15 tra performance, spettacoli ed eventi collaterali chiudono oggi la quarta edizione del festival VIE Scena Contemporanea Festival. Ultimo giorno per Traces la mostra installazione dedicata al lavoro di THIERRY SALMON (Teatro delle Passioni dalle 14 alle 17:30).
Terza e ultima replica per Inferno di ROMEO CASTELLUCCI/SOCÌETAS RAFFAELLO SANZIO (Teatro Comunale Luciano Pavarotti ore 16:00). Unica tappa italiana dopo il debutto avignonese allestito nell’immenso spazio all’aperto della Cour d’Honneur del Palazzo dei Papi, l’Inferno ricostruisce l’atmosfera della prima cantica all’interno del Teatro Comunale di Modena. Una folla di attori e comparse invade la scena, sono i dannati che, lontani dal sentirsi una comunità, lottano nella solitudine di una condizione che nello smarrimento vede la chiave del proprio agire. In un’oscurità dove non si vede nulla, si può immaginare di tutto: buio, confusione e crisi rappresentano la condizione dell’artista nelle prime fasi della creazione, un disorientamento che in Dante rappresenta una crisi spirituale profonda, ma che potrebbe rappresentare la condizione dell’arte tout court. Un Inferno, quello di Castellucci, dove la gente e le relazioni umane che ne scaturiscono vivono della nostalgia per la vita.
Moving by numbers in scena al Cortile d’Onore Palazzo Pio di Carpi dalle 17 alle 20 (ogni 10 minuti – prenotazione obbligatoria) è la strana idea dell’artista franco-tedesco WOLF KA. Ideato per uno spettatore lo spettacolo si colloca in una dimensione intima creata grazie a un particolare dispositivo costituito da un’originale architettura la cui interfaccia visuale e audiotattile stimola il corpo dello spettatore attraverso le azioni sceniche del danzatore.
E’ un’esperienza unica tra lo spettatore e il danzatore che abitano due spazi distinti e comunicano attraverso due specchi su uno dei quali si riflettono i movimenti della danzatrice Maria Donata D’Urso.
Ultima replica anche per STEFANO VERCELLI che con il suo Only for your eyes, inedito spettacolo per uno spettatore al Museo Civico d’Arte di Modena (ore 17, 17:40, 18:20- prenotazione obbligatoria), una struttura autoportante simile a un cubo bianco arriva in un luogo preciso della città per farsi punto d’incontro tra attore e spettatore. Tre atti in dieci minuti in cui lo spettatore diventa egli stesso parte integrante della performance. Un sottile gioco di ruoli che con gli ingredienti del teatro classico trova la sua vocazione per farsi evento unico e irripetibile.
Unica replica sul finire per La terza conversazione lo spettacolo gioiello di FRANCESCA GRILLI (Rocca di Vignola ore 18, 18:40, 19:30, 21), la Grilli da tempo sta sviluppando un importante progetto di ricerca sul rapporto che i sordi hanno con la musica. Gli spettatori, direttamente coinvolti in un ascolto tattile e visivo, percepiscono e vivono la musica come un’esperienza che ridisegna la convenzionale modalità d’ascolto.
In scena un compositore e un cantante sordo interpretano, ognuno a proprio modo, il suono. Francesca Grilli scandaglia il sottile rapporto tra sordità e musica e lo fa reinventando l’azione dell’ascolto, dove il suono viene assorbito e analizzato attraverso l’orecchio e il tatto.
Un ascolto visibile e udibile secondo modalità inedite.
Replica anche crac dei MOTUS la performance rappresenta la deriva non teatrale del progetto “X(ics) racconti crudeli della giovinezza” (Palazzo Santa Margherita ore 18:30) e X.03 movimento terzo (Ponte Alto ore 22 – partenza del bus navetta dal Teatro delle Passioni alle ore 21:30) che rivolge l’attenzione alla giovinezza e in particolare a quei ragazzi che vivono nelle periferie urbane italiane e europee. La compagnia ha intrapreso un viaggio quasi documentario, in quelle zone indefinite divenute ora anche luogo d’incontro per i ragazzi nel tempo libero: dai parcheggi, ai fast-food, agli anonimi e immensi centri commerciali, dalla Bassa Romagna, luogo di partenza del progetto, alle banlieue francesi, fino ai quartieri deserti dell’ex DDR.
