“Dai nostri bambini possiamo trarre una grande lezione, anche nell’approccio all’immigrazione e all’integrazione. Un approccio di disponibilità, di confronto immediato, di serena curiosità. Un approccio che spinge a pensare che il futuro sia meglio di come spesso noi adulti lo immaginiamo”. Così il sindaco di Reggio, Graziano Delrio, durante l’inaugurazione della scuola d’infanzia comunale aperta al Centro internazionale Loris Malaguzzi (in via Cassala, laterale di via Bligny): una struttura per 78 bambini di età compresa fra i 3 e i 5 anni, appartenenti 16 di nazionalità diverse, residenti nel quartiere di Santa Croce, in cui si trova la scuola.
A questi si affiancheranno, proponendo la novità della continuità didattica, bambini di scuola primaria (prima e seconda elementare), ospitati in un un’ala attigua dell’edificio, pregevole costruzione industriale dei primi del Novecento, un tempo sede di magazzini della Locatelli, ora riqualificato.
“Credo che questa scuola, la ventunesima delle scuole comunali d’infanzia – ha proseguito Delrio – sia il modo migliore per onorare Loris Malaguzzi, di cui ricorrerebbe oggi il compleanno. Dunque, una doppia ragione per fare festa. Abbiamo qui, attraverso i bambini, una presenza di tante culture, lingue, tradizioni, che in questo luogo hanno l’opportunità di incontrarsi e crescere insieme. E’ un modello molto importante che questi bambini ci propongono. Perciò investire nella scuola per noi è un fatto primario, è la chiave dell’integrazione. Se non avessimo un servizio così capillare anche nelle scuole d’infanzia credo che conosceremmo molto meno il nostro territorio, le ragioni e la cultura di coloro che lo abitano, e avremmo molte più incomprensioni”.
“Mentre il presidente degli Stati Uniti – ha rimarcato Delrio – ha previsto 100 miliardi di dollari per rianimare l’istruzione pubblica nel suo Paese, il nostro Governo taglia e mette in grave difficoltà il sistema formativo, a cominciare dall’Università. Noi continuiamo a credere molto e a investire nell’educazione, per quanto di nostra competenza: in due anni e mezzo, abbiamo realizzato 500 nuovi posti nei nidi e nelle scuole d’infanzia, con la collaborazione importantissima di tanti, anche privati. Penso alla scuola realizzata con la donazione della Fondazione Maramotti, alla scuola di Villa Sesso donata dall’imprenditore Iotti, alla nuova scuola statale che inaugureremo in via Caravaggio e a quella aziendale di Unieco che verrà inaugurata nei prossimi giorni. Dunque, l’impegno di tanti nella realizzazione di questi progetti. Anche la scuola del Malaguzzi, che ha visto l’impegno straordinario prima di tutto dell’Istituzione nidi e scuole d’infanzia comunali e il contributo importante della Fondazione Manodori oltre che della signora Ternelli Gerra, è un’opera collettiva, fin dalla progettazione con genitori, atelieristi, insegnanti, da cui l’architetto Tullio Zini e lo studio Zpz partners hanno saputo trarre un lavoro sapiente, di cui vediamo lo splendido risultato”.
“E’ una delle nostre eccellenze – ha sottolineato il sindaco – che educa bambini futuri cittadini di una comunità etica, portatori di valori non negoziabili, ricchezza e speranza della nostra comunità. Ma siamo ben consapevoli che l’eccellenza resta tale, perché ogni giorno c’è chi vi lavora, prima di tutto gli insegnanti, il cui apporto merita la nostra riconoscenza e la massima reputazione. Ancora una volta, come vediamo, abbiamo di fronte un’opera collettiva”.
Delrio ha poi citato, fra gli aspetti qualificanti della nuova scuola, la continuità didattica fra scuola d’infanzia e scuola elementare che si realizzerà in questa sede e la sua presenza all’interno del Centro internazionale Malaguzzi: “Quindi la presenza dei bambini si pone accanto a quella dei tanti gruppi di pedagogisti che vengono qui da ogni parte del mondo, per fare ricerca, una ricerca che può essere svolta anche sul campo”. Proprio oggi, erano presenti i membri del Direttivo del gruppo nazionale Nidi-Infanzia, creato nel 1980 dallo stesso Loris Malaguzzi per costruire una rete di scambio e coordinamento delle diverse iniziative pedagogiche che si realizzano in Italia, e i rappresentanti (60 educatori) del Gruppo di studio dell’America latina.
All’incontro di oggi, oltre a bambini, genitori, insegnanti, atelieristi e cuoche della nuova scuola, erano presenti fra gli altri l’assessore alla Scuola, Iuna Sassi; la presidente dell’Istituzione Nidi e Scuole d’infanzia del Comune, Sandra Piccinini; la presidente di Reggio Children, Carla Rinaldi; il direttore dell’Istituzione, Sergio Spaggiari; la presidente della Fondazione Manodori, Antonella Spaggiari e la signora Annamaria Ternelli Gerra.
LA NUOVA SCUOLA D’INFANZIA
Forte dialogo tra pedagogia e architettura
Il progetto è stato un’occasione per rinnovare e approfondire la ricerca sull’ambiente per l’infanzia, approfittando anche del fatto che gli ‘attori’ progettuali (architetti, pedagogisti, atelieristi e insegnanti) appartengono allo stesso gruppo che aveva prodotto la ricerca del metaprogetto Bambini, spazi, relazioni nel 1996-98.
