La proposta di federalismo fiscale delineata dal Governo non soddisfa i sindaci del Centro Nord, riuniti oggi a Reggio Emilia, nella storica Sala del Tricolore, per partecipare al seminario di approfondimento sul tema, promosso dall’Anci-Associazione nazionale comuni italiani Emilia Romagna. All’incontro, presieduto dal sindaco di Reggio Emilia e vicepresidente nazionale dell’Anci, Graziano Delrio, sono intervenuti fra gli altri il sindaco di Bologna e presidente Anci Emilia Romagna Sergio Cofferati; il sindaco di Lodi e presidente dell’Anci Lombardia Lorenzo Guerini; i sindaci di Piacenza, Roberto Reggi; di Padova, Flavio Zanonato e di Vicenza, Achille Variati.
L’incontro è stato introdotto da un’illustrazione tecnica del disegno di legge da parte di Angelo Rughetti, segretario nazionale Anci nazionale e da una comunicazione del professor Andrea Carinci, docente di Diritto tributario all’Università di Bologna.
“E’ emerso – ha detto il sindaco Delrio – un comune sentire da parte dei sindaci del Centro Nord: posizioni e preoccupazioni che rappresenteremo al prossimo Comitato direttivo dell’Anci. Essendo nella sala del Tricolore e indossando tutti la fascia tricolore, siamo convinti che l’Italia sia una e indivisibile, ma siamo tutti d’accordo che ognuno debba fare la sua parte. Noi la nostra parte l’abbiamo fatta e la stiamo facendo anche verso il risanamento dello Stato, e abbiamo il diritto e il dovere, per i nostri cittadini, di chiedere la certezza delle risorse per le funzioni che ci vengono attribuite e che già abbiamo. Il nostro ruolo e la nostra responsabilità su questo tema sono fondamentali, non periferiche. E su questo argomento non ci sono mediazioni possibili. Mi pare che sia una posizione condivisa che l’attuale formulazione della bozza di disegno di legge non sia soddisfacente, e rimane talmente nel vago che le uniche disposizioni approfondite sono quelle che per noi possono rappresentare più un problema che un’opportunità. Avremmo bisogno di più stabilità, di più chiarezza, direi di più serietà nell’affrontare un problema così importante come la corrispondenza tra le esigenze dei cittadini e le risposte della Pubblica amministrazione”.
“Questa bozza di disegno di legge – ha ribadito Delrio alla stampa – è ancora una volta una proclamazione di buone intenzioni. I sindaci, però, debbono rispondere tutti i giorni ai cittadini con i servizi e hanno bisogno di capire con quali risorse lo Stato realizzerà il federalismo. Ad oggi c’è totale indeterminatezza, non stiamo costruendo davvero il federalismo, ma stiamo ragionando su alcune idee. In pratica così non si possono costruire riposte per i cittadini. Inoltre passeranno due anni prima che arrivino i decreti, durante i quali bisognerà aspettare le decisioni dello Stato. Se è vero che le risorse transiteranno dalle Regioni, ancora una volta non si risponde a un principio che è alla base del federalismo fiscale, cioè che le risposte arrivino da coloro che sono più vicini ai bisogni dei cittadini. In tal modo, il rischio è che non solo avremo una finanza derivata dallo Stato, ma anche una finanza derivata dalle Regioni: i Comuni non saranno in grado di organizzare da soli le risposte ai cittadini. Questo è un passo indietro, non un passo avanti”.
Per Sergio Cofferati prioritario è definire il modello federalista a livello istituzionale, poi fiscale, quest’ultimo strettamente connesso al welfare.
“Si vogliono relegare i Comuni a un ruolo ‘ancillare’, mentre i Comuni hanno una grande storia e grandi potenzialità – ha detto il sindaco di Bologna – La discussione sul federalismo sta partendo, per come è stata posta, in modo sbagliato: il testo che ci è stato presentato è ben lontano dall’essere un’ipotesi di federalismo fiscale. Credo che una discussione che voglia arrivare a una conclusione condivisa debba rispettare un ordine: prima occorre discutere dell’assetto del federalismo istituzionale al quale si mira, poi bisogna parlare di federalismo fiscale e contemporaneamente discutere di welfare. Infatti i cittadini pagano le tasse per avere dei servizi, dunque ‘chi fornisce questi servizi, qual è la qualità di questi servizi’ non può essere un argomento che viene lasciato ai margini, o addirittura ignorato. Infine l’argomento principale, quando si arriverà davvero a metter mano all’ipotesi di diverso assetto della struttura fiscale si dovrà garantire ai terrori la permanenza sui territori stessi di una quota delle risorse che vengono create. In questo caso credo che gli strumenti principali siano da un lato l’Iva, dall’altro l’Irepf, non le forme di intervento fiscale per i Comuni che sono state annunciate più volte in queste settimane. I cittadini sanno benissimo che pagano le tasse per aver poi delle protezioni e tengono molto a queste protezioni, fondamentali soprattutto per i più deboli. I Comuni vogliono mantenere queste protezioni e anche la quota di risorse che servono per alimentarle”.
