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‘Passaggio in India’ allo Storchi di Modena dal 13 al 16 novembre

Dopo il felice e recente debutto di Prato e dopo aver mosso i primi passi verso una tournèe ricca di appuntamenti, Passaggio in India per la regia di Federico Tiezzi arriva al Teatro Storchi di Modena (dal 13 al 16 novembre feriali ore 21, domenica ore 15:30).


Lettore appassionato dei romanzi di Edward M. Forster, Federico Tiezzi cominciò da tempo a sognare di trasporli sulle scene. Di Passaggio in India già esisteva una versione teatrale di Santha Rama Rau a cui il regista si rivolge adattandone però la teatralità troppo convenzionale con l’aiuto di Sandro Lombardi, traduttore e ispirato protagonista dello spettacolo.

Il romanzo di Forster segue le vicende di due donne inglesi, negli anni venti, che visitano l’India nella speranza di capirne gli usi e le complesse tradizioni: appena arrivate accettano le cortesie di un mite medico indiano la cui amicizia sarà la chiave dell’India… Sullo sfondo della modesta città di Chandrapore e della vita dei funzionari inglesi in India, Forster “mette in scena” le due opposte e complementari tensioni del medico Aziz e della ragazza inglese Adela Quested verso i rispettivi ambienti. Animati entrambi dalle migliori intenzioni, ma sfavoriti dai pregiudizi dei loro mondi, i due non riusciranno mai a incontrarsi veramente.
Il conflitto tra due società costrette a convivere nel clima alienato del colonialismo è colto da Forster con ironia e finezza di sentimenti profonda. La parabola è più che mai attuale oggi, in un tempo in cui, sempre più, tutti ci troviamo a convivere e a doverci confrontare con tradizioni e culture diverse dalla nostra.

Il centro drammatico dell’opera consiste in una gita alle grotte Marabar. Una volta dentro, al buio, in un calore soffocante, sola con Aziz, Adela si convince di aver subìto un’aggressione sessuale. Aziz viene accusato, imprigionato e infine processato. Durante il processo, Adela si rende conto che è stato tutto una sorta di allucinazione. Ritira l’accusa, nella disapprovazione generale degli inglesi, che la abbandonano a se stessa.
Il fatto contingente non è solo un’invenzione narrativa di grande efficacia, è anche simbolo di una vicenda interiore, a sua volta metafora di due visioni della vita. Da una parte la convenzione e dall’altra la libertà, da una parte l’intelletto dall’altra il cuore. L’urto di due mondi morali, messi a fuoco anche geograficamente e sociologicamente, oltre che psicologicamente, si conclude non con una ritrovata armonia ma col fallimento degli incontri: resta da parte di tutti un impetuoso sforzo per conoscere l’altrui sconosciuta identità: spirituale, morale, fisica, sociale.

Biglietteria telefonica: Tel. 059 2136021 da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13.

















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