Oggetti antichi, rari, preziosi, inediti e bizzarri ad un ottimo rapporto qualità-prezzo: l’introvabile altrove ha il suo punto di riferimento, ed è “7.8.Novecento”, in programma da oggi 13 novembre fino a domenica 16 novembre (orari per il pubblico: giovedì 16, ore 15-20; venerdì 17, sabato 18 e domenica 19, ore 10-20) nel quartiere fieristico di Modena.
La manifestazione, giunta alla diciottesima edizione, richiama migliaia di curiosi e collezionisti a caccia di arredi, suppellettili, dipinti, tessuti, pezzi d’arte extraeuropea e antichità per esterni. Quest’anno la partecipazione degli antiquari fuori provincia è particolarmente alta: sono 14 gli espositori di Bologna e provincia; 25 quelli di Reggio e provincia, oltre a 45 antiquari modenesi (oltre 100 complessivamente gli emiliano-romagnoli), che espongo le più variegate tipologie di oggetti: dai mobili ai quadri, dal modernariato fino agli orologi e ai gioielli d’antan.
Ecco alcune delle proposte più curiose dagli stand targati Bologna.
Gli amanti della pittura non possono perdere lo stand di Piccinini Arte, galleria che tratta in particolare pittori italiani di fine ‘800 e inizio ‘900. In fiera si possono trovare in particolare dipinti del maestro bolognese Bruno Saetti (Bologna 1902-1984): il tema centrale delle sue opere è la figura femminile, a cui fanno seguito le nature morte e i paesaggi astratti con grandi soli veneziani. Presso lo stand della galleria si può ammirare un disegno di Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931), uno dei maggiori protagonisti della Belle Epoque: si tratta di uno schizzo a matita che raffigura un palazzo parigino, città dove Boldini decide di trasferirsi nel 1871, seguendo l’esempio di pittori di successo come Meissonier, Fortuny e De Nittis. Boldini è entusiasta della “moderna” capitale francese, tanto che nei suoi quadri e disegni ricorrono le sue strade e le piazze animate, il transito delle carrozze, i caffè all’aperto, gli interni affollati.
Chicche rigorosamente dal ‘900, invece, presso lo stand di “Victim Design”: la galleria ricerca e seleziona le produzioni di design e artistiche più rappresentative degli anni 1950 – ’90. In fiera presenta arredi, oggettistica e artefatti che portano la firma dei maggiori designers del panorama internazionale: un’opera in vetro e bronzo di Sandro Chia, una scultura luminosa in vetro di Mimmo Rotella, l’artista calabrese divenuto celebre per i suoi “decollages” di manifesti pubblicitari, e una poltrona firmata Ron Arad, l’architetto e designer di origine israeliana che ha movimentato il mondo del design utilizzando forme e materiali del tutto nuovi.
La galleria “I Volpini” propone un tuffo tra gli arredi dell’800. La galleria tratta principalmente mobili di epoca Biedermeier (1815-1848), uno stile conosciuto in particolare per i mobili funzionalisti e pratici che si possono definire come gli avi del design. Si tratta di pezzi provenienti dall’area dell’Impero Austro-Ungarico e dal Nord Europa: secretaires, cassettoni, armadi, consolles, tavolini, poltrone, mobili da salotto e tutto ciò che arredava la casa dell’epoca. Una curiosità: lo stile prese il nome dalla fusione di due termini: “Bieder” semplice, ma anche integro, onesto e “Meier”, uno dei cognomi tedeschi più diffusi del tempo.
Alcune delle proposte più curiose dagli stand targati Reggio Emilia.