L’anteprima dell’ultimissima fatica di ABBONDANZA/BERTONI, Un giorno felice (Teatro delle Passioni ore 18:30) tornano ad essere soli in scena dai tempi di Romanzo d’infanzia rappresenta la riconferma di un incontro che nel gesto del teatro danza rinnova la sua necessità espressiva.
Ultima replica alle 19 (Rocca di Vignola) anche per la performer giapponese UIKO WATANABE che con La pièce avec lègumes regala una coreografia domestica che ruota attorno al tema del cibo. Un lavoro ironico e leggero, capace di riportare la danza a una dimensione meno astratta e distante grazie anche all’utilizzo di semplici oggetti, come gli ortaggi, che fanno parte della vita quotidiana di ognuno di noi.
Doppia replica per Night must fall di CHIARA GUIDI (Rocca di Vignola ore 18:20 e 20) che dopo il successo di Madrigale appena narrabile presentato durante la scorsa edizione di VIE, replica con un lavoro dove gli attori lasciano il posto ai cantori e i gesti di condensano nella gola che si fa luogo di massima espressione e vibrazione.
Ultima replica Tra la terra e il cielo di GIORGIO BARBERIO CORSETTI/FATTORE K (Teatro Storchi ore 20) che continua un personale percorso che grazie alle nuove tecnologie indaga l’animo umano. Tra la terra e il cielo grazie all’utilizzo della tecnica del croma-key (bluescreen), largamente usata nel cinema, permette di falsare la percezione dello spettatore immergendolo in una scena completamente tinta di blu e permettendo agli attori di muoversi dentro scene che, altrimenti, sarebbero pericolose, costose o impossibili da realizzare. Nello spettacolo si racconta la giornata di quattro personaggi: un uomo e una donna, arrivati e pieni di certezze, e un ragazzo e una ragazza che si affacciano alla vita, pieni di incertezze.
Per la prima volta al festival FRANCESCA PROIA e DANILO CONTI raccontano con Nothing female is alien to me (Liceo Sigonio ore 22) l’intensità evocativa del corpo come luogo privilegiato del gesto, che nel suo lavoro si carica di intensa densità. Il lavoro che da anni Francesca Proia porta avanti con Danilo Conti e con l’associazione Tanti Cosi Progetti da loro fondata, si colloca in un labile confine capace di unire yoga, danza butoh e diversi territori orientali del pensiero.
Lotta di negro e cani del TEATRINO GIULLARE (ITIS Fermo Corni ore 23) prosegue una personale ricerca che esplora l’espressività tramite il limite fisico e sperimenta l’uso di artifici e filtri per esaltare la natura più intima dei testi, affronta un’opera teatrale in cui le forze incontrollabili della natura si incontrano-scontrano con sentimenti e bisogni umani.
In questo loro ultimo lavoro che debutta proprio a VIE si dipinge un’Africa nascosta e suggerita così come Koltès la racconta e un intreccio umano ricchissimo che parla attraverso oggetti, simboli, presenze.
A chiudere il festival è La più piccola distanza dei PATHOSFORMEL (Teatro delle Passioni ore 23) la cui direzione di questo loro ultimo lavoro si connota come punto di partenza di un ulteriore ripensamento della presenza in scena del corpo umano, elemento principe all’interno della loro pratica performativa.
Il corpo, invisibile in scena, viene trattato come fosse una forma: quadrati colorati si muovono singolarmente lungo delle direttrici parallele, alludendo a differenti qualità di movimento e ripercorrendo relazioni e intrecci dal carattere quasi umano. Il movimento di ogni singola forma è accompagnato dall’emissione dal vivo di una nota. Si crea un legame indissolubile che, se da un lato accentua il carattere umano di qualsiasi movimento geometrico, dall’altro sembra creare un sistema più ampio, in cui i quadrati stanno come semplici note all’interno di una sorta di spartito musicale in movimento.
Per info: dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19 telefonare al numero 059.305738
o consultare il sito VIE Festival Modena.