Sono circa 26 le donne che mancano all’appello nelle giunte dei Comuni modenesi e che dovranno invece trovare spazio a partire dalle elezioni amministrative del 2009 se, come richiesto dalla 3ª assemblea plenaria della Conferenza delle elette della provincia di Modena, tutti i Comuni adotteranno entro l’anno la norma antidiscriminatoria che prevede una rappresentanza paritaria, o comunque non inferiore a un terzo, dei sessi. Attualmente le donne nelle giunte, tra sindaci e assessori, sono 68 mentre per arrivare almeno a un terzo dovrebbero essere 94.
Idee e proposte per incentivare una maggiore presenza delle donne nelle istituzioni sono state discusse nella 3ª assemblea plenaria della Conferenza delle elette della provincia di Modena che si è svolta lunedì 19 maggio al Baluardo della Cittadella di Modena. «La richiesta di norme antidiscriminatorie negli statuti degli enti locali vuole sopperire allo svantaggio storicamente accumulato dalle donne – ha affermato Caterina Liotti, presidente della Conferenza – e anche per questo, in vista delle prossime amministrative, lavoreremo per approdare a un “patto” politico con i partiti affinché almeno il 50 per cento di donne nelle liste sia il punto di partenza che tutti si dovrebbero impegnare a rispettare».
«Le donne sono più del 51 per cento della popolazione della nostra provincia – ha sottolineato Claudia Severi, vicepresidente della Conferenza – ma la stessa proporzione è ben lontana dal riflettersi nei luoghi di potere. Riteniamo perciò che si debba passare per le quote rosa, strumento doverosamente temporaneo ma necessario, perché non possiamo lasciare più di metà della popolazione fuori dalla stanza dei bottoni».
A oggi, oltre alla Provincia di Modena, sono nove i Comuni che hanno modificato il proprio statuto inserendo le norme antidiscriminatorie che riguardano non solo le giunte ma anche gli organi collegiali di Comuni, enti, aziende e istituzioni dipendenti dagli enti locali: Castelnuovo, Fiorano, Formigine, Maranello, Marano, Mirandola, Montecreto, Sassuolo e Savignano sul Panaro. I Comuni di Modena e Carpi avevano già inserito la norma per quanto riguarda le giunte e devono approvarla per gli enti di secondo livello. Sono dieci invece i Comuni che hanno recepito l’ordine del giorno e si sono impegnati a modificare lo statuto: Castelfranco, Montefiorino, Nonantola, Novi, Pievepelago, San Prospero, Sestola, Soliera, Vignola e Zocca.