Ad Argelato anche il WWF aderisce al porta a porta e si affianca al Comitato PPP (Pro Porta Porta) a sostegno del nuovo metodo di raccolta. L’importante associazione ecologista, riconosciuta a livello mondiale per le sue campagne a favore dell’ambiente, compare per la prima volta su un volantino, dall’inconsueta forma di girella verde, dedicato proprio al nuovo sistema di raccolta: accanto al logo PPP risulta ben visibile anche il famoso panda simbolo del WWF, che invita a fare la differenza e a sostenere il porta a porta, l’unico sistema che permette di raggiungere e superare l’obiettivo del 60% di rifiuti differenziati imposto dall’Europa.
I volantini vengono distribuiti nelle iniziative del Comitato, a partire dalla serata del 15 maggio dedicata al compostaggio domestico.
“L’unica soluzione sostenibile per i rifiuti urbani – afferma l’ingegnere Gianni Rimondi, referente per l’area tecnica del WWF – riguarda la riduzione all’origine e la riduzione a monte. Con la prima sosteniamo che chi produce le merci deve già prevedere il contenimento ed il totale riutilizzo dei materiali, mentre il secondo è il punto cruciale perché coinvolge i cittadini. La raccolta differenziata, in senso concreto ed esteso, deve sfociare, come risultato finale, nella raccolta porta a porta perché è l’unico reale sistema civile e democratico per raggiungere percentuali di raccolta certe, necessarie e, in alcuni casi, inaspettatamente elevate. Così si ha un riciclaggio e un riutilizzo quasi totale dei materiali differenziati ottenuti e la loro trasformazione di nuovo in materiali di base. Con tutti questi passaggi il rifiuto non recuperabile viene ridotto a percentuali bassissime, quasi irrilevanti, programmabili, che si potranno conferire e confinare in luoghi con volumi ridottissimi e controllati”.
Bocciata risulta invece la politica degli inceneritori: “Oggi sono proclamati dalle amministrazioni e dalla politica in generale come la soluzione ottimale, ma essi non sono una soluzione ma una aggravante poiché i danni che generano superano a dismisura i promessi benefici. In un inceneritore tutto quello che si introduce e si brucia ne esce totalmente trasformato, è un processo in perdita economica sostenibile solo se finanziato con denaro pubblico. E non solo la produzione energetica dell’inceneritore è inferiore a quella che si otterrebbe recuperando totalmente i prodotti di base, ottenibili con la raccolta porta a porta, ma ha un enorme impatto termico in atmosfera e di ricaduta sul suolo e sull’acqua emettendo anidride carbonica in quantità tali da non rientrare nei parametri del protocollo di Kioto”.