Il sindaco Andrea Rossi, accompagnato dal vice sindaco e assessore all’urbanistica Paolo Pellati e da alcuni esponenti della Giunta, ha voluto nella mattinata di oggi fare il punto della situazione sul dibattito in corso a diversi livelli sullo sviluppo urbanistico di Casalgrande.
“Abbiamo registrato di tutto in questi giorni a proposito della crescita che interessa il nostro Comune: dichiarazioni, esternazioni, prese di posizione di esponenti politici, ex amministratori, comitati di cittadini. Partendo da un semplice atto, quale la variante urbanistica che riguarda la ceramica ITA, si è sconfinato in un populismo che non si addice a chi ha responsabilità di governo, con molta approssimazione senza conoscere dati e vicende. Si accusa questa amministrazione di cementificare il paese, continua Rossi. I dati oggettivi e inequivocabili che riportiamo sono conseguenti a scelte precise e a una linea chiara sull’idea che abbiamo di sviluppo e che sono contenute nel nostro programma di mandato. Dal 2004 ad oggi sono stati realizzati solo 136 alloggi contro i 1134 della legislatura precedente, di cui 111 in zone di trasformazione e cioè aree dismesse di vecchi insediamenti industriali e ora recuperate e riqualificate e 25 alloggi che comprendono, tra l’altro, anche i piani di recupero e i fabbricati rurali. Un secondo dato che dà esattamente il senso di come questa amministrazione abbia invertito decisamente le tendenza a costruire, riguarda gli oneri di urbanizzazione introitati: 3 milioni e 400.000 euro nel 2004, 1 milione e 440.000 euro nel 2007, una previsione di entrata nel 2008 che supererà di poco il milione di euro. Vi è poi il discorso relativo alle aree industriali per le quali abbiamo approvato varianti di trasformazione del territorio per circa 200.000 metri quadrati, scegliendo consapevolmente, e nella maggioranza dei casi con il pieno appoggio del Consiglio Comunale, di sostenere il tessuto produttivo e di consentire una migliore e più funzionale logistica nelle aziende, in un momento di difficoltà che sta preoccupando tanto l’amministrazione quanto le famiglie di Casalgrande.
Qual’ è dunque, si chiede Rossi, il senso o il fine di queste strumentalizzazioni politiche? Abbiamo rispetto per tutti, capiamo anche che si sta avvicinando la tornata elettorale ma cavalcare fobie collettive e paventare scenari di crescita incontrollata con dati inesatti o estrapolati ad arte non è accettabile Il problema oggi è come gestire, governare, arricchire di servizi un paese che sta vivendo una crescita figlia di precedenti PRG ed è su questo che stiamo lavorando in pieno rispetto del programma che a suo tempo abbiamo proposto agli elettori”.
Sulla stessa linea sono state le dichiarazioni del vice sindaco Pellati che ha ricordato come: “Rispetto al PRG del 1999 siano state messe in campo azione volta a contenere l’espansione. Ciò è avvenuto, ha detto Pellati, con la limitazione degli alloggi ricavabili dai fabbricati rurali, con la dotazione dei parcheggi legati al singolo alloggio, con la norma di non scendere sotto i 70 mq per alloggio, con la definizione dei tempi di messa sul mercato delle aree fabbricabili e, soprattutto, con la definizione del nuovo PSC, attualmente in corso, che non darà indicazione sulle aree di fabbricazione ma piuttosto definirà degli ambiti sui quali le amministrazioni che si succederanno potranno o meno concedere permessi edilizi”.
Un ultimo passaggio è stato riservato alla vicenda ITA “Che, ricorda nuovamente Rossi, è stata a più riprese trattata impropriamente. ITA non ha fatto altro che avanzare una semplice richiesta di potenziamento della propria produzione in un sito riconosciuto industriale fin dal PRG del 1982 e con la previsione di una espansione residenziale in quella zona vicino al semaforo e vicino alla villa storica di Codeluppi in Via Reverberi, confermando in questo modo la vocazione produttiva del comparto e sancendone la convivenza con l’area residenziale. Dobbiamo dunque tenere coerenza nell’azione amministrativa. Davanti a crisi come quella della Sassolnova e della Ceramica Omega abbiamo tenuto una posizione tesa a salvaguardare in tutte le sedi il comparto produttivo e i livelli occupazionali. ITA è una realtà, garantisce 20 posti di lavoro ed è insediata legittimamente su quest’area. Perché dunque impedire un suo potenziamento che tra l’atro non prevede ampliamenti di sorta? Di questo tema, che abbiamo gestito in assoluta trasparenza, discuteremo serenamente in Consiglio Comunale e incontreremo senza difficoltà i cittadini del costituendo comitato”.