo anomalo, come potrà intervenire l’autorità preposta? Ecco il primo dei punti cui arrivare dunque: definire prezzo anomalo quello che supera di due volte il prezzo al precedente passaggio (se il grossista mi ha fatto pagare 0,50 un kg di pomodori io fruttivendolo non posso venderlo a più di 1 euro. Se invece faccio il furbo e lo vendo a 1.20, il prodotto mi può essere sequestrato e avviata una denuncia per aggiotaggio).
Dialogo sociale, è il secondo punto di partenza di Lirosi: ma cosa vuoi dialogare con soggetti che non hanno alcun interesse al dialogo (in parte anche i commercianti), e con i petrolieri (ora divenuti anche speculatori finanziari) o le banche (che dopo 20 riunioni inutili con noi consumatori sono state costrette solo da una norma interpretativa a rimangiarsi le penali e spese notarili sui mutui trasferiti) o le compagnie di assicurazione (che usano la liberalizzazione per rifiutare di assicurare i motorini o che comunque vogliono scegliersi chi assicurare al prezzo che dicono loro) onesti imprenditori sanzionati dall’antitrust per imbrogli pesanti alla concorrenza? È vero che siamo in un Paese a mercato libero, e noi non siamo di certo tra coloro che sperano nel ritorno al controllo del prezzo… ma al controllo delle speculazioni sì! Allora prendiamo esempio dal Messico, dove la speculazione sulla tortilla dei panettieri è stata stroncata dal procuratore Federale dei consumatori con multe fino a due milioni di pesos. Il suo intervento non ha scalfito il libero mercato ma ha dato bastonate agli speculatori, questo sì, e questo non ci sembra un problema. Dunque il secondo punto di arrivo è dare a lui o a chiunque sia il potere di sanzioni anche pesanti, anche provvisorie ed esemplari, contro chi specula sulla gente.
Terzo e ultimo punto sarebbe per Lirosi evidenziare le buone pratiche di chi è virtuoso. Su questo potemmo anche essere d’accordo, purché si istituisse anche il premio Attila per i cattivi però… e allora primo tra tutti il premio Attila spetterebbe proprio al Ministero dello Sviluppo di cui Lirosi ancora fa parte: questo, infatti, non solo non ha realizzato il congelamento delle accise e dell’Iva sulla benzina, ma nemmeno è riuscito a pubblicare l’elenco dei 2000 distributori indipendenti che fanno prezzi bassi in tutta Italia.
v. Presidente Regionale Codacons
(Fabio Galli)