Il pacchetto di misure adottato dal governo italiano per far fronte all’emergenza dei nomadi in Italia non viola le norme Ue. Lo ha detto a Bruxelles Michele Cercone, il portavoce del commissario europeo per Giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot.
Rispondendo a chi chiedeva se la Commissione europea avesse concluso la valutazione del rapporto che il governo italiano ha inviato a Bruxelles lo scorso 1 agosto, il portavoce ha sottolineato che “né ordinanze, né le linee direttrici, né le condizioni di esecuzione, autorizzano la raccolta di dati relativi all’origine etnica o religiosa delle persone censite”.
In questo contesto, ha aggiunto Cercone, in Italia “non c’è nessuna raccolta sistematica delle impronte digitali” nei campi nomadi. E soprattutto “la presa di impronte digitali ha il solo fine di identificare le persone quando non sono in possesso di un documento e comunque come extrema ratio” “Questo è valido in particolare per i minori, nei confronti dei quali il riscorso alla raccolta di dati dattiloscopici è limitato ai soli casi strettamente necessari per l’identificazione, quando questa non è possibile con altri documenti”, ha detto ancora Cercone a Bruxelles.
“Nell’insieme – ha aggiunto il portavoce di Barrot – possiamo dire che la buona cooperazione tra le autorità italiane e la Commissione ha permesso di verificare la natura delle ordinanze, delle linee guida, e delle condizioni di esecuzione e di correggere tutte le disposizioni e misure che potevano essere contestabili”. Il portavoce ha quindi riferito che Barrot intende rimanere “estremamente attento a tutte le disposizioni sull’attuazione di queste misure che potranno essergli comunicate” dalle autorità italiane. Ed è proprio in questo contesto che il vicepresidente della Commissione europea “ha chiesto di essere informato al momento opportuno della conclusione di questo censimento, delle condizioni di svolgimento e dei suoi risultati”.
La Commissione europea riferisce inoltre che, sempre secondo il rapporto inviato a Bruxelles, le “linee direttrici sono state adottate consultando prima l’autorità nazionale per la protezione dei dati al fine di assicurare la loro conformità con le norme sulla protezione dei dati a carattere personale. E l’autorità nazionale italiana ha dato un parere favorevole”. “E’ anche da notare – ha continuato Cercone – che le autorità italiane cooperano con la Croce Rossa e l’Unicef per l’attuazione di queste linee direttrici”. Insomma, ha concluso il portavoce, “il vicepresidente Barrot apprezza la volontà dichiarata del ministro dell’Interno italiano, Roberto Maroni, di rispettare la legislazione europea e lo ringrazia per il rapporto che gli ha inviato il primo agosto a testimonianza di questo”.
(Fonte Adnkronos)
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