“Poi – ha aggiunto Cofferati – c’è il tema delicato dei rapporti tra Regioni, Comuni e Province. C’è una parte del governo che pensa che il federalismo sia trasferire le risorse dello Stato alle Regioni. Mi pare che sia una visione molto limitata e discorsiva del federalismo, che tra l’altro finirebbe per penalizzare pesantemente i Comuni”.
Lorenzo Guerini, sindaco di Lodi e presidente Anci Lombardia, ha descritto il disagio dei sindaci nell’intervenire su una proposta che non corrisponde alle aspettative dei cittadini sul federalismo e al processo previsto dall’articolo 119 della Costituzione. Guerini ha proposto di rilanciare una riflessione di carattere politico a monte della bozza, sul federalismo, e di “sviluppare iniziative di confronto con le Regioni, che si stanno definendo come interlocutori dei Comuni e come perno istituzionale su cui ruota la proposta del governo”.
Roberto Reggi, sindaco di Piacenza, ha posto una domanda chiave: “Chi paga il debito? Chi lo produce o c’è qualche altro elemento di ripartizione? Questo non è chiaro nel testo che abbiamo visto”. Inoltre “è giusto pretendere un federalismo del territorio, evitando di passare dal centralismo statale al centralismo regionale. Basta finanza derivata da Stato o Regioni, i Comuni sono adulti per erogare i servizi e controllarli direttamente”.
Forti riserve sono state espresse anche dal sindaco di Padova, Flavio Zanonato, in particolare su tempi di realizzazione del progetto di federalismo avanzato dal governo e sulle risorse: “Servono almeno due anni perché il progetto si traduca in legge e potrebbero servirne quasi altrettanti perché si creino i presupposti affinché tale legge trovi applicazione. A conti fatti, ben si comprende che a quell’epoca la legislatura sarà conclusa… Nel frattempo, noi enti locali cosa facciamo? E delle risorse, che dire? Come possiamo parlare di risorse disponibili e da ridistribuire quando, su altri fronti, non si fa che porre vincoli e tagli. Si risponda prima a queste due domande: dove sono le risorse e con quali criteri avviene la loro redistribuzione?”
Achille Variati, sindaco di Vicenza, con altri amministratori del Veneto, ha informato che il primo ottobre un treno di sindaci veneti partirà per portare a Roma le proprie richieste sul federalismo.Variati ha incalzato l’Anci a cercare un patto tra enti locali e Regioni e a cercare un’unità di intenti tra sindaci del Nord e sindaci del Sud. Come ha specificato in seguito il vicesindaco di Crespano del Grappa Antonio Guadagnin, 450 primi cittadini veneti su 580 hanno infatti firmato un documento comune: “Facciamo una proposta di legge che risolva alla base i problemi e la base sono i trasferimenti dello Stato. Ad oggi, qualsiasi tentativo perequativo è fallito costringendo gli amministratori locali in un sistema di vassallaggio medievale che è poco dignitoso. La nostra proposta di legge è di fissare principi che vengano rispettati, un 20% dei tributi”.
Amalia Neironi, presidente di Anci Piemonte, ha evidenziato la difficoltà dei Comuni nel rientrare nel patto di stabilità, ponendo anche questo tema all’ordine del giorno per le relazioni con il governo.
Tra gli altri intervenuti al seminario Anci di Reggio Emilia Fausto Merchiori sindaco di Rovigo, Carlo Castelli sindaco di Budrio, Romano Tiozzo sindaco di Chioggia, Gianfranco Pizzolitto sindaco di Monfalcone.
Presenti inoltre Elvio Ubaldi presidente del consiglio comunale di Parma con l’assessore al bilancio Massimo Trasatti, l’assessore al bilancio di Modena Francesco Frieri e ancora Cesare Beggi sindaco di Quattro Castella e presidente Anci provinciale Reggio Emilia, Graziano Patuzzi sindaco di Sassuolo, l’assessore al bilancio di Bologna Paola Bottoni, il sindaco di Bagnolo in Piano Giovanni Rossini e il sindaco di Guastalla Mario Dallasta; il sindaco di Reggiolo Mauro Panizza e il sindaco di Poviglio Stefano Carpi.