Tatuaggi ancora sotto accusa. Questa volta a lanciare l’allarme è uno studio statunitense pubblicato su “Archives of internal medicine”, che rivela che il pericolo di contrarre il virus dell’epatite C è sei volte più alto di quanto non si sia creduto fino ad ora.
Questo perché non venivano tenuti in considerazione i casi di infezione subclinica, cioè quando il virus è nell’organismo, ma non ha attaccato il fegato.
Sono stati osservati 262 pazienti infettati, ma coloro che avevano i tatuaggi erano associati a una probabilità di ammalarsi di epatite più alta solo del 20%, e questa discrepanza era dovuta alla particolare modalità di infezione.
Infatti, attraverso gli aghi usati per i tatuaggi passano quantità piccolissime di virus e quindi, prima che si manifesti la malattia vera e propria, è necessario molto tempo ed è per questo motivo che il paziente può rimanere asintomatico per diversi anni.