Gli amanti dell’arte di Antonio Ligabue (Zurigo 1899 – Gualtieri, Reggio Emilia 1965) rimarranno a bocca aperta di fronte a un inedito: l’espositore di Reggio Emilia “Vicolo Corbelli Antiquariato”, infatti, presenta in fiera “Il brocco”, scultura in terracotta del 1957 che riproduce un cavallo. Si tratta di una vera e propria rarità: il numero di sculture dell’artista, realizzate plasmando la terra degli argini del Po, è estremamente ridotto rispetto all’abbondante produzione pittorica, ma anch’esse sono importanti per una corretta e completa comprensione della sua opera. I soggetti sono gli stessi della pittura: Ligabue amava raffigurare animali selvaggi, soprattutto tigri, leopardi e leoni che per lui rappresentavano la fuga dalla realtà verso un mondo fantastico e ignoto; oppure animali domestici, anch’essi tuttavia rappresentati in atteggiamenti ostili, minacciosi o sofferenti, come in questo caso, in cui il soggetto è un cavallo scarno e affaticato. Alla statua mancano le quattro zampe che, essendo molto sottili, si sono rotte in fase di cottura dell’opera. Questo, al contrario di quanto si potrebbe pensare, fornisce al pezzo un valore aggiunto: l’artista lasciava essiccare all’aria le sue statue in argilla e solo poche vennero cotte per garantirne una maggiore durata. Dopo la morte dell’autore alcune furono fuse in bronzo, a testimoniare nel tempo la straordinaria creatività e potenza espressiva dell’arte di Ligabue.
Anche la bottega “Alessandro Stefanini” ha un asso nella manica: presso lo stand si può ammirare il progetto di una scultura dedicata a Verdi di Luigi Magnani, artista parmense scomparso, che risale agli anni 60-70. Alcune opere di Magnani – autore della grande struttura in acciaio posta all’ingresso dell’autocamionale della Cisa – sono conservate nella Galleria d’arte moderna di Montecatini, di Parma, di Roma, di Montecitorio, di Eilath (Israele). Altre chicche che propone Stefanini sono una poltrona art nouveau risalente al 1847, la cui gemella è conservata a Londra nel Victoria & Albert Museum e due poltrone realizzate con ferri di cavallo dall’architetto e arredatore Giovanni Patrini nella metà del secolo scorso.
L’“Atelier Du Bois Antichità” è specializzato invece nell’arredo di case di campagna, con mobili che vanno dal ‘700 fino agli anni ’50 in stile provenzale e arte povera, mentre il biglietto da visita di “Antichità Stefano Borciani” sono le cornici antiche italiane del Sei-Settecento.
“Maxi Gioielleria” punta sugli orologi d’epoca e in fiera si possono ammirare due pezzi impedibili per gli appassionati: un Patek Philippe del 1968 con cassa in oro giallo 18 carati, crono perpetuo e anche un cronometro Rolex in acciaio, molto raro, modello Paul Newman, con quadrante in tre colori, che risale al 1967.
L’esposizione è come sempre molto variegata: l’offerta dei numerosi stand va dalle statue ai sontuosi mobili del Settecento, dai gioielli agli arredi per la casa e il giardino, fino a suppellettili di uso comune. Grande importanza viene data come sempre al modernariato e si possono trovare diversi stand con complementi d’arredo ispirati all’estetica d’avanguardia del Novecento. Grazie alla formula espositiva, che prevede anche giornate professionali dedicate allo scambio tra espositori e commercianti, la kermesse è diventata un punto di riferimento non solo per gli operatori del settore ma anche per i neofiti, che possono trovare iniziative a loro appositamente riservate, come “L’esperto risponde”, organizzata per offrire gratuitamente una valutazione degli oggetti portati dai visitatori. Insospettabili pezzi da museo, monete antiche, collezioni di stampe nascoste da anni nelle soffitte potranno dunque ottenere la giusta valutazione, come già accaduto nelle scorse edizioni.
7.8.Novecento è una manifestazione di alta qualità che è stata in grado nel corso del tempo di consolidare il suo prestigio grazie a un approccio nuovo al mercato dell’antico, riuscendo a catturare, con l’originalità e l’unicità degli oggetti esposti, l’attenzione degli esperti.
Infoline: studio Lobo, tel. 0522/631042, e-mail.