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Aggregazione Enìa-Iride: Delrio in Consiglio comunale

“Le assemblee dei soci di Enìa ed Iride saranno convocate entro il 20 febbraio e si riuniranno a fine marzo per sancire la fusione delle due società, che farà nascere una delle maggiori aziende del Nord, a maggioranza pubblica”. Lo ha specificato ieri sera il sindaco Graziano Delrio nel corso della comunicazione programmata nei lavori del Consiglio comunale, sul tema dell’aggregazione. Un intervento, ha sottolineato lo stesso Delrio, reso ancor più circostanziato “dopo l’incontro di sabato scorso, in cui i sindaci di Reggio, Genova, Piacenza, Parma e Torino hanno preso atto che i manager hanno raggiunto l’accordo su alcuni degli allegati tecnici ancora aperti”.

TEMPI RISPETTATI – “Le date di febbraio e marzo – ha sottolineato Delrio – rientravano da prima nel timing dell’operazione, nel calendario della fusione. Non si può quindi parlare di rallentamento dell’operazione nel suo complesso. Approfondimenti si sono resi necessari in merito ad alcuni allegati tecnici, approfondimenti che ora sono stati compiuti, evitando di rimandare a riunioni successive all’approvazione della fusione, in tal caso sì con un possibile allungamento notevole dei tempi, come avvenuto per altre multiutility”.
CONTENUTI TECNICI – “I dettagli tecnici che il management ha risolto avevano un rilievo non secondario: per esempio, il rapporto tra la holding e le controllate, come i dirigenti delle controllate si rapportano con i dirigenti della holding. Dopo alcune settimane di discussione, non si era trovato un oggettivo punto di arrivo. A questo punto io, il sindaco di Genova e quello di Torino abbiamo chiesto ai manager di presentarsi con una proposta firmata da loro. Sabato scorso essi hanno trovato un equilibrio, un accordo da loro sottoscritto, su quei contenuti, e perciò sabato noi sindaci abbiamo potuto affermare che la procedura era conclusa. Decidere su questo tipo di assetti non è compito della proprietà, perché si tratta di meccanismi operativi dell’azienda: se si ritiene necessario avere questo tipo di comunicazione, appunto tecnica, l’amministratore delegato di Enìa, Andrea Viero, potrà venire in Commissione o in Consiglio a esporli”.
MORATORIA FISCALE – Delrio ha poi affrontato il tema della moratoria fiscale: “Era emersa, dopo l’accordo quadro sulla fusione che questo Consiglio comunale ha approvato, un’interpretazione rigida delle direttive comunitarie, che avrebbe avuto come conseguenza multe per un totale di un miliardo e 800 di euro per le municipalizzate, causa sconti fiscali ottenuti tra il 1996 e il ’99. Oggi, invece, i pareri legali e le notizie che vengono da ministro dell’Economia fanno concludere che – al 90 per cento, in quanto la parola definitiva spetta al Governo – la moratoria consisterà in un importo presunto di 10-15 volte inferiore a quanto stimato in origine. Parliamo comunque di somme relative al Bilancio aziendale precedente, non a quello della nuova società. Anche questo tema è stato approfondito e stabilito sabato scorso, durante l’incontro fra sindaci e staff aziendali”.
DIRITTO DI PRELAZIONE IN DELMI – “Il tema ‘Delmi’, partecipata da Enìa, è stato agitato come nuovo, ma non lo è. Conoscevamo i patti parasociali e i conti di Delmi, prima come adesso. Sulla clausola del change of control, le discussioni a livello di pettegolezzo che si fa sono fatte in questo periodo non sono rispettose del lavoro che si fa e si è fatto. Anche in tal caso vi sono stati ulteriori pareri legali ampiamente rassicuranti e che rappresentano la nostra posizione:
1) non si può esercitare la clausola del change of control, il passaggio dall’azienda Enìa, alla nuova azienda ‘Enìa più Iride’ non costituisce un cambio significativo di controllo. Saranno infatti sempre gli stessi azionisti pubblici a controllare questa nuova azienda.
2) Il diritto di prelazione in Delmi è ovviamente esercitatile da A2A, ma alle condizioni dei nostri patti parasociali con Delmi: ovvero, il nostro valore di partecipazione in Delmi è riscattabile solo con un valore di mercato adeguato al valore con cui era stato pagato. Quindi se A2A desidera riscattare la nostra quota in Delmi lo può fare a un prezzo di mercato leggermente superiore o uguale a quello pagato da Enìa a suo te. Si dice: ‘valore concordato’, quindi senza il nostro accordo A2A non può riscattare la quota di partecipazione. Queste potenziali incertezze sono state ripetutamente chiarite, credo non possano esservi dubbi”.
QUADRO GENERALE DI FUSIONE – “La strategia e gli asset industriali che il Consiglio comunale di Reggio ha approvato non è cambiato assolutamente in niente; il concambio è lo stesso. Non può esservi e non c’è nessun tipo di dubbio sul fatto che l’operazione verrà sottoposta ai soci come è stata sottoposta al Consiglio comunale. Vorrei ribadire ai consiglieri comunali che non sono stati chiamati ad agire, a votare l’accordo quadro sulla base di una ‘fretta della Giunta’, sono stati invece chiamati ad esprimersi sulla base delle deliberazioni dei cda di Enìa ed Iride, i quali hanno approvato il progetto di fusione e hanno chiesto che il quadro generale venisse sottoposto ai Consigli comunali”.
