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Scuola, Berlusconi: ‘Basta occupazioni, interverrà la polizia. Veltroni replica

“Voglio fare un avviso ai naviganti: non permetterò occupazioni delle scuole e delle università”, perché questa è una “violenza”. Mentre in tutta Italia continuano le proteste contro i tagli del governo, Silvio Berlusconi, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, annuncia la linea dura contro l’occupazione di scuole e università e la convocazione del ministro Maroni per dargli ”istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell’ordine per evitare che questo possa succedere”.

“La realtà che conosciamo in questi giorni e in queste ore – ha spiegato il presidente del Consiglio difendendo a spada tratta la riforma Gelmini – è una realtà di aule universitarie piene di ragazzi che intendono studiare. Poi ci sono questi manifestanti, organizzati dall’estrema sinistra, molto spesso dai centri sociali come succede a Milano. Quindi non consentirò l’occupazione di università e di scuole, perché non è dimostrazione né un’applicazione di libertà, non è un fatto di democrazia ma è pura violenza nei confronti degli altri studenti, delle famiglie, delle istituzioni e nei confronti dello Stato”.
Assicurando che “non ci sarà nessun taglio alla scuola pubblica”, ha aggiunto “le proteste della sinistra contro la riforma Gelmini sono solo il tentativo di fare un’opposizione di piazza, ma non portano a nulla. Noi abbiamo approvato semplicemente un decreto, non si tratta della riforma della scuola – precisa – Evidentemente loro hanno visto che tutti i nostri provvedimenti sono inattaccabili e ora se la prendono con questo, creando allarmismi inutili tra la gente e dicendo cose false”.
Da parte sua Mariastella Gelmini ha lanciato un appello alla moderazione “affinché si abbassino i toni, perché qualcuno cerca strumentalmente lo scontro di piazza”. ”La protesta di questi ultimi giorni – insiste – è una protesta politica, che ha come obiettivo la lotta al governo Berlusconi, con la regia della sinistra e dei centri sociali”. Il ministro se la prende anche con l’informazione: “I mass media danno moltissimo spazio a proteste che coinvolgono qualche migliaio di persone, mentre ci sono decine di migliaia di ragazzi che continuano a studiare da casa e a frequentare i corsi”.

Nel pomeriggio è arrivata la replica di Walter Veltroni, nel corso di una conferenza stampa. Le dichiarazioni “non misurate” di Berlusconi ”rischiano di accendere una situazione di conflitto – ha avvertito il segretario del Pd – Il presidente del Consiglio soffia sul fuoco e questa è una cosa che un premier non deve fare”. Berlusconi si assume “la grave responsabilità di trasformare una questione sociale in un problema di ordine pubblico. Berlusconi vuole usare polizia e carabinieri per risolvere un problema che la politica deve risolvere” ha ammonito il leader democratico auspicando una smentita del Cavaliere: ”Ha detto che non recede di un millimetro ma lo abbiamo già visto, come per l’annuncio della sospensione dei mercati, fare sette chilometri in un quarto d’ora…”.”Mi viene da chiedermi se sia ancora possibile dissentire in questo Paese. E’ possibile organizzare manifestazioni o no? Scrivere sui giornali cose sgradite al governo si può o no? Se la risposta è no – incalza Veltroni – allora i problemi cominciano a diventare molto seri” perché “in tutte le democrazie esiste la possibilità di dissentire senza intervenga la polizia”. Quindi si è rivolto a quanti stanno protestando in questi giorni: “Mi auguro che le persone che fanno parte di questo movimento di protesta abbiano il senso di responsabilità di ignorare le parole pronunciate dal presidente del Consiglio e proseguire nella loro pacifica protesta”. Poi, dati alla mano, ha riferito la tabella di marcia prevista dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, per i tagli al reparto scolastico. “Berlusconi dice che non ci sono tagli alla scuola. Questi dati dimostrano che è previsto un taglio di ben 8 miliardi di euro. Come fa Berlusconi a dire bugie del genere davanti all’opinione pubblica?”, sottolinea il segretario del Pd, che ribadisce la richiesta al governo di ritirare il decreto Gelmini e aprire un tavolo di discussione con tutte le parti in causa. “La democrazia è ascolto e poi, ovviamente, decisione ma rispettando le opinioni. Ci sono decine di migliaia di precari il cui posto è in discussione, altro che chiacchiere. La mia proposta – ha rimarcato – è come sempre responsabile: si ritiri il decreto, si apra un tavolo e ci si dia un tempo per poi decidere”.

Fonte: Adnkronos

















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