Segnali positivi per l’economia bolognese dall’anagrafe delle aziende: fra gennaio e marzo di quest’anno fra Bologna e provincia hanno aperto 2.397 nuove imprese, mediamente 26 al giorno. Nello stesso periodo 2.484 hanno cessato l’attività. Ne risulta un saldo complessivo nel primo trimestre di -87 unità che è il migliore degli ultimi 10 anni.
Va considerato anche – sottolinea la Camera di Commercio di Bologna – che il primo trimestre è influenzato dal concentrarsi delle chiusure amministrative nelle ultime settimane di ogni anno, ed al conseguente trascinamento del fenomeno delle cessazioni al primo trimestre dell’anno nuovo.
Continuano a crescere le nuove imprese (+2,45% rispetto allo stesso periodo del 2007) ma soprattutto diminuiscono nettamente le cessazioni: nei primi tre mesi del 2008 hanno chiuso 400 imprese in meno rispetto allo stesso periodo del 2007. Chiudono innanzitutto le ditte individuali, che rappresentano infatti circa 3 imprese cessate nel trimestre su 4, anche se questo dato si accompagna con un elevato numero delle iscrizioni per questa forma di impresa “semplice”: da gennaio infatti hanno iniziato l’attivita’ mediamente 15 nuove ditte individuali al giorno. Sostanzialmente stabile invece il numero delle società di persone. Si conferma invece la crescita delle società di capitale: rappresentano più del 20% delle nuove attività, ma soprattutto sono le forme di impresa in cui minori sono le cessazioni. Si tratta di un andamento che si conferma ormai da un decennio: se nel 1998 le società di capitale rappresentavano il 17% delle imprese oggi incidono per il 24%.
Parallelamente il peso delle ditte individuali è diminuito del 6%. Il settore dei servizi alle imprese è quello che più ha visto aumentare il numero delle aziende (+51 fra gennaio e marzo), seguito dalle costruzioni (+46). Rallenta invece il commercio, con 202 unita’ in meno dovute principalmente alla battuta d’arresto delle attività al dettaglio. Il commercio si conferma comunque come l’attività piuù diffusa in provincia con quasi 25 imprese su 100. In diminuzione anche il settore manifatturiero (-72), i trasporti (-51), l’agricoltura (-44), i servizi pubblici, sociali e personali (-18).