DIMENSIONAMENTO SOCIETARIO – “La grande dimensione – ha detto il sindaco Delrio – non è un destino inevitabile delle aziende municipalizzate. Ma se sono di dimensioni grandi, le aziende possono progettare e programmare investimenti importanti, specialmente nei campi sottoposti a maggiore pressione da parte del mercato. Penso ad esempio agli investimenti sulla rete idrica, sulle energie rinnovabili, che solo un’azienda di grandi dimensioni e con caratteristiche industriali molto forti può permettersi di compiere in particolare in un momento di difficoltà economica generale come quello attuale. La fusione dà vita al secondo operatore italiano del settore, con uno sviluppo territoriale sul Nord-Est assolutamente importante, darà vita a una leadership rilevante in tutti i principali settori operativi, a partire dall’essere la prima azienda in Italia per il teleriscaldamento, seconda per ambiente e idrico, una delle prime società italiane per la produzione di energia elettrica. Ciò significa anche garanzie e potenziamento dell’occupazione. Dobbiamo essere orgogliosi di dare vita a una grande operazione industriale del Nord in un momento di grande difficoltà anche per le aziende, difficoltà che potrebbero diventare sempre più stringenti per le municipalizzate che hanno scelto di rimanere o sole o non hanno una sufficiente dimensione”.
“C’era quindi la necessità di portare avanti questo grande progetto industriale, per salvaguardare da un lato la capacità della nostra azienda di continuare a offrire investimenti importanti sul territorio. E il piano il piano investimenti di Enìa per il nostro territorio è molto importante perché fa lavorare aziende, implica un potenziamento l’infrastrutturazione del territorio, genera ricchezza e innovazione, qualità dei servizi, consente un ulteriore sviluppo della raccolta differenziata in cui Reggio è già leader in Italia… E inoltre si acquisiscono tradizioni molto importanti, come quella di Genova nel settore idrico. Con un’azienda di questo tipo sarà possibile realizzare più di 100 milioni di investimenti sulle energie rinnovabili, unendo i piani industriali delle due aziende, Enìa e Iride. Una grande forza, generata dall’unione di aziende di qualità. Questa nuova azienda non umilia in alcun modo umiliato l’esperienza dei territori, anzi non solo aiuta a potenziarla con gli investimenti infrastrutturali, ma anche dando sempre più autonomia e capacità di spesa alle nostre Società operative territoriali”.
IL RUOLO DI REGGIO – “Continueremo ad avere qui a Reggio Emilia diverse deleghe importanti, perché avremo la responsabilità delle società reti gas e delle Sot, avremo la responsabilità dell’amministrazione della finanza, del controllo di gestione, del management e delle potenziali fusioni ulteriori, della gestione delle partecipate, dei sistemi informatici, della pianificazione strategica, oltre alla sede legale. Non è molto serio né rispettoso per il lavoro di tanti il sostenere che la sede legale si possa banalmente istituire in uno studio di notaio. La sede legale di una grande azienda industriale del Nord significa piuttosto la disponibilità a Reggio di uno staff tecnico di grande rilievo, di professionisti, la presenza di visitatori, lo svolgimento di incontro. Ciò crea prestigio e un indotto notevole. L’indotto che Parma ha avuto come sede legale di Enìa è rilevabile dai dati del Comune di Parma.
UNIVERSITÀ – “Inoltre a Reggio vi sarà la sede del centro di ricerca per le energie rinnovabili, che per noi non è una prospettiva scollegata dal resto del territorio. Con la facoltà di Ingegneria, abbiamo pianificato il potenziamento del corso di laurea in Ingegneria energetica. C’è già un accordo preliminare con il rettore per poter far partire dal prossimo anno a pieno ritmo il corso, che può contare già sul Dipartimento per le energie rinnovabili e su gruppi di ricerca prestigiosi e importanti”.
TRASPARENZA E CONTROLLO PUBBLICO – “Alle varie obiezioni – ha concluso il sindaco Delrio – avevamo risposto in maniera sempre molto chiara, dicendo che non era in discussione il quadro generale concepito all’inizio. Rappresentiamo interessi pubblici e trasparenti. E continuiamo ad affermare e rivendicare con forza tutta la bontà di questa operazione, che non avrà alcuna conseguenza sul controllo pubblico, non porterà a nessuna ‘privatizzazione dell’acqua’, porterà invece a Reggio un grande gruppo industriale, a disposizione della comunità, delle imprese e dello sviluppo di questo territorio”.

















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