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‘Città interculturali’: il Sindaco di Reggio Emilia a Strasburgo

Il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio ha partecipato ieri pomeriggio a Strasburgo alla Tavola rotonda sulle “Città interculturali” organizzata nell’emiciclo del Consiglio d’Europa, nell’ambito della sessione plenaria del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa. Erano presenti oltre a Delrio, Heinz Buschowsky, sindaco di Berlin-Neukölln, Adam Wasilewski, sindaco di Lublin, Dmytro Sychov, sindaco di Melitopol, Thomas Facchinetti, responsabile delle questioni riguardanti gli stranieri del Cantone Neuchâtel, Georges Kepenekian, vice sindaco di Lione (Francia).

All’incontro era presente anche l’assessore comunale alla Coesione e sicurezza sociale Franco Corradini, che ha partecipato nei giorni scorsi agli incontri degli amministratori delle città coinvolte nel programma ‘Intercultural Cities’: Berlin-Neukölln (Germania), London-Greenwhich (Regno Unito), Izhevsk (Federazione russa), Lublin (Polonia), Lione (Francia), Melitopol (Ucraina), Neuchâtel (Svizzera), Oslo (Norvegia), Patras (Grecia), Reggio Emilia (Italia), Subotica (Serbia), Tilburg (Paesi Bassi).

“Questo è un tema centrale che riguarda il nostro futuro – ha affermato il sindaco Delrio – La nostra città, Reggio Emilia, è cresciuta di 20mila abitanti in10 anni. Come sapete per l’Italia si tratta di un tema che si è posto solo in tempi recenti, quindi il nostro paese era impreparato ad affrontarlo.
Siamo un paese in grandi difficoltà, soprattutto culturali, a considerare la diversità una ricchezza per il futuro. Uno degli elementi che vorrei offrire alla riflessione è di iniziare a lavorare partendo dall’educazione. A Reggio Emilia ci crediamo moltissimo e abbiamo fatto forti investimenti. Abbiamo una percentuale di scolarizzazione nelle scuole dell’infanzia del 90% e nei nidi del 41%, quindi abbiamo una base solida da cui partire. Tra l’altro abbiamo appena inaugurato una scuola con bambini di 16 nazionalità diverse. Fin da bambini è più facile prevenire quei pregiudizi, quelle difficoltà che derivano dalla non conoscenza. Inoltre nelle scuole, grazie alla presenza dei mediatori culturali, è più facile mettere insieme le famiglie. Ad esempio entrare in contatto con donne, mamme, che altrimenti non hanno contatti con la nostra città. Il dialogo, la conoscenza sono la base della convivenza. Con i nostri operatori, nei centri educativi pomeridiani lavoriamo perché questi giovani diventino cittadini consapevoli e nello stesso tempo questo è un modo per combattere degenerazioni e tenere sotto controllo il tasso di criminalità degli adolescenti.
La mediazione culturale viene messa in atto anche negli alloggi popolari con mediatori di condominio. La difficoltà infatti si sta spostando dagli spazi pubblici a quelli privati – In Italia ci sono città che negli spazi pubblici, nelle piazze, rimuovono le panchine per evitare che gli extracomunitari si siedano. Noi riqualifichiamo gli spazi, facciamo piazze nuove e mettiamo panchine per tutti i cittadini – Ora, dicevo, la difficoltà vera è all’interno dei condomini, e qui è importante che vi siano presidi sociali, che stiamo organizzando con le aziende che gestiscono le nostre case. Nel contempo abbiamo avviato con la pianificazione urbanistica meccanismi di dispersione della presenza di alloggi pubblici per evitare il fenomeno della concentrazione in alcuni quartieri avvenuto in passato.
L’Italia è attraversata da profonda crisi economica e questo non aiuta l’integrazione, tende anzi a favorire l’idea che gli altri siano competitori e non consimili. Occorre dunque aumentare i servizi per evitare la competizione, soprattutto sulla casa, i servizi sociali, il welfare, l’offerta di scuole e nidi, e soprattutto mantenere un sistema di valori condiviso, la capacità di saper convivere insieme, nel rispetto delle regole e nel rispetto reciproco”.

















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