Una sabato denso di appuntamenti: la giornata apre come di consueto con Traces la mostra installazione dedicata al lavoro di Thierry Salmon (Teatro delle Passioni dalle 11 alle 15). Alle 16 replica lo spettacolo di Luisa Pasello la sofferenza della luce (Teatro delle Passioni) nel quale un’attrice alle prese con le vicissitudini del quotidiano incontra le parole che mettono in luce l’aspetto straordinario delle piccole cose. Un viaggio di scoperta nella ripetizione dei gesti della quotidianità e di come, improvvisamente, ci si possa rendere conto di una dimensione molto più vasta della vita.
Alle ore 17:00 presso l’istituto ITIS Fermo Corni si presenta lo spettacolo ad ingresso gratuito Café Moravia inserito nelle attività collaterali del Festival. Presentato dagli studenti del 5°anno del Dipartimento di Recitazione e Arte Drammatica dell’Università di Tempere (Finlandia) vede recitare gli allievi della scuola in italiano senza avere precedenti conoscenze della lingua. Quella che sembrava originariamente un’idea bizzarra, è in effetti diventata la linea principale del programma d’istruzione capace di mettere in discussione il linguaggio del corpo, la gestualità in relazione alla lingua madre dell’attore e ai clichés adottati sul palco.
I dialoghi di Café Moravia sono tratti dai racconti brevi di Alberto Moravia, da due suoi saggi, da un passaggio di Aleksis Kivi e da liriche popolari finlandesi.
Stefano vercelli, a Vignola, continua il suo esperimento Only for your eyes dove ingaggia un rapporto speciale e intenso con gli spettatori (ore 17, 17:40 e 18:20 obbligo prenotazione).
L’attesissima prima di Spectacular dei Forced Entertainment che il quotidiano inglese “The Guardian” definisce “la più brillante compagnia inglese di teatro sperimentale” (Ponte Alto ore 17:30, partenza del bus navetta gratuito dal Teatro delle Passioni alle ore 17).
Spectacular per la prima volta dal 1997 riunisce esclusivamente i componenti del gruppo storico in un progetto che vede all’inizio un attore dichiarare dal palcoscenico che lo spettacolo che si sta per rappresentare potrebbe subire delle variazioni rispetto alla struttura.
Spectacular si concentra su ciò che avviene nel momento performativo, è aperto alla sfera della possibilità, dell’umorismo e dell’invenzione, parla della morte e dello strano rapporto tra i due performer presenti in scena, di ciò che instaurano con il pubblico.
Una prima anche per H3 (19:30 Teatro Storchi) lo spettacolo del giovanissimo Bruno Bealtrào e del suo Grupo De Rua che dalle strade di Rio de Janeiro iniziano un percorso che dalla danza hip hop e dallo street dance partono per ripensare un percorso anticonvenzionale di vivere la danza. A Modena presenta il suo nuovo lavoro H3, compimento dei risultati formali di H2; mentre nel precedente lavoro Beltrão cercava un rinnovamento del vocabolario proprio dell’hip hop utilizzando uno spazio pre-progettato in cui collocare i danzatori, qui, invece, lo spettatore contempla un flusso continuo di corpi, che fluttuano attraverso i limiti dello spazio performativo in modo meno formale, come se galleggiassero, costruendo una mappa complessa di sentieri. In particolare, la danza si sofferma sulla possibilità del contatto fisico, sul peso e sulla caduta, elementi che solitamente nella danza hip hop sono secondari.
Giovanissimi anche gli argentini della compagnia Timbre 4 che al festival presentano La omisión de la familia Coleman ritratto pungente della povertà e dell’imperversare della violenza domestica e familiare.
Prima replica anche per Obludarium dei Fratelli Forman (Parcheggio Via Zenzano, Vignola ore 20:30) che in un tendone dal sapore dell’est ospita l’antica arte della marionetta cecoslovacca. Lo spettatore ha la possibilità di immergersi in un mondo di immagini variopinte; l’arte dei Forman si nutre di una poesia che trae ispirazione dall’infanzia, che trova il suo ritmo nelle musiche tzigane e nei personaggi delle marionette.
Peter Brook rappresenta sicuramente l’artista più atteso e più illustre del festival che con il suo ultimo lavoro Warum Warum (Salone delle feste, Correggio ore 21) che insieme all’attrice Miriam Goldschmidt va a indagare nel cuore del processo creativo del teatro.
Il punto di partenza sono i testi di alcuni dei più importanti fondatori del teatro moderno: Meyerhold, Craig, Dullin, Artaud -tra gli altri- ma si avvertono anche echi di Zeami Motokiyo e naturalmente di Shakespeare, al quale Brook fa sempre riferimento. La drammaturgia (che il regista ha elaborato insieme alla sua co-autrice Marie-Hélène Estienne) è un montaggio di testi dei suddetti autori ed artisti. Brook mostra il processo artistico come percorso di un continuo dubitare e domandare, nello scambio tra attore e pubblico: Perché? Perché?
In collaborazione con il Teatro Comunale si replica per pitiè! di Alain Platel e Fabrizio Cassol (Teatro Comunale Luciano Pavarotti ore 21). Platel mette in scena storie personali elaborate sulle scena attraverso la lettura profonda e originale della partitura musicale. L’autore ritorna con quest’opera all’ispirazione bachiana dopo Iets op Bach del 1998, e si affida alla rivisitazione originale della Passione secondo Matteo operata da Fabrizio Cassol. L’esecuzione musicale, dal vivo, è parte integrante dello spettacolo, secondo il modello già affinato sulle musiche di Monteverdi in Vsprs, presentato a VIE nel 2006.
Seconda replica anche per Ismène di Enrico Bagnoli, storico disegnatore luci di Salmon, qui regista, e di Marianne Pousseur (Teatro delle Passioni ore 21). Il compositore Georges Aperghis ha musicato pensando alla voce di Marianne Pousseur, acclamata interprete di musica contemporanea, creandone uno spettacolo intimo e intenso dalle sonorità arcaiche.
Seconda replica anche per Stranieri del Teatro delle Albe (Auditorium San Rocco Carpi ore 21:30) che rappresenta un nuovo approdo alla drammaturgia contemporanea per il dopo l’urticante Sterminio di Werner Schwab. Stranieri si rivolge alla scrittura a nervi scoperti del genio sregolato della drammaturgia italiana, Antonio Tarantino. Un cortocircuito tra la visionarietà tragicomica delle Albe e questo testo mai rappresentato, ritratto impietoso della “paura dell’altro” come malattia intima e sociale, delirio estremo in bilico tra il reale e l’incubo.
Debutto di Neva del Teatro En El Blanco (Liceo Sigonio ore 23:30) che è una compagnia cilena indipendente fondata nel 2004 e composta da quattro attori. La pièce, che ha debuttato un anno e mezzo fa, ha riscosso un successo internazionale ed è stata vista da 25.300 persone. Ha ottenuto anche il riconoscimento nazionale come “Migliore Opera 2006”.
Per info: dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19 telefonare al numero 059.305738
o consultare il sito VIE Festival Modena.