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Modena: il piano per l’integrazione delle donne immigrate

Favorire l’accesso delle donne straniere alla scuola, alla formazione e al lavoro. È questo l’obiettivo del Piano per l’integrazione delle donne immigrate approvato nei giorni scorsi dalla Provincia di Modena con il voto favorevole di Pd e Verdi, quello contrario della Lega nord e l’astensione degli altri gruppi di minoranza.

«Lavoro e formazione sono strumenti fondamentali per l’integrazione – ha affermato Palma Costi, assessore provinciale alle Pari opportunità nella sua presentazione – soprattutto perché le donne hanno un ruolo educativo primario e sono un forte elemento di stabilizzazione della famiglia immigrata. Il Piano si basa su azioni già esistenti che vengono sviluppate e mirate in modo più preciso nei confronti delle donne immigrate».
In base ai dati del 2007 le donne immigrate in provincia di Modena sono 32.450 e sono passate in dieci anni dal 40 al 48,2 per cento degli stranieri residenti. Il numero degli avviamenti al lavoro delle immigrate è cresciuto dai 4.700 del 2001 agli 11.500 del 2006 fino ai 16.440 del 2007 e oggi, su dieci donne avviate al lavoro due, in media, sono straniere.
Per permettere l’accesso delle ragazze e delle donne immigrate alla scuola e alla formazione il Piano provinciale prevede azioni di inclusione nella scuola superiore, di alfabetizzazione, di orientamento. Per favorire la formazione professionale si terrà conto delle particolari esigenze di flessibilizzazione d’orario, delle difficoltà economiche e di mobilità delle donne immigrate e verrà effettuato un monitoraggio annuale sulla presenza femminile ai corsi di formazione. Per incentivare l’avviamento al lavoro dipendente il Piano prevede il rafforzamento dei servizi dei centri per l’impiego, una formazione specifica degli operatori e lo sviluppo di piani di promozione differenziati per target. Il lavoro autonomo sarà invece sostenuto anche attraverso la promozione del microcredito.

Particolare attenzione è dedicata alle badanti: dal febbraio 2008 è infatti attivo al Centro per l’impiego, grazie a una convenzione tra Provincia e Comune di Modena, lo sportello che favorisce l’incrocio tra la domanda da parte di famiglie in difficoltà con anziani non autosufficienti e l’offerta di lavoro da parte delle badanti mentre sono in progetto la formazione e la regolarizzazione del rapporto di lavoro delle assistenti familiari.

Il dibattito
Il Piano provinciale per l’integrazione delle donne immigrate è stato approvato con il voto favorevole di Pd e Verdi, l’astensione di Forza Italia-Pdl, An-Pdl, Popolari liberali-Pdl e il voto contrario di Giorgio Barbieri (Lega nord) che ha sostenuto che «le politiche non dovrebbero essere specifiche per gli immigrati ma uguali per tutti. L’unica cosa convincente del piano è la previsione del microcredito».
Giovanna Bertolini (Forza Italia-Pdl) dopo avere rilevato che «l’86 per cento delle donne immigrate musulmane è analfabeta e non parla l’italiano e l’80 per cento non può uscire di casa se non accompagnata» ha sottolineato che «queste donne devono essere prima di tutto aiutate a uscire dalla loro condizione di subalternità e bisognerebbe avviare un’indagine sulla loro condizione di emarginazione». Anche la collega di partito Claudia Severi ha rimarcato che il piano non fa cenno alla «condizione di segregazione delle donne islamiche, spesso costrette a subire la poligamia» e ha affermato che «bisogna smettere di considerare come tolleranza multiculturale comportamenti illegali e violenze». Dello stesso parere Cesare Falzoni (An-Pdl) secondo il quale «il piano è la solita vetrina di buone intenzioni basato su una foto della realtà parziale e non vera», mentre per Franca Barbieri (Pd) «tiene conto della complessità della questione senza pretese di risolverla ma affrontandola con tutte le azioni possibili allo stato attuale dell’arte». Walter Telleri (Verdi) lo ha definito «un lavoro eccellente che rientra in una visione europea del problema immigrati, che non è né semplice né facile» e anche per Marisa Malavasi (Forza Italia-Pdl) «è un documento importante che risponde alla risoluzione europea per l’integrazione, ma bisogna verificare passo per passo l’utilizzo dei fondi europei». Per Caterina Liotti (Pd) le donne immigrate «sono portatrici contemporaneamente del cambiamento e della continuità e vanno sostenute in questa loro azione anche mostrando tolleranza zero nei confronti degli abusi». Infine, Tomaso Tagliani (Popolari della libertà-Pdl) si è detto «preoccupato perché il piano non tutela gli anziani che vengono messi in difficoltà dalle badanti, come lo sono i figli e i nipoti che temono di perdere l’eredità».

















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