Il progetto è quindi frutto di un lavoro di équipe tra i progettisti, l’Istituzione Nidi e Scuole dell’infanzia di Reggio Emilia e Reggio Children: ogni fase del processo è stata condivisa e discussa, e nasce da un lavoro comune.
Ciclo 3-8 anni – presenza di due classi di scuola primaria
La scuola presenta spazi a disposizione per sperimentare la integrazione tra il ciclo 3-6 anni delle scuole dell’infanzia e i primi due anni della scuola primaria; la piazza comune è stata pensata (come layout e arredi) anche per supportare e rappresentare tale integrazione e dialogo. In sintesi, l’edificio accoglie 3 sezioni di scuola dell’infanzia, 2 classi di scuola primaria, una zona palestra, alcune sale riunioni in comune con il Centro Internazionale e una sala mostre.
Elementi innovativi e sperimentali
Il lavoro di ricerca comune ha prodotto elementi e spazi nuovi che vanno considerati atelier aperti, da sviluppare e approfondire nel corso della vita della scuola.
Tra questi:
– non solo un atelier per i linguaggi espressivi ma anche altri atelier speciali (per ora dedicati alla luce e alla musica): questi tre atelier sono accessibili direttamente dalla piazza quindi a disposizione di tutta la scuola ed eventualmente anche di altre strutture;
– primo piano dedicato non solo alle zone riposo e al terzo spazio (spazio con arredi morbidi per giochi di movimento e giochi simbolici), ma anche ad attività di ricerca e di lavoro per adulti, compresi spazi per piccole mostre e per il lavoro di documentazione;
– spazio ‘atelier del gusto’ adiacente la cucina, accessibile ai bambini e altre zone attigue, espressamente dedicate alle sperimentazioni gastronomiche;
– presenza di supporti per la accessibilità alla documentazione in modo digitale (schermi, proiezioni, computer).
Tutta la scuola si sviluppa su due livelli e questo consente punti di vista, percezioni, relazioni differenziate.
Integrazione arredi e architettura
Una delle caratteristiche è la stretta connessione tra progetto di arredi e degli spazi; gli arredi sono stati l’occasione per la progettazione sperimentale e condivisa – tra architetti, pedagogisti, atelieristi e insegnanti dell’Istituzione e di Reggio Children – di nuovi usi, strumenti, configurazioni. La stretta integrazione tra le scelte architettoniche e degli arredi ha portato a progettare e produrre nuove tipologie di arredi, che arricchiscono la riflessione sullo spazio per l’infanzia.
Continuità con il Centro Internazionale Loris Malaguzzi
Tra gli elementi innovativi si può considerare la forte continuità con il Centro, sia a livello di possibili contenuti degli atelier (per esempio con Atelier Raggio di Luce) che di spazi a disposizione del Centro Internazionale – per ricerca, formazione, seminari – e direttamente accessibili.
Recupero della architettura industriale
Da un punto di vista architettonico, le linee guida del progetto sono in continuità con il resto del Centro, cioè mirate a un recupero della bella architettura industriale di inizio Novecento, cercando non solo di rispettare ma anche valorizzare la sua identità originale, affidando agli arredi e a macrostrutture (o microarchitetture) il compito di meglio articolare gli usi e le funzioni e di supportare l’immagine del bambino patrimonio delle scuole di Reggio Emilia; l’involucro architettonico contribuisce, oltre che con la articolazione degli spazi, con una caparbia ricerca della luce naturale, dei riflessi, dei rimandi visivi tra gli ambienti, del controllo della profondità di campo.
La superficie totale è di 2.400 metri quadrati.
Ambiente polisensoriale
Architettura e arredi mirano a offrire a bambini e adulti un menù spaziale complesso, articolato, fatto di molteplici materiali, colori, riflessi, tipi di luce, punti di vista, linguaggi, nella convinzione che una scuola debba essere una laboratorio sensoriale che accompagni e supporti l’avventura dell’apprendimento e della crescita dei bambini.
Il giardino
La scuola sarà dotata di un giardino proprio e avrà anche a disposizione il parco del Centro Internazionale.
Bambini e famiglie
I colloqui con le famiglie si sono svolti la seconda settimana di febbraio; la scuola ha aperto con una merenda, molto apprezzata e partecipata, rivolta ai bambini e alle famiglie giovedì 12 febbraio. La frequenza dei bambini è iniziata lunedì 16 febbraio.
Attualmente sono presenti 50 bambini, divisi in due gruppi: un gruppo di bambini dai 3 ai 4 anni e un gruppo dai 4 ai 5 anni. Le famiglie provengono da 16 Paesi diversi: Italia, Cina, Sri Lanka, Albania, Tunisia, Nigeria, Ghana, Filippine, Marocco, Egitto, Romania, Moldavia, India, Pakistan, Ecuador, Senegal.
Questo tratto di internazionalità fornirà un osservatorio privilegiato intorno alla qualità della relazione, della comunicazione, della convivenza civile. Alcune mediatrici culturali lavorano al fianco del personale della scuola per favorire queste dinamiche e consentire al contempo ai bambini di mantenere le proprie tradizioni e identità culturali. Il progetto è quello di costruire una comunità di condivisione di punti di vista e valori.
Il gruppo di lavoro
Quattro insegnanti, un atelierista, una cuoca, due ausiliarie a tempo pieno, due ausiliarie part-time, pedagogista. Il gruppo di insegnanti ed operatrici nasce dall’unione e dall’incontro di diverse generazioni: all’esperienza di coloro che da anni lavorano all’interno della rete delle scuole dell’infanzia comunali si affiancano giovani insegnanti che da poco hanno intrapreso questo percorso professionale.